Se le vite private non fossero ormai consumate in pubblico tutte e sempre e comunque, Giorgia Meloni avrebbe potuto lasciare il padre di sua figlia con un biglietto, un WhatsApp, una piazzata, una serratura cambiata: uno qualunque dei modi in cui ci si lasciava quando il mondo non costituiva un continuo e gigantesco sondaggio d’opinione a mezzo cuoricini.
Tutta la vicenda Meloni/Giambruno si racchiude in queste poche righe scritte da Guia Soncini. Ma chi volesse approfondire i fatti dovrebbe avere la santa pazienza di leggersi prima tre articoli che io, come al solito, vi evito di fare riassumendoli per voi. Uno è stato scritto da Foschini e Vitale su Repubblica (Giambruno? E’ incontrollabile); l’altro lo ha scritto sul Foglio Andrea Minuz (La dura legge di Striscia) col quale spiega benissimo Antonio Ricci. Poi ce n’è un terzo di cui parlerò alla fine.
A me la vicenda non ha sorpreso per niente perchè al contrario di tanti avevo già dato uno sguardo al Giambruno conduttore di “Diario del giorno“. Lo posso descrivere così: sembra un Maurizio Mannoni, quel giornalista di Rai3 ora in pensione, al quale abbiano dato un miscuglio esagerato di eccitanti. Intendiamoci, io sono un semplice spettatore televisivo, non un esperto o un critico, ma siccome conosco i personaggi televisivi, ho capito che sarebbe durato poco. Lo ho anche scritto al Forum di Aldo Grasso.
Tutte le sue imbecillità, dalla transumanza, alla negazione del cambiamento climatico, dalle donne che non devono bere sennò incontrano i lupi, al ministro tedesco che è meglio non venga in vacanza in Italia, non erano soltanto segnali di un giornalista che vive in un mondo suo, a tre metri dal cielo. Per uno che ha cominciato facendo l’autista di Lele Mora e si ritrova a condurre un programma giornaliero tutto suo dopo anni dietro le quinte come autore di programmi, è un bel salto degno di Icaro. L’altra faccia della luna, il Giambruno privato che ci ha mostrato Ricci è il tipico personaggio milanese assatanato e maldestro che nel cinema ha recitato Christian De Sica (spesso in coppia con Boldi).
Circa i fuorionda uno che lavora a Mediaset sa benissimo che Striscia ne ha fatto un marchio di fabbrica. Emilio Fede e nel 2017 Flavio Insinna sono diventati celebri sui social per le loro intemerate diffuse da Ricci, per cui chi parla negli studi pensando che non lo ascolti nessuno, cos’è? Lo scopriremo alla fine, ma ancora c’è da aggiungere un ulteriore tassello.
“Andrea Giambruno sarà il problema di Giorgia Meloni. Ma, vedrete, purtroppo diventerà anche il nostro”. Sono i primi giorni di settembre quando un alto funzionario di Mediaset, di fronte all’ennesima segnalazione di un Giambruno “incontrollabile”, nei corridoi del Palatino regalò questo facile vaticinio a un gruppo di colleghi.
Il profilo basso concordato tra azienda e il first gentleman portato in video, per colpa del narciso tamarro è durato pochissimo.
Sbarcato sul Palatino, “viaggia a due metri da terra, pur non avendone lo standing. Non mancava occasione per ricordare che aveva facilità di telefonate con i vertici”. Ogni tre parole infilava quello di Mauro Crippa, direttore generale dell’informazione Mediaset, suo grande amico. E, per inciso, uno di quelli citati dal conduttore in uno dei fuori onda di Striscia, poi coperti dai beep.
Come dimostrano i fuori onda, il conduttore non perdeva occasione per fare il piacione con le donne. In redazione, e fuori. Senza capire (ricordate questo verbo) che accanto aveva gente a cui quei modi di fare avevano stufato.
Le battute a sfondo sessista sono solo la punta di un iceberg. I fuori onda trasmessi non sono gli unici, ce ne sarebbero degli altri. E poi ci sono messaggi, chat, qualcuno dice persino foto. Il codice etico che ogni dipendente Mediaset firma è stato abbondantemente superato, occorreva solo qualcuno (Ricci, appunto) che avesse gli attributi per far scoppiare la questione. E Ricci è da sempre cane sciolto, non rispondeva al Caimano figuriamoci se alla sua età e con il suo patrimonio risponde a Pier Silvio.
“Sei un’aperturista?” o “Facciamo un threesome”, due delle espressioni captate negli studi tv, potrebbero configurare una violazione. Si può arrivare fino al licenziamento, ma, scrive Giovanna Vitale, “questa è un’altra storia”.
Per chiudere, avevo promesso di riferire di un terzo articolo che spiega bene la situazione a cominciare da una precisa descrizione del Giambruno. Chi è Giambruno e dove lo si può collocare nella storia? Ve lo dico subito, fa parte della categoria dei cretini, di cui ho parlato, avanti e indietro nella storia, nel mio monologo “Venerabili cretini“. Cosa fanno, cosa dicono, come proliferano i cretini? Come facciamo ad individuarli per evitarci tutti i guai che provocano? Un indizio che questa sia la strada giusta lo offre un articolo di Ester Viola sul Foglio. Ecco il titolo.
“Che Giorgia Meloni stia perdendo la pazienza con i fessi? Sperèm”