Grandi celebrazioni per gli 80 anni del D-Day. Tutto come in un film di Spielberg: la cerimonia a Omaha beach. I paracadutisti. I veterani che arrivano accolti da Macron come eroi. Il tappeto di croci bianche sull’erba a Colleville-sur-Mer, lì dove inizia “Salvate il soldato Ryan”. Come sempre, ma adesso anche un po’ di più, un gran senso di gratitudine e riconoscimento per quella “generazione straordinaria”, come l’ha chiamata Rishi Sunak. Ma di fronte a questa parata di anziani e reliquie e icone della World War Two è facile anche immaginare i commenti degli attivisti di oggi: la Normandia è roba da boomer. Tutti vecchi. Tutti maschi, bianchi, privilegiati, etero (vabbè quello va’ a capire). “Uniti contro la tirannia”, ha detto re Carlo, che poverino non ha proprio la tempra e l’occhio della tigre di Eisenhower in quelle foto pazzesche dove motiva i soldati prima dello sbarco e sembra Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”.
Quanto a noi altri, da tempo ahimè non siamo molto “uniti contro la tirannia”. Non è difficile immaginare come sarebbe stato un D-Day coi social. Un D-Day con la “sensibilità attuale”, con le parole d’ordine, il lessico di oggi e l’idea che la tirannia più spietata sia sempre quella occidentale. Ecco l’operazione “Overlord” come allargamento della Nato. Una provocazione americana in un’Europa che nel “Vallo Atlantico” del Terzo Reich stava comunque trovando un suo equilibrio. Subito grandi manifestazioni pacifiste. Condanna per qualche bandiera con la svastica ai cortei e inni ai martiri resistenti delle SS. Abbassare i toni. Serve una trattativa! Non si può battere Hitler! Scatenati gli antifa su X. Gli alleati bombardano scuole, licei, ospedali. Lo dice la Wehrmacht. Lo conferma il ministro Goebbels con un video su TikTok. Sarebbe questa la famosa “democrazia occidentale”? All Eyes on Dresda. Flash mob, staffette, catene umane da Aosta a Lampedusa, hashtag #nosbarco. (segue nell’inserto IV)
Odifreddi, Ruotolo, Ginevra Bompiani, Montanari contro l’invio di armi in Normandia. “Se la nostra forza diventerà un partito? Vedremo”, dice Santoro in tv. “Eisenhower è un criminale di guerra” suggerisce Orsini. “Autorizzeremo solo armi non offensive” spiega Conte in Parlamento. Plauso dei sindacati: venerdì sciopero generale contro lo sbarco. Qui c’è anche un’intera costa deturpata dal capitalismo predatorio e belligerante. Una marea di plastica e petrolio finita nell’oceano. Un trauma per le balene, i delfini, le celebri conchiglie “Saint Jacques” di Port-en-Bessin. Tonnellate di CO2. Sostanze tossiche. E’ il giorno più lungo per il clima. Vogliamo dirlo? Genocidio ambientale. Proteste e tende nei campus. “Il soggetto occidentale binario, coloniale, eteronormato, vuole imporre il dominio del capitale plutogiudaicomassonico attraverso un’abominevole guerra d’invasione che non risolve le pur evidenti anomalie del Terzo Reich”. From the river to the sea un’Europa Juden free! Applausi dei professori. I rettori sospendono le collaborazioni con gli atenei del Commonwealth. Sfilate #queerforhitler su Instagram.
S’apre nel frattempo tutto un filone complottista. E’ se fosse tutto un fake? Girano su Facebook le foto di aerei e carri armati gonfiabili, quelli usati per depistare i nazisti e ingannare i radar. Lo sbarco non c’è mai stato. E’ un’immagine generata dall’IA. Anzi no, l’ha girato Spielberg in un hangar dell’Area 51. E’ un caso che sia un regista ebreo? Non credo. Ecco. Tra le fortune di Eisenhower in quella mossa azzardata, in quella scommessa contro il tempo e contro il meteo c’era anche questa: non c’erano i social. Non c’erano un’opinione pubblica e una falange di campus uniti e compatti nello sdegno per l’occidente capitalista, patriarcale, colonizzatore. Dai e dai i nazi coi social chissà, ce l’avrebbero anche fatta.
FRANCESCO CUNDARI Titolo del Fatto quotidiano di oggi: «La Nato fa il D-Day anti-russi». Il riferimento, s‘intende, è al solenne discorso tenuto per l’occasione da Joe Biden, che ha collegato esplicitamente l’intervento americano nella Seconda guerra mondiale all’impegno di oggi nella difesa dell’Ucraina. Un collegamento tanto più legittimo e necessario, nella misura in cui la principale giustificazione dell’invasione russa consiste nella ridicola teoria della de-nazificazione. Qualcuno però si è chiesto come sarebbe andata a finire se invece di sbarcare in Normandia gli americani si fossero limitati a inviare armi. Figuriamoci poi se quelle armi gli alleati non avessero potuto utilizzarle in territorio tedesco. Ma si capisce che erano altri tempi. Altri politici, altri generali, altri giornalisti.