La Corte Morale iraniana dello Sport condanna la Juve ma stavolta distruggerà la serie A

Partiamo da una notizia del 20 febbario 2023. Il presidente del Napoli De Laurentiis dichiara: “Noi sempre competitivi e onesti” (sportitalia.com). Come fa a dirlo se pure lui è indagato? (giugno 2022 ” Falso in bilancio, De Laurentiis indagato per l’affare Osimhen. Inchiesta della Procura di Napoli. Sono indagati anche altri quattro membri del CdA. Perquisizioni della Guardia di Finanza a Castel Volturno, Roma e in Francia”).

Cosa è successo? Succede che l’indagine della procura di Napoli sul Napoli non va avanti e non viene seguita dai media; quindi sembra che in Italia soltanto la solita Juve sia l’unica squadra indagata, processata e condannata, a parte quelle squadre che falliscono da sole come Cesena e Parma.

Vedete, nessuno vi spiega mai che, per esempio, in Inghilterra i processi penali si concludono per il 95% con la condanna dell’imputato. E’ quello che avviene in genere in Europa. Gli stranieri pensano in buona fede che anche in Italia succeda questo, anche se è vero il contrario. Da noi, al di là dei processi per mafia, quelli penali si concludono molto spesso e dopo lunghi anni con assoluzioni (l’ultimo caso di questi giorni riguarda il Ruby ter di Berlusconi), ed è questo l’aspetto più inquietante della nostra giustizia penale. I processi prima che nelle aule si celebrano fuori, sulla stampa, e quando interviene l’assoluzione il danno è stato già fatto ed è irrecuperabile.

In questo contesto abnorme della giustizia ordinaria si inserisce la giustizia sportiva, la quale ha enorme copertura mediatica e si presenta come frettolosa e sommaria. Quindi, dal 2006 ad oggi, è sempre e solo la Juve ad essere stata in fretta e furia condannata senza le garanzie serie del giusto processo (al quale anche quello sportivo deve attenersi) che sono: doppio grado di giudizio, giudice terzo e indipendente, contraddittorio tra le parti sul piano di parità, eventuale condanna sulla base di norme preesistenti alla commissione del reato.

Non si può parlare di “giustizia” se non si rispettano regole formali, se un imputato non sa che per quel comportamento rischia tot anni di pena. Un associato (nell’ordinamento sportivo) deve sapere cosa succede, se adotta determinati comportamenti, in modo tassativo. Bene, la nostra giustizia sportiva si sta muovendo come una Corte Morale dello Sport. La morale non segue regole formali; se si analizza un fatto e poi si adatta la forma al fatto immorale, non si sta facendo giustizia, ma si dà un giudizio di valore ai comportamenti di chi è associato. Come si può essere associati (parlo di una azienda, un imprenditore, un professionista, un cittadino) se il tuo comportamento viene giudicato soltanto sulla base della “slealtà”, norma di chiusura o in bianco che ogni giudice può riempire come vuole? Non ti giudicano sulla base di precedenti (sentenze), perchè i precedenti calcistici sulle plusvalenze hanno comminato alle altre squadre coinvolte semplici ammende, stavolta hanno dato 15 punti di penalità solo sulla base del principio che la pena deva essere afflittiva.

COME HANNO CONDANNATO LA JUVE. CON UNA NORMA DI CHIUSURA L’art. 4 del codice di giustizia sportiva recita:

I soggetti di cui all’art. 2 ..osservano i principi della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva.” E’ un articolo di “chiusura”, ma è soprattutto un articolo etico. In questi giorni abbiamo sentito e letto tanti giudizi e pareri professionali in punta di diritto, ma l’art. 4 non ha una forma oggettiva di applicazione. Il concetto di lealtà o probità è un concetto etico, non oggettivabile. Quindi una interpretazione soggettiva (non in punta di diritto) di qualsiasi giudice sarà sempre giustificabile tramite l’art. 4. Quindi in realtà una articolo del genere “uccide” qualsiasi forma di processo sportivo equo. Qualcuno si chiede come sia stato possibile dopo il 2006 non “riformulare” un art. che de facto dà poteri illimitati ad un giudice e giustifica qualsiasi forma soggettiva di giudizio.

Tra l’altro il giudice Torsello lo ha anche detto chiaramente: “Il fine principale del giudice sportivo è quello di affermare i principi di lealtà e trasparenza e quindi gli organi devono considerare meno stringenti le regole formali rispetto a quelle sostanziali che incarnano questi valori…”. Principi di lealtà, valori.. Scacco matto. Avranno sempre ragione loro, perché la Juve ha aderito al loro ordinamento e accettato l’art. 4. E’ come quando ci abboniamo a qualcosa e non leggiamo le condizioni, e poi al primo addebito strano… era scritto nella nota delle condizioni…..

Giusto per chiarire il sistema autoreferenziale che hanno. L’art. 4 continua … “In caso di violazione degli obblighi previsti dal comma 1, si applicano le sanzioni di cui all’art. 8”. Che sono, e qui si ride per non piangere: a) Ammenda…. g) penalizzazione di uno o più punti in classifica; se la penalizzazione sul punteggio è inefficace in termini di afflittività nella stagione sportiva in corso è fatta scontare, in tutto o in parte, nella stagione sportiva seguente;
h) retrocessione all’ultimo posto in classifica del campionato di competenza…
i) esclusione dal campionato di competenza o da qualsiasi altra competizione agonistica obbligatoria, con assegnazione da parte del Consiglio federale ad uno dei campionati di categoria inferiore;
l) non assegnazione o revoca dell’assegnazione del titolo di campione d’Italia…
m) non ammissione o esclusione dalla partecipazione a determinate manifestazioni;
Va da sé che o ti genufletti o ti possono fare ciò che vogliono.. in nome della slealtà

COSA SUCCEDERA’ ALLA JUVE DOPO LA TEMPESTA I processi sportivi servono semplicemente ad arrivare alla conclusione che la Juve ha falsato i risultati sportivi. Se per il filone plusvalenze di cui la Juve ha subito un processo di stampo iraniano, le hanno dato 15 punti, per il secondo filone in cui si parla anche di società satelliti, è facile capire che l’articolo 4 diventerà la pietra miliare dell’accusa. Sappiamo tutti che la sentenza non regge ma il giudice Torsello è stato chiarissimo: noi possiamo fare quello che vogliamo e se le giustificazioni potrebbero fare acqua da tutte le parti buttiamo l’articolo 4 nella mischia. Ormai la Juve ed i suoi tifosi devono prepararsi perché sta arrivando una tempesta e faremo meglio ad essere pronti.

RIASSUNTO Quindi, riassumendo, la procura di Torino invia alla giustizia sportiva intercettazioni e documenti (sono 14mila). Poi alcuni stralci di queste intercettazioni vengono passati ai giornalisti amici che cominciano la campagna mediatica. Senza che ci sia il tempo, per la difesa ma neppure per l’accusa, di esaminare tutti i 14 mila documenti, in un pomeriggio si fa il processo. Parla pure la difesa che tenta di smontare una per una le plusvalenze che l’accusa ritiene costituiscano il reato. L’accusa allora che fa? Fa una sentenza dove condanna per slealtà sportiva dicendo: non vogliamo entrare nel merito della singola plusvalenza così come ha fatto la difesa, per noi resta provato che c’è un sistema di plusvalenze che ha apportato alla Juve indiscutibili vantaggi competitivi. Punto. Tutto ciò premesso si condanna a 15 punti di penalizzazione. Perchè non 9 oppure 30? Non si sa. Sulla base di quale altro precedente o di quale norma tassativa sono stati ricavati i 15 punti? Non si sa. La Juve può fare appello, ma solo per motivi di legittimità al Coni. Infatti il secondo grado la giustizia sportiva lo ha abolito con un’altra furbizia. Lo stesso giudice che ha penalizato la Juve, Chinè, in primo grado aveva assolto per le plusvalenze la Juve e altre squadre; adesso, con il pretesto che la procura ha inviato nuova documentazione, ha revocato quella prima sentenza e sulla base di documenti nuovi acquisiti, ha condannato ad una pena afflittiva. Quindi non ha revocato la precedente sentenza sulla base di una sentenza penale ma solo sulla base di una semplice accusa (dei pm), ancora non validata in un processo.

Davanti al Coni si svolgerà l’ultimo atto, ma un giudice del Coni ha già dichiarato in una intervista che la Juve è colpevole. Questo giudice si chiama Piero Sandulli e non ha avuto vergogna a dare l’intervista pur sapendo che la Juve sarà giudicata dalla cognata.

Così tutto si chiude. Sulla base dell’accusa di un pm (Santoriello) che in pubblico da molti anni si proclama antijuventino (come dimostrano vari filmati), la Corte della Fgci ha condannato la Juve per slealtà sportiva. Il Coni confermerà la sentenza e altre sentenze di condanna interverranno in seguito per altre accuse ( manovra stipendi) ancora da precisare. Se ci si riflette bene la Juve è il club immorale per eccellenza. La giustizia sportiva può essere paragonata solo agli attuali tribunali rivoluzionari iraniani o al feudalesimo pre-Magna Carta. Al posto di Elkann venderei la squadra. Oppure la ritirerei. Il campionato di serie A vive con i proventi televisivi. Con la Juve dentro, Dazn e Sky ti danno 100, senza Juve ti danno 30. Con 30, la metà delle squadre di serie A fallirebbe. Al posto di Elkann farei fallire la serie A. Se ti condannano per slealtà tanto vale esserlo davvero.