(26/8/23 Corriere della Calabria) Lo Schiavo: «La Regione stanzi risorse contro il caro-scuola». Il consigliere regionale annuncia un’interrogazione: «Migliaia di famiglie in difficoltà per il costo dei libri di testo»
(13/12/22) La politica italiana è basata sulla richiesta incessante di soldi. Non alludo alle tangenti chieste dai disonesti, mi riferisco al nocciolo duro dell’attività di un qualsiasi “rappresentante”. L’enorme debito pubblico è la spia di questa ingordigia che si accompagna alla dissipazione. Un grande autore teatrale, Mattia Torre, prematuramente scomparso, aveva individuato nella “fame” la peculiarità degli italiani. Tutto per noi ruota intorno al mangiare, al cibo. Il film con Totò del 1954 “Miseria e nobiltà” è la nostra perfetta raffigurazione. Io credo invece che il perno intorno a cui ruota la politica italiana siano i soldi, e in effetti il mangiare è sinonimo di soldi, pertanto da anni raccolgo i “discorsi” dei politici sui soldi. I politici si occupano solo di soldi, non di lavoro, imprese, riforme, idee, sanno invocare solo soldi. Cosa fa un politico? Chiede soldi. Un medico cura gli ammalati, un contadino lavora la terra, un politico chiede soldi. Ecco perchè a fare il politico siamo buoni tutti.
Posso fare un esempio. “Statale 106, emendamento di Baldino (M5s): «Servono 6 miliardi in più per concludere l’opera»” (La Cnews, 12/12/22). Servono. E la parlamentare grillina ti sa dire pure da dove prenderli. Replica la solita litania: «La risorse aggiuntive da trovare da spending review e spese militari». E meno male che non ha citato il recupero dell’evasione fiscale. Come è bello fare il parlamentare chiedendo, invocando, esigendo tanti soldi.
Tirate fuori 6 miliardi per la statale 106. C’è qualcuno che può opporsi, che possa ritenere la somma troppo grande, ingiustificata, arbitraria? Certo che no, c’è un solo unico inconveniente. Quale sarebbe l’inconveniente? Lo spiego subito ricorrendo al mio archivio. “L’Italia è ultima in Europa per fondi all’istruzione “ (Agi, 2019), esclamò un parlamentare tre anni fa, occorrono miliardi da stanziare per la nostra scuola. Per ogni studente italiano si spendono ogni anno 8.200 euro, se li raddoppiassimo aumenterebbe la qualità. Lasciamo l’istruzione e occupiamoci di sanità. Possiamo dimenticarci della sanità pubblica? Certo che no. “In 10 anni sottratti alla sanità pubblica 37 miliardi”. La Fondazione Gimbe al Governo: “Servono fatti non solo parole” (quotidianosanità.it, 2022). In un Report della Fondazione sul definanziamento del Ssn si legge: “Nell’ultimo decennio tutti i governi hanno attinto alla spesa sanitaria per esigenze di finanza pubblica, sgretolando progressivamente la più grande opera pubblica mai costruita in Italia. Servono decisioni politiche e azioni immediate perché la repubblica possa nuovamente garantire il diritto alla tutela della salute”. E poi al nuovo Esecutivo: “Servono azioni concrete in tempi rapidi”. Potrei continuare per centinaia di argomenti, problemi, tematiche, esigenze, opere pubbliche. Per tutti mancano i soldi, occorrerebbero più soldi. Lo Stato dovrebbe tirare fuori i soldi. Così come le Regioni. Ma se parliamo di Regioni c’è un problema, nei bilanci ci sono somme a destinazione vincolata, il cui utilizzo può aver luogo solo per finalità stabilite da altri decisori istituzionali o con questi concordate.
Nel bilancio di previsione della regione Calabria per il triennio 2022-24 la spesa ammontava a 6,3 miliardi ma il 62% delle risorse (3,9 mld circa) vengono assorbite dalla sanità e quindi restano 767 milioni di risorse disponibili per scelte discrezionali della Giunta e del Consiglio (il 12,2% circa delle risorse attualmente iscritte in bilancio). La manovra di bilancio della Giunta in data 13/12/22 la spesa la attesta a 5,3 mld, il settore sanitario assorbe quasi l’80% delle risorse. “Liberi” (solo) 773 milioni.
Nonostante questi vincoli, nonostante tutti sappiano che le esigenze siano innumerevoli e tutte degne di essere finanziate, si procede sventolando bandierine: la mia richiesta è più importante della tua, e deve venire finanziata prima della tua. Elettori, io l’ho detto. Voi mi siete testimoni che i soldi li ho chiesti. Per l’approvazione della manovra economica entro la fine di ogni anno di solito ogni governo deve mettere a fuoco le molte richieste di modifiche che arrivano dall’alleanza di governo così come dalle opposizioni. Quest’anno si parla di 3mila emendamenti o più, ma per non più di 400 milioni di tesoretto da spartirsi. Alla fine, tutti fanno richieste mirabolanti per accaparrarsi titoli sui giornali ma poi tutto sommato ci si accontenta di qualche spicciolo.
A proposito di spiccioli: nel 2019 (ultimi dati completi disponibili) sono sfuggiti al fisco 99,24 miliardi di euro di tasse – il 18,5% del dovuto allo Stato – quanto basta per tre manovre di Bilancio. Tutti in Italia invocano soldi, ma quelli che otterrebbero combattendo davvero l’evasione fiscale non li vogliono. Si accontentano, come Pinocchio, delle 4 monete d’oro e cercano un campo dei miracoli, in cui, secondo Conte & C., sotterrando una moneta crescerà un albero colmo di zecchini d’oro.