Pd5S/La politica della soddisfazione del cliente

Non essendo uno storico non so bene quando la politica, non solo quella italiana, è diventata una gigantesca operazione di marketing con la quale si tenta di vendere sul mercato un prodotto salvifico o una cura (talvolta solo un nome) ai cittadini considerati semplici clienti di cui occorre soddisfare le richieste/bisogni e lenire ansie/paure. Il successo della politica che intende soddisfare i clienti (e i clienti hanno sempre ragione) si misura con i voti ottenuti alle elezioni (consenso) e tale politica si chiama populismo. Se un professore di scuola intende guadagnarsi il consenso dell’alunno e dei suoi genitori cosa fa? Insegna bene? No, dà buoni voti e non boccia mai. L’alunno così ricompensato e catturato sarà contento e il fatto che non abbia appreso nulla non lo considererà affatto un disonore. In altri termini, nel rapporto a due tra insegnante e alunno, rapporto che considereremo soddisfacente per entrambi (uno regala voti e l’altro li riceve), il terzo elemento, l’interesse generale ad una buona istruzione, verrà meno e sarà sacrificato.

La politica populista compra i voti soddisfacendo le richieste dei clienti (reddito di cittadinanza o altri benefici) però viene sacrificato l’interesse pubblico, la collettività. Si tratta di un cattiva politica che gonfia partiti, movimenti, liste, fa eleggere furbastri e capipopolo, ma penalizza un paese, una nazione, una economia. Nel 2021 il reddito di cittadinanza è costato alle casse dello Stato 9 miliardi. Potevano essere spesi meglio? Certo che sì.

Quando di continuo si sente in giro o si legge che il partito di sinistra ha perduto il contatto con i ceti popolari occorre sempre chiedersi con quali strumenti di marketing al contrario i populisti ( e i sovranisti, quelli del prima noi, senza cessione di sovranità) hanno acquisiti i consensi di alcuni ceti e gruppi sociali. Quali e quanti vantaggi hanno fornito, privilegi riconosciuti, benefici concessi, attraverso una legislazione specifica su tematiche ben precise (pensioni, fisco, lavoro, condoni)?

Insomma, soddisfare certi bisogni a scapito di altri, è ormai una politica che acquisisce consensi a costo (non ci sono pasti gratis) di far aumentare il debito pubblico, diminuire la concorrenza, ingessare i mercati, manipolare il consenso e le coscienze dei cittadini. Ex bonus Renzi, ma anche Superbonus 110% e vari bonus edilizi. Quelli principali e ancora vigenti sono poco più una quarantina (Adn Kronos) e in questo ultimo triennio (2020-2022) si stima che costeranno allo Stato almeno 113 miliardi di euro (per la precisione 112,7). Se il rapporto tra politico e cittadino lo si riduce a un semplice rapporto a due, dimenticando che invece è sempre un triangolo dove la terza parte è l’interesse pubblico, si metterà a fuoco la pericolosità del populismo, il cancro che sta rendendo malata e insostenibile la politica, non solo quella italiana.

Ecco perchè il partito Ztl che è il pd si trova davanti ad un bivio: da una parte la strada del riformismo, dall’altra la copia del populismo-pacifismo grillino. O diventa il Pd  a 5Stelle soddisfacendo il cliente, oppure diventa un partito riformista che non segue le masse ma le educa, che si toglie dalla testa di voler punire una classe instaurando soviet e dittatura del proletariato. Un partito interclassista che si propone di far crescere l’economia perchè più grande è la torta maggiori saranno le porzioni per tutti i cittadini. Se la torta viceversa non sai o non vuoi farla crescere allora predichi la cd redistribuzione, togliere ai ricchi (alzare le tasse) per dare ai poveri bonus e redditi. E dai la colpa di tutto al neoliberismo, alla finanza, alle multinazionali. Ma per far questo tanto vale che il pd si affidi  a Giuseppi, Bettini, Bersani, D’Alema, Mélenchon. Per fare le stesse cose dei 5Stelle tanto vale unirsi a loro