Superbonus/Se il regalo ai ricchi lo avesse fatto Berlusconi invece di Giuseppi?

FRANCESCO MANACORDA (…) E bisogna essere chiari anche sul fatto che misure simbolo dell’era 5 Stelle, ma anche tremendamente concrete nelle tasche dei cittadini, come il Reddito e il Superbonus, sono state studiate male e in molti casi attuate peggio.

Al di là di una fisiologica percentuale di truffe e furbizie assortite, il Reddito si è dimostrato esclusivamente strumento di sostegno contro la povertà e non certo spinta verso la ricerca di un’occupazione, anche per quella parte dei percettori che avrebbe avuto le caratteristiche per essere aiutata a trovare un impiego.

E il 110%, lo sappiamo da tempo, nasce con i lodevoli intenti di promuovere l’efficienza energetica e la resistenza ai sismi degli edifici, ma è stato disegnato con effetti redistributivi perversi – perché applicare lo stesso incentivo a chi ristruttura una villa da qualche milione e a chi rifà una facciata di un piccolo appartamento che vale un multiplo della prima? – che ne hanno viziato l’equità e ridotto di gran lunga l’efficienza, portando a una corsa dei costi di ristrutturazione di cui si sono avvantaggiate solo le imprese edili.

Del resto, anche Mario Draghi nel maggio dello scorso anno aveva espresso la sua contrarietà al 110%, non per i suoi intenti, ma per i suoi effetti. All’epoca però quella larga maggioranza che sosteneva il premier gli aveva anche impedito di muoversi in modo concreto per abolire le misure che Draghi contestava.

Adesso la mossa di Meloni, ancora una volta portata – non dal destino, ma dalla semplice crudezza dei fatti e delle cifre, che si combina alla responsabilità di poter contare su una maggioranza parlamentare definita – a fare ciò che Mario Draghi non aveva avuto la forza di fare, rischia di mettere in crisi il suo rapporto con l’elettorato.

(commento) Dice bene Manacorda, populismo “presunto di sinistra”. Avendo un minimo di onestà proviamo a immaginare Berlusconi che propone una misura come il 110%. Avremmo prima di tutto strillato tutti al clamoroso regalo alle lobby edilizie, con tanto di prezzi e mercato drogati e fuori controllo a spese della comunità. Poi ovviamente anche l’articolo sottolinea l’assurdità di benefici dati a case monofamiliari e, a prescindere dal reddito, è evidente a tutti che con tanto straparlare di disuguaglianze quasi tutti i cantieri del 110% sono nei quartieri bene, per i condomini borghesi in grado di strutturarsi per il provvedimento, mentre nei quartieri popolari, con famiglie che non riescono a pagare neanche il condominio e stanze abusive in ogni balcone, non si vede neanche un cantiere. Se poi contiamo che un provvedimento costato ben 80 miliardi, che ha ristrutturato appena il 2% del patrimonio edilizio italiano, che ha dato benefici energetici risibili, ha persino dato il via a gigantesche truffe e riciclaggio di soldi di dubbia provenienza, possiamo serenamente affermare che ci troviamo davanti a una legge devastante che, dietro una pennellata di fasullo ecologismo, ha regalato un mucchio di soldi pubblici sopratutto alla parte più benestante del Paese. Il fatto stesso che la Meloni abbia corretto “da sinistra” (ma in maniera alquanto pasticciata) un tale abominio la dice lunga sulla matrice di tale provvedimento, responsabile come pochi altri dell’aumento delle famose disuguaglianze

(altro commento) Anziché offrire il Superbonus alla mercè dei più ricchi, dei più furbi e dei più informati, se si fosse voluto dare una spinta al settore edile si poteva disporre di investire le decine di miliardi nel recupero e nella riqualificazione di edilizia e di opere pubbliche. Si sarebbero aiutate le imprese ed i loro dipendenti allo stesso modo di quanto generato dal Superbonus.

Con quale copertura? Con l’emissione di un titolo appositamente dedicato. Cioè altro debito? Certo, ma non certo peggiore di quello scaricato sullo Stato per favorire i furbetti di cui sopra.