Se uno volesse avere un quadro reale dello sfascio della situazione amministrativa italiana dovrebbe solo andare su Google e fare una ricerca con tre paroline ” concorso presidi scandalo“. Ne ricava una sequenza infinita di notizie su tutti i concorsi fatti per reclutare dirigenti scolastici nessuno dei quali e’ terminato senza l’intervento della magistratura. L’impossibilita’ pratica di riuscire (o saper) organizzare un concorso e le sue fasi (selezione preliminare, prove scritte, orali), sia a livello regionale che nazionale, senza che alla fine debba intervenire un pm per instaurare un contenzioso e valutare eventuali irregolarita’ o reati, e’ ormai un fatto storico e capire perche’ questo avvenga forse sarebbe necessario per avere un quadro esatto del funzionamento del nostro stato apparato.
Se tu stato non riesci ad organizzare neppure un concorso con 2500 partecipanti ai quali somministrare in 120 minuti quesiti computer based con risultato oggettivo, e’ chiaro che sei incapace di organizzare prove concorsuali piu’ complesse o appalti o procedure per acquisti o per reclutamento del personale. Eppure e’ cosi’.
Il giorno 8/5/24 Repubblica titola: ” Puzza di fogna, piccioni tra i banchi e ore di attesa, il concorso per i presidi è un incubo: “Calpestata la dignità umana”“. Duemila e 500 candidati alla Fiera di Roma per diventare dirigente scolastico. La rabbia dei sindacati: “Inaccettabile caos organizzativo”.
Prima di leggere l’intero articolo che riporto in calce, osservate alcune notizie sui concorsi per dirigenti che Google riporta sulla base della ricerca ” concorso presidi scandalo”.
24/11/22 Orizzonte scuola. Concorso dirigenti scolastici, funzionari del Ministero avrebbero pilotato i risultati: 13 indagati.
14/12/21 -Oggi Scuola- Concorso presidi, lo scandalo: “Un quinto degli scritti alterato”. “A dirigere gli istituti non ci sono i migliori”.
16 Luglio 2021 Aldo Torchiaro- Il riformista- I compiti non erano anonimi. Il concorso per presidi era truccato, tutti i documenti che dimostrano le anomalie.
4/8/2019, La tecnica della scuola- Concorso dirigenti scolastici, quello che i media non dicono…
31 maggio 2019, Elena Testi-L’Espresso- Concorso presidi, uno scandalo tutto italiano. Commissari ubiqui, preveggenza, risultati anticipati sui social, software impazziti. E parlamentari candidati. Il concorso per i nuovi dirigenti scolastici è sommerso da ricorsi. E c’è il rischio di dover ripartire da zero.
Mi fermo qui perche’ si tratta di sapere che non c’e’ mai stato un solo concorso per presidi conclusosi senza lo strascico di contenziosi finiti davanti alla magistratura. L’immagine piu’ nitida dello stato dell’arte della pubblica amministrazione italiana a mio parere resta la seguente: c’e’ stato un concorso anni fa mi pare in Lombardia dove dopo il suo espletamento si accorsero che le bustine contenenti i nomi di ciascun candidato rivolte verso una fonte di luce erano trasparenti per cui il nome si leggeva. Non so se la cosa fosse stata architettata oppure fosse solo casuale, ma certamente dimostra plasticamente come nella PA ci siano incompetenti. Il che non significa nulla perche’ non e’ che tutti siamo uguali e magari gli incompetenti sono pochissimi. Dimostra pero’ che operazioni delicate vengono delegate a incompetenti ai quali, una volta scoperti quali e quanti danni hanno provocato, semplicemente non succede nulla. Almeno questo mi disse una volta un collega preside emiliano il quale fu chiamato in Lombardia dopo un concorso sul quale si era aperto un contenzioso. Per farlo finire lo incaricarono in tutta fretta di correggere nuovamente le prove scritte in un tempo limitato e per far questo egli doveva lasciare la scuola che dirigeva e stabilirsi a Milano. Al che il mio collega si disse disponibile a dare una mano ma chiese cosa sarebbe successo dopo che avesse completato le operazioni. Sarebbe tornato a dirigere la sua scuola? No, gli dissero, a questo non ci abbiamo pensato, ma certo non sara’ possibile, le troveremo un’altra scuola. Al che il collega concluse: a queste condizioni non ci sto, trovatevi un altro. Mi chiamate per sanare un’emergenza e alla fine l’unico a perderci sono io.
Questo e’ un esempio dell’ottusita’ della burocrazia (in questo caso periferica) che e’ paragonabile ad un giocatore di scacchi il quale fa una mossa e riesce solo a prevedere la mossa successiva dell’avversario. Ogni burcrate per definizione non riesce né ad affrontare gli imprevisti né a pre-vederli. Cosi’ come un buon giocatore di scacchi (o un politico o un amministratore) e’ tale se per ogni mossa che fa riesce a prevedere la sequenza delle azioni/reazioni, delle mosse successive dell’avversario e sue, sino a capire cioe’ l’andamento dell’intero incontro, il burocrate e’ efficiente se ha questa capacita’ di previsione, e non vive giorno per giorno, mossa per mossa, senza una visione d’assieme. Il caos avvenuto alla Fiera di Roma l’altro giorno dimostra appunto quel che sto dicendo, l’incapacita’ dei burocrati che hanno organizzato la prova (il Formez) di guardare al di la’ del proprio naso, di prendere in considerazione seriamente e dettagliatamente le due fasi delicate della prova: l’ingresso e l’uscita dei candidati ovvero il check-in e il check-out, la loro registrazione (con l’assegnazione del posto e del materiale) e la consegna.
(Salvo Intravaia, Repubblica) Svenimenti, attacchi di panico e andirivieni di ambulanze a soccorrere chi ha accusato malesseri. Sembrano le scene di un incidente stradale, un terremoto o di una crisi di dimensioni maggiori. E invece si è trattato di un semplice concorso per diventare dirigente scolastico. I circa 2mila e 500 candidati alla prova scritta del concorso riservato per diventare preside, gestito da Formez e svoltosi a Roma il 6 maggio, non dimenticheranno facilmente la giornata trascorsa tra tempi d’attesa biblici, postazioni carenti, puzza di fogna, condizioni igieniche al limite, piccioni che svolazzavano fino a svenimenti e attacchi di panico. La prova scritta del concorso straordinario per dirigente scolastico, in altri termini, è tutta da dimenticare. I partecipanti definiscono l’esperienza di quelle che “calpesta la dignità umana”. Una organizzazione certamente non impeccabile.
Una giornata da incubo
A raccontare l’avventura sua e di tanti altri partecipanti Maria e Pietro (nomi di fantasia). “Sono partita il giorno prima da Palermo in aereo – spiega – per evitare di arrivare in ritardo, pernottando nella Capitale. La mattina alle 8:30 ero già dietro il portone del padiglione 7 della Fiera di Roma, dove è prevista la prova scritta”. Ma c’è chi è arrivato addirittura un’ora prima. “Per liberarmi dalla tensione e dallo stress del viaggio e per affrontare serenamente una prova concorsuale che attendevamo da cinque anni – racconta Pietro – sono arrivato a Roma sabato scorso, due giorni prima. E lo stesso hanno fatto tantissimi miei colleghi. Una trasferta, per tutti noi, costosissima, considerate pure le spese di trasporto, vitto e alloggio”. L’apertura dei portoni è prevista per le 10:30. L’orario viene rispettato, ma poi inizia il delirio. “Nonostante i 2 mila e 500 candidati, i ragazzi della vigilanza con stupore si chiedevano il perché non avessero provveduto a operare in almeno due padiglioni”, continua Pietro. “Dopo l’apertura delle porte, inizia la procedura di identificazione – aggiunge Maria, ancora provata da quella esperienza – che si prolunga oltre ogni ragionevole motivo. Lei, una delle prime all’ingresso, viene identificata attorno alle 11:30, un’ora dopo”. Ma per identificare tutti i partecipanti passa del tempo. “La lentezza delle operazioni di registrazione – riferisce il collega – le lunghe code presso le tre postazioni di servizi igienici interni al predetto padiglione, la mala organizzazione per la quale si levavano urla e proteste dei candidati , che battendo le mani sui banchi gridavano “Vergogna, vergogna!”, chiedendo l’intervento dei carabinieri”.
Nel caos generale, i singoli prendono posto nei banchi singoli predisposti per la prova. E presto ci si accorge che circa 120 aspiranti sono in più rispetto a quelli preventivati. Mancano, in altre parole, 120 banchi e occorre trovare il posto per fare svolgere loro la prova. All’inizio, gli addetti alla vigilanza invitano i futuri presidi vengono invitati a sedersi per terra. E scoppia la protesta. Nel frattempo c’è chi scoppia a piangere in preda a una crisi di panico, altri perdono i sensi per la tensione e i lunghissimi tempi d’attesa.
Gli organizzatori chiamano i soccorsi e intervengono più ambulanze. In fretta e furia si cercano i banchetti mancanti e verso le 14:30 prende il via la prova scritta che si conclude attorno alle 16:30. E inizia un’altra follia: il check-out. I candidati devono attendere gli addetti che devono abbinare la prova al candidato. I candidati si recano verso il tavolo della commissione e si crea una ressa incredibile. I tempi si allungano e Maria realizza che potrebbe perdere il volo di rientro per Palermo: per una prova che doveva iniziare verso le 11:30 aveva prenotato un volo per le 18:30. Attorno alle 17:15 riesce a terminare la procedura di abbinamento e scappa verso l’aeroporto, dove arriva col volo già chiuso. Per fortuna l’aereo parte in ritardo e dopo diverse insistenze riesce a fare riaprire il gate e imbarcarsi. “Una organizzazione pessima. La nostra dignità umana è stata calpestata. E non sappiamo ancora come sia andata la prova”.
I dubbi sulla procedura
La selezione è riservata a tutti coloro che parteciparono al concorso a preside bandito nel 2017 e che hanno un contenzioso aperto per essere stati esclusi alla prova scritta o alla successiva prova orale. I 2mila e 500 concorrenti di lunedì scorso sono stati esclusi allo scritto e successivamente si sono rivolti al Tar. La prova scritta, computer-based, consisteva in 100 domande a risposta multipla da svolgere in 120 minuti. Al momento dell’identificazione, ai partecipanti veniva messo un braccialetto con un QR-code. E dopo essere stati identificati veniva loro consegnato un tablet di una nota marca. Per partecipare, gli interessati hanno dovuto pagare 350 euro a testa, quasi il costo del tablet. A fine procedura, i responsabili abbinavano la prova scritta al QR-code del braccialetto e quindi al candidato.
La rabbia dei partecipanti
La prova al computer con domande a risposta multipla si corregge automaticamente. E l’esito, come avviene per gli attuali concorsi Pnrr viene dato subito dopo la prova. “Come mai a distanza di 24 ore non sappiamo ancora nulla?”, si domandano Maria e tutti gli altri partecipanti. Un altro dubbio riguarda l’identificazione. “Ci siamo presentati con la lettera di convocazione, che riportava un QR-code, e il documento d’identità. All’ingresso ho esibito il documento e mi hanno messo il braccialetto. E solo dopo essermi seduta mi hanno chiesto di esibire la lettera. Avevamo, insomma, due QR-code. Come faccio a sapere se il mio compito è stato abbinato a me? Non avremmo dovuto firmare accanto agli estremi del nostro documento?”.
Le reazioni
“Inaccettabile caos organizzativo – tuona Giuseppe D’Aprile, a capo della Uil scuola – chiederemo chiarimenti. Stiamo ricevendo da ogni parte d’Italia – continua – una serie di denunce per quanto accaduto nella giornata di ieri durante il concorso riservato per dirigenti scolastici svolto in condizioni inappropriate”. Antonello Giannelli, presidente di Anp, non va troppo per il sottile. “Ormai è da anni che queste procedure concorsuali, sia per i dirigenti sia per i docenti, sono fallimentari e creano un contenzioso enorme. Probabilmente tutto ciò che è accaduto alla Fiera di Roma produrrà altro contenzioso. Noi da tempo abbiamo una posizione in merito: ad assumere i docenti dovrebbero provvedere i dirigenti scolastici e anche per i dirigenti auspichiamo una procedura di questo tipo”. A superare la prova, quasi l’85% dei 2.321 partecipanti. “Le disfunzioni di cui stiamo avendo notizia – dichiara il ministero dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara – sono inammissibili e, per questo, ho disposto che gli Uffici ministeriali acquisiscano immediatamente tutti gli elementi necessari per individuare, tra i vari enti competenti per la procedura, quelli cui siano addebitabili i problemi riscontrati, affinché ne possano rispondere”.