La juve e la religione che prescinde dalle persone

Andrea Agnelli lascia, dopo la Juve, anche i CdA di Exor e Stellantis, comincia una nuova era. “Chi fa le regole non ha capito la differenza tra un gioco e un’industria” ha detto. E’ stato un grande presidente, poi quando ha trasformato la Juve in una società per amici e ha preso lui delle decisioni in prima persona è stato pessimo. Per me finisce un’epoca, perchè le mie passioni derivano sempre da una persona, non da un brand. Diventai juventino quando nel 1957 presero Sivori e poi mi disamorai quando andò al Napoli. Dal 2010 ero juventino perchè mi fidavo di Andrea Agnelli, l’unico vero manager che l’industria del calcio annovera in Italia. Poi, tre anni fa, Andrea ha cominciato a dare i numeri, lui che aveva fatto cominciare tutto nel 2011 scegliendo Conte (Marotta voleva tenere Del Neri o prendere Mazzarri). Mandò via Marotta nel 2018 e promosse Paratici, questi scelse nel 2019 Sarri. AA non lo avrebbe preso. Aspettò che vincesse lo scudetto, malgrado avesse contro tutta la vecchia guardia (Chiellini e Bonucci), e poi lo sostituì prima con Pirlo e poi con Allegri 2.

Insomma, ha cominciato, come il più scafato giocatore di poker, a procedere con un buio dietro l’altro, con azzardi successivi, sino ad essere costretto a lasciare. Non tanto e non solo per le inchieste di procure a caccia di popolarità quanto per aver fatto un contratto quadriennale a 9milioni all’anno ad Allegri. Allegri dopo che lascerà la Juve smetterà di fare l’allenatore perchè ormai è come uno che non sa usare il cellulare e va in cerca di cabine telefoniche. Allegri, con il suo non gioco, il suo corto muso, ci costringe a non gioire più per le vittorie e ad ingoiare umiliazioni. Ma Elkann ora gli ha affidato la parte sportiva e dunque io non ho più niente a che vedere sentimentalmente con questa squadra.

Cerco di approfondire adesso il rapporto tra organizzazioni e persone. John Elkann indovinò Marchionne e un solo uomo, una sola scelta giusta, cambiò il destino della Fiat che stava fallendo. Adesso, prima o poi, autoeliminatosi AA, venderà la Juve, almeno lo spero, come ha già fatto con la Fiat ceduta alla Peugeot, e come farà con i giornali. Si è liberato di L’Espresso e ora venderà Repubblica. Per gli Agnelli i giornali sono come la casa al mare, ce l’hanno ma preferiscono la montagna. Sono un vezzo, un passatempo costoso. Prendiamo Repubblica. E’ un brand, ma in realtà ci sono varie Repubblica diverse. C’è la Repubblica di Scalfari, quella di Mauro, quella di Calabresi, poi di Verdelli e infine di Molinari. La testata è sempre la stessa ma il prodotto cambia a seconda delle persone che lo realizzano.

Debbo dire la verità, ho paura quando sento dire: “io amo la Juve; i giocatori, gli allenatori cambiano ma io amo la Juve”. Ho paura perchè è come se uno dicesse: amo la Coca Cola, la berrò sempre anche se diventa una schifezza.

In genere noi siamo abituati a parlare di astrattezze, di idee, di cose e l’umanità è abituata da secoli ad andare dietro alle religioni.
Con il termine “religio” (“religare” significa “legare“) i romani intendevano l‘atteggiamento verso determinate cose. E infatti non è necessario che una religione implichi un concetto di Dio, abbia articoli di fede, comprenda azioni di culto, né forme di carattere morale. La Treccani spiega che come massimo comune denominatore di ogni complesso chiamato religione si può ritenere il rapporto di un gruppo umano con ciò che esso ritiene ‘sacro’, tenendo tuttavia presente che anche quest’ultimo concetto è indefinibile e storicamente condizionato.

Per alcuni finanche una squadra di calcio diventa sacra, oppure lo diventa una fede politica, l’insegnamento di un guru o di un santone, i precetti del vivere sano o dell’ecologia o i consigli di una fattucchiera. Il mio atteggiamento verso le cose capovolge tale meccanismo della religione perchè parto sempre dalle persone. Il cattolico se si ritiene tale è costretto a mettere sullo stesso piano fra Cristoforo e don Abbondio, Ratzinger e Francesco; il comunista mette sullo stesso piano Lenin Stalin e Trosky, e così via. Io invece distinguo sempre le persone, per cui non confondo Bonucci con De Ligt anche se giocano per la stessa squadra; Renzi o Magorno anche se stanno entrambi in Italia Viva.