Qualcuno dovrebbe spiegare, non a me che capisco tutto, ma all’opinione pubblica italiana, come mai giocano tranquillamente senza essere stati squalificati dal giudice sportivo: il giocatore del Monza, Armando Izzo, condannato in primo grado a 5 anni di reclusione per concorso esterno in associazione di tipo mafioso e frode sportiva aggravata; o il calciatore Manolo Portanova, della Reggiana, condannato in primo grado per stupro di gruppo. Su quest’ultimo la Procura Generale dello Sport ha però presentato ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport chiedendo sanzioni durissime: 5 anni di squalifica con proposta di radiazione.
Mentre il giocatore Nicolò Fagioli starà fermo 7 mesi avendo trovato un accordo con il giudice sportivo, senza essere stato ancora condannato dal giudice ordinario.
C’è chi capisce l’abnormità di tali situazioni. Tre giocatori, di cui due condannati in prima istanza e uno ancora non condannato dal giudice ordinario: ma solo quest’ultimo cade in fretta e furia sotto la mannaia del giudice sportivo (il grande Chinè, che in calabrese qualcosa significa)