Armando Izzo condannato. Allora la Giustizia sportiva sa attendere, anche per 10 anni

C’è un calciatore, Armando Izzo, che io chiamo “il mafioso” da una decina d’anni. Pochi minuti fa è stato condannato a 5 anni di reclusione per concorso esterno in associazione camorristica e frode sportiva dalla VI sezione penale del tribunale di Napoli. Il difensore del Monza coinvolto in un caso di calcioscommesse e criminalità organizzata, ha dichiarato che presenterà appello. Magari continuerà a giocare, non so. Le prime richieste di condanna risalgono al 2017.

Al calciatore nel tardo pomeriggio è giunta la solidarietà del club. «Il Monza – è scritto in una nota – esprime totale vicinanza e supporto ad Armando». La società si dice «convinta della sua estraneità all’ambiente criminale. Gli avvocati del calciatore sono delusi dalla sentenza e attendono di leggerne le motivazioni; dopodiché presenteranno appello».

Le condanne

Condannati anche il cugino di Izzo, Umberto Accursio, capo di uno dei clan attivi nella zona di Secondigliano, quello della vanella Grassi, e Salvatore Russo, ritenuto legato allo stesso clan, entrambi a un anno e mezzo. La vanella è un cortile interno a un condominio, dove gli affiliati si riunivano. I fatti per i quali il giocatore napoletano è stato condannato risalgono a quando militava nell’Avellino, in serie B. Il calciatore, che ha vestito anche le maglie del Genoa e del Torino in serie A, avrebbe «pilotato» una partita del campionato 2013-2014: Modena-Avellino (1-0) .

Dunque vedete che da una decina di anni in serie A e B gioca tranquillamente un calciatore indagato perchè (faceva da tramite e corrompeva giocatori professionisti) influiva fraudolentemente sui risultati delle partite di calcio (campionato di serie B).

Nel caso di Izzo la cd Giustizia sportiva non è intervenuta mentre alla Juve indagata dalla Procura di Torino, ma senza alcun rinvio a giudizio, la ha condannata tempestivamente con l’ art. 4, per condotta contraria alla lealtà sportiva.

Cioè nel caso della Juve (società quotata in borsa) da maggio 2022 a oggi (appena ricevuti atti di indagine da Procura di Torino) la Giustizia sportiva ha già prodotto tre sentenze sulla stessa fattispecie (plusvalenze): assoluzione; condanna; sentenza Coni con rinvio. Ha deciso anche una penalizzazione di 15 punti ancora sub judice, senza che nessuno sappia cosa potrà succedere sino alla fine del campionato. Eppure, ribadiamolo, la Juve non ha ancora nessun rinvio a giudizio da parte di una Procura, ciononostante la Giustizia sportiva ha reclamato i suoi connotati di tempestività e speditezza, in nome dei quali il giusto processo è accantonato; con Izzo al contrario sono valse garanzie e cautela, 10 anni intanto se li è fatti giocando come se nulla fosse, pur indagato da Procura.

Nel frattempo AurelioDL presidente del Napoli in Prefettura esalta il suo scudetto definendolo dell’Onestà. E aggiunge: E senza le irregolarità ne avremmo vinto altri. Quali siano nessun lo sa, ma ADL nel suo cinepanettone può dire quello che vuole. Sentite: ADL compra Osimhen dal Lille per 70 milioni e in cambio gli dà (e li conteggia 20 milioni) un portiere di 35 anni e tre giovani giocatori che non si sa più dove giocano. Uno, che si chiama Manzi, risultava nel bilancio 20/21 del Napoli a 200 (duecento) euro. Gli altri due giovani non sono citati perchè non avevano un contratto da professionista. Bene, con Manzi ADL ha fatto una plusvalenza di 4.021.562 euro. Per le plusvalenze tutte le squadre, compresi Juve e Napoli erano state assolte. Ora il processo si è riaperto solo per la Juve e ADL inneggia all’onestà.

Izzo, già Genoa, Torino e ora Monza, è innocente e lo sarà fino a sentenza definitiva. E’ accusato, scusate se è poco, di aver corrotto altri suoi colleghi per il calcioscommesse. La Juve intercettata dalla procura di Torino dopo una inchiesta Consob, ha visto alcune intercettazioni finite sui giornali (Gazzetta e Corsera di Cairo, presidente del Torino, con cui giocava Izzo) prima che la Procura ancora finisca le indagini preliminari e decida un eventuale rinvio a giudizio.

Di Izzo, dei suoi parenti mafiosi e del suo clan, se siano stati intercettati in questi 10 anni mentre erano indagati in quel di Napoli, non si sa.

Volete sapere perchè io ho sempre chiamato Izzo “il mafioso”? Perchè conoscendo l’indagine che lo riguardava (c’era anche una partita con la Reggina in ballo per le scommesse) lo osservavo in campo dove da sempre ha avuto atteggiamenti intimidatori verso arbitri e avversari. Con i suoi tatuaggi e la gargia Armando in campo si è sempre fatto rispettare, da uomo d’onore qual è.