Consapevolezza del proprio errore, per lo più seguita da ravvedimento. Così è definita sul vocabolario la resipiscenza e dunque forse arriverà un giorno in cui sarà possibile ascoltare o leggere testimonianze di elettori dei 5Stelle consapevoli dell’errore fatto e decisi a non ripeterlo mai più. Però è più probabile che quel giorno non arriverà mai.
Prendiamo uno storico come Ernesto Galli della Loggia, editorialista del Corriere e ben conosciuto per le sue posizioni moderate e conservatrici. Ha ammesso di aver votato 5Stelle e poi si è pentito, infatti non ha esitato ad analizzare tutti i limiti del populismo. Al di fuori di questo esempio, risultano altre manifestazioni di resipiscenza? Niente affatto, aver votato 5Stelle ormai è un’altra fenomenologia italiana del “si fa ma non si dice” come succedeva ai tempi della dc che tanti votavano turandosi il naso.
Soprattutto a sinistra, anche senza pervenire a quella sindrome di Stoccolma ancora ben testimoniata in tv da Bersani, nessuno ripudia il consenso prestato al più triste comico italiano. In questo momento storico in cui poi è praticamente impossibile ad occhio nudo cogliere le differenze politiche tra Schlein e Conte, tranne che sui migranti (non è mai esistita una sola dichiarazione di Conte che critichi Salvini sulle posizioni contro l’accoglienza), è chiaro che il voto dato nel 2018 ai 5Stelle (e magari al Pd nel 2022) sembra non solo coerente ma anche propedeutico al cambiamento avvenuto nella leadership democrat. Infatti la Schlein non l’hanno scelta i tesserati.
Per quale ragione uno dovrebbe mostrare resipiscenza per aver creduto nei 5Stelle? Innanzitutto, la contraddizione più grande è la seguente: chi ha dato il voto ai grillini che da sempre si sono definiti nè di destra nè di sinistra perché blatera tanto contro il rinnegato Renzi reo di non essere abbastanza di sinistra? In secondo luogo il movimento grillino come dice il nome stesso è nato non dal popolo e nel popolo ma per opera di un comico che dopo aver fatto comunella con un imprenditore informatico ha messo su un’impresa privata per superare la democrazia rappresentativa attraverso un software che consentisse giorno per giorno di consultare la base su qualsiasi questione. Il voto ai 5Stelle è stato dato ad una impresa privata nè più nè meno come hanno fatto gli elettori berlusconiani. Con la differenza che il Caimano ha giocato a carte scoperte (se va bene la mia azienda va bene l’Italia), ha fatto promesse da marinaio in tv ma tutti sapevano bene che il suo successo politico favoriva il successo della Fininvest, mentre chi ha votato 5Stelle ha rafforzato il partito del vaffa e dell’uno vale uno, che si batteva contro il partito di Bibbiano, che ha insolentito Bersani in una diretta streaming, che ha portato in parlamento “scappati di casa”, si usa dire oggi col senno di poi.
Chi ha votato 5Stelle nel 2018, e ciò è avvenuto per la maggior parte nella vandea del Sud (si veda la Sicilia diventata grillina in massa dopo essere stata berlusconiana), non poteva certo immaginare che Conte avrebbe tenuto il bordone a Salvini per poi abbracciare il pd e infine Draghi. Una volta tutto questo si chiamava trasformismo ma ammettiamo che sia realpolitik. In realtà ad oggi nessuno dei vecchi elettori dei 5Stelle che si considera “di sinistra” può andar fiero per aver sconfitto la povertà come proclamava Di Maio al balcone, o per provvedimenti come il bonus 110% che hanno scassato i conti dello Stato e sono stati utilizzati soltanto da benestanti. Nessuno di essi ha un minimo di resipiscenza forse perchè ha trovato oggi nella Schlein il surrogato di Conte (o la controfigura, il rimorchio, o il gemello diverso che dir si voglia). E la ragione è una sola. Essa si rinviene nella pace invocata attraverso la resa dell’Ucraina secondo le convinzioni degli Orsini e Santoro. Se il software di Casaleggio fosse disponibile e si potesse fare un referendum istantaneo sulla guerra in Ucraina tutto quelli che han votato una volta nella vita 5Stelle si manifesterebbero d’accordo con i pacifisti di cui sopra.
E così si torna al punto di partenza e si capirebbe bene che mentre i Galli della Loggia hanno votato 5Stelle e poi manifestato resipiscenza, tutti gli altri che hanno votato 5Stelle e si considerano “di sinistra”, sono antisistema, anti Nato, anti Usa, filosovietici. Pensavamo che il muro di Berlino fosse crollato e invece dopo soli 34 anni nella testa di tanti rimane ben saldo. E non si pensi che 34 anni sono pochi, sarà così per sempre, anticapitalisti si nasce o si diventa ed ammettere che il capitalismo è l’unico sistema che ha fatto diminuire la povertà nel mondo è una verità che i 5Stelle che ora amano la Schlein non ammetteranno mai. Le disuguaglianze nel mondo si sono ridotte, non aumentate. I poveri (sono quelli che vivono con 1,90 dollari al giorno) sono oggi il 10%, nel 1990 erano il 37%. Nello stesso periodo la popolazione mondiale è cresciuta di 2 miliardi di persone. L’utopia si può perseguire ma a condizione di non negare la realtà.