(2/11/23) Qual è la causa di un bellissimo paese mediterraneo che non cresce più e viene superato negli indici economici da Spagna e finanche Grecia, con la palla al piede di un debito pubblico (2841 mld) che lasciamo in eredità alle generazioni future come il più degenerato di un padre? Per quanto mi riguarda la risposta è una sola, sta, in analogia a quanto è avvenuto storicamente per la questione palestinese dove la pace è stata fatta fallire dagli estremisti delle due parti, nella stessa tenaglia dei nostri opposti estremismi.
Non intendo approfondire le ragioni storiche che a tutto questo hanno condotto, ma sono convinto che le ragioni politiche stanno in quella che Michele Salvati ha definito l’antica dannazione dei partiti antisistema, cominciata all’inizio della Repubblica con i partiti (Msi e Pci) che non potevano far parte delle coalizioni di governo anche se erano rappresentati in Parlamento. Non potevano farlo perché il loro programma politico contrastava con i princìpi in base ai quali una democrazia liberale e/o un’economia di mercato si erano di fatto assestate nel nostro Paese.
Venuta meno per il collasso dell’Unione Sovietica la conventio ad excludendum nei confronti del Pci, conseguenza inevitabile di un conflitto mondiale tra grandi sistemi economico-politici, di fatto si instaurò per alcuni anni, tra il 1994 e il 2018, una alternanza destra/sinistra che includeva tutti. Poi, con le elezioni del 2013 e del 2018, arrivarono in parlamento partiti populisti-sovranisti che si allearono nella coalizione di governo giallo-verde della prima fase della legislatura. Nella Lega, in Fratelli d’Italia prima che andasse al governo con Meloni, nei 5 Stelle ci sono evidenti pulsioni antisistema: nella stessa concezione di democrazia, nell’analisi dell’economia, nelle alleanze internazionali. Che si collochino a destra o a sinistra, la concezione di democrazia da essi condivisa è in conflitto con quella liberale, parlamentare e rappresentativa. Circa l’analisi della società e dell’economia, quei partiti hanno sempre fatto prevalere ragioni di consenso elettorale immediato su quelle di un risanamento necessario del nostro sistema economico-sociale.
Nella nostra storia della repubblica nata dalla resistenza, a mio parere ci sono degli uomini politici che rappresentano il meglio, tutto ciò che ci ha consentito di essere quel che siamo. Essi sono (è chiaro che sono esempi) Piero Calamandrei, Einaudi, Moro, Ciampi, Pertini, Napolitano, Draghi, Mattarella. Tutti uomini indipendenti, civil servant, che hanno rafforzato l’unità nazionale e le istituzioni, evitando che il gioco perverso del conflitto tra partiti antisistema (estremisti neri o rossi, stragisti degli anni di piombo, Brigate rosse, strateghi della tensione, P2, golpisti di Borghese, Gladio e servizi segreti deviati, antifascismo militante) portasse alla dissoluzione dello Stato nazionale. Tutto questo è avvenuto in uno Stato debole già alle prese sin dalla sua nascita con la questione meridionale e la presenza ossessiva della piovra mafiosa che governa una parte dell’Italia e condiziona tutto il resto. Solo alcuni eroi (Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa e tanti superpoliziotti fedeli) ci hanno consentito, con il loro sacrificio, di vincere battaglie decisive per conservare l’assetto costituzionale. La guerra non solo è ancora in corso ma è sempre incerta nei suoi sviluppi futuri.
Siamo passati in Italia da una repubblica che aveva alle due ali estreme i partiti antisistema, al trasformismo di due poli contrapposti in cui le pulsioni antisistema sono sempre presenti ma camuffate dentro i partiti, che pertanto diventano ambigui (Lega, FdI, Pd, M5S). All’interno di ogni partito vi sono correnti antisistema che però, ecco la novità politica, superano la tradizionale contrapposizione storica tra destra e sinistra in nome di un elemento comune: l’antiamericanismo. Tutti gli estremisti presenti in tutti i partiti italiani al di là delle ideologie hanno lo stesso nemico, gli Usa. I fascisti italiani forse perchè mussoliniani sono stati egemonizzati dalla cd destra sociale, per capirci la galassia da Rauti a Delle Chiaie, e quindi hanno un elemento in comune con centri sociali e gruppettari sino alla Br, l’avversione per gli americani. Essa si accompagna all’anticapitalismo ed è il filo rossobruno che lega le vicende italiane dagli anni cinquanta sino ad oggi.
Un Pci che finanche dopo la caduta del Muro non ha voluto prendere atto di un fallimento storico e dunque diventare socialdemocratico come tutte le formazioni di sinistra degli altri paesi europei (nessun nemico a sinistra ancora oggi rimane un postulato indiscutibile del Pd); Una destra che non solo non ha mai amato “legge ed ordine” (infatti tutela gli evasori o le lobby sino a balneari e tassisti) ma neppure “Dio patria e famiglia” (la famiglia Meloni è la conferma più recente), rappresentano le coordinate del nostro scenario politico. La prevalenza degli estremisti nei due schieramenti, che hanno ben presto ridotto a caricatura e alla irrilevanza uomini e donne moderati e dotati di buon senso presenti in tutte le formazioni politiche, hanno reso la lotta politica incandescente, sleale, condotta con colpi proibiti e bisognosa di continui ingenti finanziamenti dall’estero.
La conseguenza è stata quella di avere un’Italia oberata dal debito pubblico e soggetta alle leggi dei mercati internazionali (non basta odiare la globalizzazione per non farne parte), oltre che colonizzata da potenze straniere (i russi che durante il covid scorazzano per il paese con il salvacondotto di Conte ne sono la dimostrazione).
Prendiamo per esempio i trent’anni berlusconiani in cui un partito-azienda riesce in Occidente a conquistare il potere. Essi dimostrano la debolezza costitutiva del nostro stato di diritto che risale ad evidenti buchi e difetti di fabbrica dell’impianto costituzionale. Qualsiasi opera umana è soggetta ad imperfezioni e all’usura del tempo, ma per gli estremisti di sinistra l’unica eccezione in natura sarebbe la nostra costituzione, intoccabile perchè perfetta essendo la più bella del mondo.
Berlusconi scende in politica dopo che come imprenditore era fallito e grazie all’appoggio del suo sodale Craxi (come politico comunque molto più moderno di Berlinguer), gli viene consentito di trasmettere su tutto il territorio nazionale con il sistema delle cassette sfalsate di pochi minuti. Questo stratagemma, non a caso non bloccato da una magistratura sempre a braccetto con la politica, unito al decreto salva Berlusconi (1984/85) di Craxi, ha dato inizio ad una vicenda politica ( ora conclusa con la scomparsa dei due sodali) che ha condizionato le sorti della democrazia italiana ancora una volta attraverso il prevalere degli opposti estremisti.
Con Mani pulite cominciata nel 92/93 si ha lo smantellamento del vecchio sistema partitico ad opera della magistratura. Si crea un buco (vengono meno dc e socialisti) riempito da Berlusconi che sdogana la destra e dimostra come l’indipendenza della magistratura sia un altro concetto chiave della nostra storia repubblicana ormai da revisionare. Nato come principio costituzionale basato sulla separazione dei poteri, in Italia la presenza del “partito dei giudici” o dei “giustizialisti” contrapposti ai “garantisti” che siamo pochi e pure divisi, porta la lotta politica sul terreno scivoloso della legge che si applica ai nemici e si interpreta per gli amici.
Malgrado la lotta (ancora in pieno svolgimento) tra giustizialisti e garantisti, il partito-azienda di Berlusconi ha potuto consolidare attraverso la sua diretta delegazione politica la potenza economica di Fininvest. Quindi un polo televisivo privato che condiziona le vicende politiche nazionali resta un unicum sullo scenario internazionale nel quale nessuno stato ha finora consentito ad un Murdoch qualsiasi di assumere un ruolo diretto nelle scelte politiche.
A monte è venuto meno l’equilibrio dei poteri (gli storici sono incerti su quando sia cominciato) perchè il potere giudiziario è tracimato e ha ora l’ultima parola su tutto, conservando privilegi, prerogative e un potere di influenza sulle scelte politiche attraverso il partito trasversale dei giudici di cui il caso Palamara ha reso ai posteri esauriente testimonianza. Le lobby potenti si sono sempre mosse attraverso la partitocrazia italiana (che il sistema maggioritario all’italiana non ha neppure scalfito, anzi con l’eterogenesi dei fini ha sviluppato e sostenuto), ma sindacati e partito dei giudici si sono rivelati i gruppi trasversali più potenti sullo scenario politico perchè mentre Gladio e P2 e massoneria e servizi segreti hanno agito nei fondali, essi hanno agito alla luce del sole e in superficie.
Il populismo, che nasce come contrapposizione alla globalizzazione, e il sovranismo, che nasce dalla nostalgia del “piccolo è bello”, e dalla indomita resistenza delle “piccole patrie” che non hanno mai accettato il venir meno delle frontiere, sono fenomeni troppo recenti per poter essere valutati in tutto il loro spessore. In aggiunta a Trump & Putin emersi sulla scena mondiale, e ai 5Stelle e Lega in Italia, abbiamo assistito all’avvento dei social (anche in politica, si veda…la Bestia di Morisi) che ci hanno trasferiti tutti nell’età del narcisismo e dell’ incompetenza.
Nel primo ventennio del terzo secolo i Bronco72 o Vongola 50 hanno preso la parola e mandato in soffitta giornali e media tradizionali, competenti ed intellettuali, sostituiti da influencer e AI che ormai hanno spazzato via la Verità rendendo il falso non più distinguibile dal vero. Se oggi si può riprodurre la voce e il volto di qualsiasi persona attraverso i deepfake, è chiaro che l’umanità non può più ragionare sui fatti oggettivi o documentarsi per stabilire chi ha ragione o torto su una questione come avevano cominciato a fare gli illuministi dal 1688.
Lo schema tipico del wokeism (se sei forte, se hai qualche successo è perché sei complice della supremazia bianca e quindi dell’oppressione) è ormai assunto da una sinistra globale estremista-dirittista che nemmeno si preoccupa più di nascondere il proprio antisemitismo dietro la foglia di fico dell’antisionismo (a causa del suo antisemitismo il mediocre e wokeissimo leader laburista Jeremy Corbyn nel 2020 perse la segreteria).
Insomma le narrazioni diverse si sono azzerate e alla fine del 2023 abbiamo assistito, mentre è ancora in atto l’atroce guerra russa per conquistare l’Ucraina, a qualcosa di inimmaginabile. Eravamo convinti che l’umanità avesse raggiunto il suo punto più basso di abiezione quando i nazisti di Hitler accompagnavano nelle camere a gas gli ebrei per mandarli a morire. Ma il 7 ottobre Hamas è stato capace di uccidere ebrei, donne uomini e bambini indifesi, con una ferocia e un sadismo che finora solo in certi film l’umanità aveva rappresentato.
Tutto si è mischiato così velocemente e confusamente che ormai vedi per le strade del mondo inneggiare alla Palestina libera manifestanti lgbtqia+ che odiano l’America e Israele almeno quanto l’Iran, che però uccide omosessuali e donne senza il velo. Non solo destra e sinistra sono etichette senza più un contenitore dove attaccarle ma nella confusione generale mondiale non è più vero niente, forse solo il proverbio “il nemico del mio nemico è mio amico” mantiene una sua plausibilità.