(frasco) Un caso di cui i media si sono occupati poco o niente. Riguarda il Torino calcio, un pm, ed una ragazza vittima di porn revenge. Il proprietario del Torino e del Corsera è Cairo. Se la squadra fosse stata la Juve è facile immaginare che femministe, Travaglio, il parlamento, la Corte europea, l’Uefa, Zazzaroni, avrebbero fatto faville e dato il loro meglio.
(da Repubblica, Elisa Sola, 10/4/24) Dovrà trasferirsi a Genova (da Torino), e diventare giudice civile, e non più pubblico ministero, Enzo Bucarelli, il magistrato accusato di avere cancellato alcuni video intimi dal cellulare dell’ex giocatore del Toro Demba Seck, quando quest’ultimo era indagato per averli diffusi a terzi, all’insaputa della sua ex ragazza. Lo ha stabilito la sezione disciplinare del Csm – presieduta dal vicepresidente Fabio Pinelli e dai componenti Natoli, D’Ovidio, Cilenti e Fontana – che ha accolto la richiesta espressa alcuni giorni fa dal procuratore generale della Corte di cassazione durante il procedimento disciplinare.
L’inchiesta di Milano
Quella stabilita dal Csm è una misura cautelare. Non è definitiva quindi, ma resta valida finché a Milano non sarà concluso il procedimento penale che vede il magistrato torinese indagato per frode processuale e depistaggio. L’udienza preliminare è stata fissata a fine giugno.
La difesa di Bucarelli
Bucarelli ha sempre respinto ogni addebito. E ha sempre sostenuto di avere agito nel rispetto delle regole. Anche il suo “superiore”, il procuratore aggiunto Cesare Parodi, a capo del gruppo fasce deboli della procura di Torino, interpellato in merito alla gestione dell’indagine, la scorsa estate, da parte di un uomo della pg, per conto della ex capa della procura di Torino, Anna Maria Loreto, aveva riferito, all’agente della pg, che non avrebbe intravisto irregolarità nell’operato di Bucarelli.
Il video intimo cancellato ma non solo
Secondo quanto invece sarebbe emerso sia durante l’indagine svolta dalla procura di Milano, sia durante il procedimento disciplinare del Csm, Bucarelli avrebbe “depistato” l’indagine a carico di Seck per favorire il calciatore. E la contestazione più grave mossa dall’accusa contro Bucarelli, non sarebbe la cancellazione dei video dal telefonino di Seck, quanto l’atteggiamento che il pm avrebbe tenuto nei confronti di Veronica Garbolino, la ex di Seck. Il magistrato è accusato di avere detto alla ragazza – convocata dallo stesso Bucarelli – che i video girati di nascosto da Seck non sarebbero stati divulgati a terze persone, e che quindi il reato di revenge porn non sarebbe stato commesso dal calciatore.
La vittima convinta a non procedere oltre
Garbolino, oltre a ricevere un’informazione errata, sarebbe anche stata convinta dal pm “a non procedere oltre” contro il calciatore e a firmare una transazione economica con Seck, in cambio della remissione della querela. La firma di quell’accordo aveva fatto sì che il caso venisse definitivamente chiuso. In virtù di quella transazione Bucarelli aveva chiesto, a fine luglio, l’archiviazione del caso al gip. E il gip di Torino, a ottobre, aveva accolto la richiesta. Così Seck, nonostante ci fossero le prove del revenge porn, e nonostante avesse filmato di nascosto Garbolino, non è mai andato a processo, e non ci andrà mai.
Il team manager Pellegri a Juric: “Bucarelli ci aiuta”
In generale, secondo il Csm, Bucarelli avrebbe “agevolato” il calciatore in vari modi. Anche avvisando Marco Pellegri, team manager del Torino, dell’imminente perquisizione (del febbraio 2023) a carico di Seck presso la sede della società calcistica. E poi cancellando i file, video compresi, dal cellulare di Seck. Ci sono dei messaggi, in particolare, considerati significativi, inviati da Pellegri a Ivan Juric tra il 20 e il 21 febbraio scorso.
“Se non fa il coglione… La mettiamo a posto… Lui molto disponibile e comprensivo… Deve solo requisire il cellulare per un giorno, devono scaricare quello che hanno dentro… Il pm è un mito….Sta cercando di aiutarci… I due poliziotti sono più fiscali”.
Il csm: “Da Bucarelli grave pregiudizio: trasferitelo”
Gli agenti fiscali sono quelli che, dopo avere notato alcune presunte irregolarità nel comportamento di Bucarelli, avevano scritto una segnalazione al procuratore di Torino, che l’aveva a sua volta inviata, per competenza, alla procura di Milano, che aveva quindi avviato l’inchiesta. Dunque, la “gravità” del comportamento del magistrato, secondo il Csm, avrebbe determinato un “grave pregiudizio per l’immagine della magistratura nel suo complesso”. Ecco perché, secondo la sezione disciplinare, l’unica misura adeguata nei confronti del pm sarebbe quella del trasferimento di sede in altro distretto, per “segnare una netta cesura rispetto al contesto territoriale e professionale in cui la condotta è maturata”.