Sanità; lavoro; turismo; ‘ndrangheta. Sono questi i temi che da sempre sono cucinati in tutte le salse nel dibattito politico calabrese. Si susseguono governi, propositi e molta spesa pubblica senza che nessuno, dai politici al mitico popolo, parli mai in Calabria del problema principale intorno al quale tutti gli altri dovrebbero girare: la prevenzione dai terremoti. Ogni presidente calabrese di Regione, ma anche ogni sindaco, dovrebbe avere un unico obiettivo in testa, quello di prevenire, come fanno la California, i giapponesi o tanti altri popoli civili, i danni derivanti dai prevedibili terremoti che sono assassini che tornano sempre sul luogo del delitto. Anzi il colmo è che, quando periodicamente qualcuno propone di fare il ponte sullo Stretto, solo allora qualche geologo ricorda a tutti che nello Stretto ci fu un terribile terremoto. Il terremoto di Messina del 1908 (citato come terremoto della Calabria meridionale-Messina) è considerato uno degli eventi sismici più catastrofici del XX secolo. Il sisma, di magnitudo 7,1, accadde alle ore 5:20:27 (ora locale) del 28 dicembre 1908 e danneggiò gravemente le città di Messina e Reggio Calabria nell’arco di 37 secondi. Metà della popolazione della città siciliana e un terzo di quella della città calabrese perse la vita. Brevi e icastici, i proverbi custodiscono “la saggezza popolare”, che non è per nulla sempliciotta. Di sicuro, anche in Italia le faglie sono note e i terremoti sono già annunziati lì dove rischio il sismico è davvero elevato, vale a dire in Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria, Puglia, Emilia Romagna…: il terremoto non divide ma unisce l’Italia. Dunque è vero che ”tutto il mondo è paese” dinanzi alla catastrofe che, pur essendo sempre prevista, arriva sempre imprevista. E non solo uccide, distrugge e materialmente devasta, ma mette sottosopra anche la scienza, la religione, i sentimenti, la ragione, le classi sociali, la politica…: il terremoto è la fine del mondo. E tuttavia, insieme allo sciacallaggio e alle rapine, accende la pietà e risveglia la solidarietà dei popoli che nelle disgrazie si scoprono appunto popoli e danno il meglio di sé. E’ sempre da ricordare che, nel nostro Paese, i Piani di Protezione Civile (che ciascun Comune dovrebbe redigere e attuare, analizzando i rischi attesi nel territorio e informando la popolazione su cosa fare in caso di evento) non sono aggiornati (quando ci sono), oppure mancano del tutto, e la popolazione non è sufficientemente addestrata per fronteggiare le calamità. Di questa mancanza di cultura sui rischi naturali abbiamo triste conferma per ogni disastro, non solo quelli sismici ma anche alluvionali, e basti ricordare quello avvenuto a settembre 2022 nelle Marche. Questo tipo di prevenzione potrebbe salvare molte vite, e non costerebbe molto, essendo peraltro di semplice attuazione su tutto il territorio nazionale, grazie alla presenza di validi tecnici (geologi, ma anche di altre discipline per le questioni di competenza).
Ogni sindaco calabrese, se fosse serio, si occuperebbe innanzitutto di poche cose: della prevenzione sismica; delle strade; del verde pubblico e dell’ambiente; della riscossione dei tributi. Invece sappiamo bene che sono le 5 cose piu’ trascurate e considerate secondarie. Ecco dopo ogni scossa avvertita dalla popolazione cosa tocca leggere ogni volta.
(Lametino) Lo sciame sismico degli scorsi giorni ha causato una comprensibile apprensione in Calabria e a Lamezia in particolare, zona a rischio da sempre. Molte in città le aree di raccolta per i cittadini nel caso di un sisma di una certa intensità. Si tratta di zone di raccolta e di attesa. Da questo punto di vista, secondo quanto abbiamo appreso e alla luce di quanto si è registrato, il Comune si è attivato e, proprio ieri, sì è fatto il punto sulle aree predisposte. È stata verificata l’agibilità immediata e l’adeguatezza della cartellonistica per non trovarsi “impreparati”.
Inoltre, sempre secondo quanto appreso, il Comune di Lamezia con in testa il sindaco Paolo Mascaro, ha partecipato ad una riunione in Regione anche alla luce di alcuni finanziamenti per la digitalizzazione dei Piani di protezione civile. In sostanza, dal Comune fanno sapere che c’è massima attenzione e non si lascia nulla al caso.