I guai del suffragio universale e “‘O animal”

Il filosofo francese Bernard-Henry Lévy (1948) ha detto :
“Non bisogna sempre rispettare l’elettorato. Quando gli elettori portano al potere Benito Mussolini o Adolf Hitler, o anche Vladimir Putin, questa scelta, la loro scelta, non è rispettabile. La democrazia sono due cose: volontà popolare, certo, ma anche il rispetto di alcuni valori, di alcuni principi fondamentali che caratterizzano anch’essi la democrazia”.
Sono da sempre completamente d’accordo con questa affermazione, la quale però va capita bene. Chi ha votato Mussolini o Hitler non può dire poi: ma io che ne sapevo che finiva male? Il suffragio universale è come per tutte le cose umane un male minore e il voto dovrebbe esprimerlo chi ha studiato la faccenda con il cervello. Il voto di pancia, il voto dato senza consapevolezza, espone a esiti infausti. Insomma, chi è causa del suo mal pianga sè stesso.

Per alleggerire la questione racconto il caso di un centravanti brasiliano che si chiamava Edmundo, il quale nel 1997 venne acquistato dalla Fiorentina per 13 miliardi di lire. Poi nel 2001 giocò anche col Napoli. Bene, a questo calciatore i brasiliani avevano dato un nome d’arte particolare, che era “‘O animal”. Quando cominciò a giocare da noi, ed era pure bravo, molti giornalisti al suo soprannome non ci fecero caso, solo che quando ci fu il Carnevale di Rio Edmundo partì e non diede più notizie di sè. Che tipo bizzarro, dissero. Tornato in Italia ricominciò a giocare sino a quando un giorno in una partita non diede di brutto in escandescenze e venne squalificato a lungo. Il giorno dopo un giornalista scrisse: Ma scusate, cosa vi aspettavate da uno che in patria viene chiamato “‘O animal”? Che fosse un damerino perfetto conoscitore del galateo? Se lo avevano soprannominato “O animal” ci doveva essere una ragione, adesso l’abbiamo scoperta.

Uno può votare chi vuole, ma se vota “O animal” poi non può cascare dal pero.