(Corriere della Calabria) Superbonus, ecco i costi ed i benefici per l’economia calabrese In crescita il numero di aziende edili (+4,6%) e l’occupazione (+24,5 nel secondo trimestre). Ma l’onere per lo Stato ha superato i 2,2 miliardi. Aiello: «Formula di incentivi è molto distorsiva»
La misura del Bonus 110% (maggio 2020 governo Conte) si sta rivelando con il tempo, insostenibile per le casse dello Stato. Basti pensare che a novembre scorso ha superato, stando ai dati dell’Enea, la soglia dei 63,92 miliardi l’onere a carico delle finanze pubbliche.
Questo senza centrare pienamente l’obiettivo per il quale era nata questa misura: cioè la riduzione delle emissioni da anidrite carbonica.
«Volendo utilizzare per la Calabria l’effetto moltiplicatore stimato da Nomisma per l’intero comparto nazionale, potremmo dire che l’impatto economico complessivo generato dall’Ecobonus 110% nella nostra regione è di circa 6 miliardi di euro (equivalente al 7% del Pil cumulato calabrese nel triennio 2020-22)». Così Francesco Aiello, docente di Politica economica all’Università della Calabria e presidente di OpenCalabria, stima l’apporto che la misura ha garantito alla filiera delle costruzioni e conseguentemente all’economia calabrese, ma con alcuni rilievi. Secondo il docente, il superbonus avrebbe favorito imprese relativamente grandi creando un effetto distorsivo per l’economia, con costi troppo elevati per la finanza pubblica: «Questa formula di incentivi è molto distorsiva».
Tutto ciò dipende dal fatto che gli investimenti medi attivati dall’Ecobonus 110% ammontano in Calabria a 577 milioni di Euro per i condomini e 120 milioni di euro per gli edifici unifamiliari. Si tratta, evidentemente, di progetti che possono essere realizzati solo da imprese relativamente grandi e con un buon livello di capitalizzazione».
Questa misura è riuscita a migliorare l’efficienza energetica degli edifici?
«I singoli beneficiari se ne avvantaggiano in modo certo, perché a fronte di un investimento a costo praticamente nullo, registreranno una riduzione della bolletta energetica. Su base collettiva, sarebbe importante capire se i progetti in Calabria abbiano riguardato immobili a bassa o a relativa alta classe energetica. È evidente che i benefici sociali sono elevati se i 12mila interventi asseverati in Calabria hanno interessato edifici a bassa classe energetica. Temo, tuttavia, che molti interventi abbiano migliorato la posizione di immobili già efficienti».
Ma quelle misure si sono anche rivelate dannose per l’economia calabrese, ad iniziare dall’innalzamento dei costi delle materie prime. Secondo lei quali sono stati i principali limiti?
«È un problema che riguarda l’intero Paese: un eco-bonus al 110% droga il mercato. La domanda di materie prime è esplosa con un conseguente innalzamento dei prezzi che ha danneggiato le attività settoriali diverse da quelle sussidiate. Un danno per la collettività che deve essere contabilizzato da qualsiasi analisi di valutazione degli effetti netti del Superbonus 110%».
L’esperienza del bonus 110% dimostra che per la finanza pubblica non è sostenibile immaginare interventi a “costo zero” per i privati e che questa formula di incentivi è molto distorsiva. Se ne deduce che è utile prevedere una partecipazione dei privati ai costi dell’efficientamento energetico degli immobili. Stiamo andando in questa direzione e, pertanto, il Super Ecobonus 110% rimarrà da ricordare come un caso da non replicare se l’obiettivo della politica economica è di sostenere l’esternalità positiva dell’uso della risorsa ambiente».