(30/4/23) Affrontiamo oggi quello che per me è il secondo dei problemi esistenziali (il primo è: Dio esiste?). Quando in una qualsiasi elezione vince la destra la colpa è della sinistra che non fa la sinistra? Per comodità espositiva parlo di elezioni ma potrei anche parlare in generale: quando le cose vanno male la colpa è della sinistra che non fa abbastanza la sinistra?
Basta pensarci un momento per capire che da sempre nel mondo, dentro i movimenti politici di sinistra, marxisti o meno, ci sono quelli che danno la colpa alla sinistra di non essere abbastanza di sinistra. Che poi era il postulato sul quale sono nate le BR: si trattava di completare quel che la resistenza non aveva concluso, riprendere le armi, ammazzare giudici, poliziotti, sino a Guido Rossa, e le masse popolari si sarebbero convinte a far quella rivoluzione che i traditori imborghesiti non avevano voluto fare. Solo che lo schema (i puri e duri contro i morbidi revisionisti) messo in pratica non ammazzava i padroni, ma i giudici di sinistra, Moro e non Andreotti, il sindacalista Cgil e non quello fascista e così via.
Ora, pur senza pervenire alla depravazione di questi sanguinari, altre formazioni e/o intellettuali e/o giornalisti, in testa hanno lo stesso corto circuito: la destra vince perchè c’è poca sinistra. Oppure vince per colpa di traditori (altro schema stalinista, le quinte colonne del nemico) da mettere al muro.
Per correggere gli errori della sinistra “che non fa la sinistra e si snatura” sono arrivati infine i populisti con il loro welfare a gogò. Essi hanno ammazzato la sinistra perché hanno trasformato le conquiste da ottenere con la lotta in concessioni che discendono dall’ alto ( abbiamo sconfitto la povertà). Il generoso welfare scandinavo ( dalla culla alla tomba) vien dato in cambio di una pressione fiscale altissima; noi, paese degli evasori, lo forniamo graduidamente a tutti, anche a chi non ne ha bisogno.
Il “c’è poca sinistra” è dunque la legge di gravità della sinistra. Perchè la sinistra perde e cade giù, perchè l’economia va male, perchè c’è l’inflazione, perchè c’è la pandemia, perchè c’è corruzione, perchè c’è la dittatura? La risposta è: c’è poca sinistra (che poi è l’è tutto sbagliato di Gino Bartali). Se la legge è questa è chiaro che ci sarà sempre (e io ne ho visti molti, sino ai 5 Stelle e a Giuseppi) uno che se ne uscirà fuori spiegandoti che lui è il più a sinistra di tutti. In tv ogni sera compare uno di questi: da Tomaso Montanari a Cacciari, da Bersani a Travaglio, e mi fermo qui perchè finiremmo a Fedez e Vauro.
Lo stesso astensionismo elettorale che oggi è in prevalenza di sinistra ( finora l’alta astensione favoriva la sinistra), si spiega come conseguenza dell’idea “non c’è abbastanza sinistra”: i diritti che prima consideravamo politici, dunque da andare a conquistare (anche con il voto), oggi ci raccontano che siano naturali, derivano dalla nascita. I diritti (lavoro, pensione, sanità) prima li chiedevamo ai politici, adesso essendo naturali devono esserci forniti dallo Stato e dalle istituzioni.
Prima te li doveva dare la politica e dunque votavi chi ritenevi più amico, adesso deleghi e ti lamenti: a me non interessa chi è sindaco, governatore, capo del Governo, mi spettano in quanto cittadino: salario minimo, reddito di cittadinanza, pensione, bonus e il Gender Equality Plan.
Dunque, la crescita si ottiene solo con la spesa pubblica, lo Stato è sempre la soluzione di ogni problema.
Il disimpegno non è disaffezione, come lo spiegano i gruppettari, ma la nuova politica bipopulista dei “diritti senza doveri”. Come ogni figlio da quando nasce si aspetta vita natural durante il sostentamento dai genitori, così il cittadino pre-tende il sostentamento à la carte dal padre Stato. Lo Stato gli deve fornire il welfare (magari per averne uno migliore cambia pure Stato), e il cittadino non ha bisogno di essere di parte, di seguire la politica o di votare.
Per mia fortuna una delle poche cose che ho capito fin da ragazzo è stata quella che io dovessi studiare (doveri) e poi che gli estremisti si assomigliano tutti ed è difficile distinguere quelli di sinistra da quelli di destra: fanno (e spesso dicono) le stesse cose.
In fondo il fascismo mantenne sempre alcune delle idee che hanno vivificato il socialismo prima e il comunismo sovietico poi: una concezione hegeliana dello Stato e della storia e l’esaltazione della violenza. Mussolini dichiarò ai compagni socialisti che lo espellevano dal PSI: “Voi credete di perdermi. Vi illudete. Mi odiate perchè mi amate ancora. Sono e rimarrò socialista… Viva il socialismo, viva la rivoluzione!“. Anche quando dopo il 1943 Mussolini diede vita alla Repubblica Sociale Italiana e voleva ritornare il repubblicano socialista di un tempo, al suo fianco c’era Nicola Bombacci, già leader socialista nel 1913 e fondatore del Partito Comunista d’Italia (Pcd’I) nel 1921
Ogni giovane si sceglie i suoi modelli. La scelta secca è tra forza e debolezza. C’è chi resta affascinato dagli squadristi e chi come me ha provato simpatia e predilezione per uomini miti come Giacomo Matteotti. Il segretario del partito socialista unitario rapito e assassinato il 10 giugno 1924 da una squadra fascista capeggiata da Amerigo Dumini, a causa delle sue denunce dei brogli elettorali e del clima di violenza messi in atto dalla nascente dittatura di Mussolini nelle elezioni del 6 aprile 1924.
Sarà stata la coincidenza che in quell’aprile era nata mia madre, ma di certo non ho mai dimenticato che la violenza può avere motivazioni sia di destra che di sinistra e oggi dunque non mi sorprendo che il più estremista di sinistra (tipo Vauro) possa ritrovarsi a voler baciare il più estremista di destra (Berlusconi) per amore di Putin.
Nel 1923 non è stata l’Italia il primo stato a riconoscere ufficialmente la Russia bolscevica e a stipulare un accordo commerciale?
Tutti quelli che si lamentano perchè “manca la sinistra” alla fine si ritrovano con quelli che la sinistra la odiano. In mezzo restano i Giacomo Matteotti, troppo pacifici, moderati, le sole voci da far tacere.
Dopo ogni elezione vorrei domandare ad alcuni commentatori: se per voi nella società c’è tutta questa voglia di sinistra, perché vince la destra? Se vince la destra (con i voti presi nelle periferie e nelle zone interne del paese), per me significa che il mitico popolo ritiene i messaggi della destra più convincenti. Tutto qui. Ma forse è il destino cinico e baro. Che è un altro modo di dire “manca la sinistra”.