Renato Franco sul Corriere racconta perchè Amadeus lascia la Rai per andarsene alla Nove. A 61 anni il conduttore ha deciso che non è disposto a sopportare ancora certe dinamiche, certe pressioni, certe sollecitazioni, neppure dal suo agente storico, ‘u cusentinu Lucio Presta. Questione anche di un certo status raggiunto sul campo, con cinque Festival di Sanremo consecutivi che si sono portati in dote un record dietro l’altro e quasi 100 milioni di euro l’anno di pubblicità. Prima dell’ultimo Sanremo, racconta Franco, mentre lui ragionava sulle canzoni migliori da portare sul palco, le pressioni erano continue: la richiesta di Povia (vicino alla Lega) nel cast dei cantanti in gara, la pretesa di infilare Hoara Borselli (area Fratelli d’Italia) in qualche modo come ospite, il tentativo di affiancargli Mogol (ancora FdI) come direttore artistico. Sforzi inutili, perché il conduttore li ha respinti al mittente; ma la prova che qualcosa era radicalmente cambiato intorno a lui. In mezzo anche una richiesta quasi fantozziana: un pranzo «di cortesia» con Pino Insegno, in realtà il modo di tirarlo per la giacca ancora una volta per dare — lui punta di diamante dei conduttori — una sorta di legittimazione esterna a Insegno che è rientrato in Rai con l’etichetta di «raccomandato» per i suoi rapporti diretti con la presidente del consiglio Meloni.
Ecco i raccomandati. Il cantante Povia, sul quale tralascio di dire qualcosa anche perchè sennò i bambini fanno oh (il suo più grande successo); Hoara Borselli ora opinionista senza opinioni per il Giornale e Porro dopo una vita da soubrette; il poeta delle calzette rosse Mogol che se non parla di Battisti non ha più niente da fare; e infine Pino Insegno, il doppiatore che invece di doppiare con la sua voce grandi attori stranieri fa l’imitatore e non ha capito che in tv l’audience è il suo nemico implacabile. Amadeus ha capito che con Salvini e Meloni deve passare la mano e farli andare a sbattere, per poi tornare richiamato come Cincinnato. E per chi non lo avesse ancora compreso, il potere vero per il Festival di Sanremo ce l’ha il direttore artistico, che sceglie cantanti e canzoni, non il presentatore. Il primo ha il potere di fronteggiare questuanti e raccomandati, il secondo legge il gobbo e deve avere solo resistenza fisica per fare 5 serate di 5 ore ciascuna.