Ogni volta in occasione delle elezioni europee la fiera delle vanita’ comincia appena le urne sono state chiuse e dura qualche settimana.
A maggio 2014 il Partito democratico, di cui Renzi all’epoca era segretario, prese 11,2 milioni di voti, il 40,8 per cento sul totale, staccando di oltre 5 milioni di voti e quasi 20 punti percentuali il Movimento 5 stelle, arrivato al secondo posto.
Nel 2019 la Lega arrivo’ sopra il 34%. Il 27/5/2019 sui giornali si leggeva: voto europeo consegna la fotografia di un grande ribaltone: la Lega di Matteo Salvini vola e compie un sorpasso storico diventando il primo partito italiano abbondantemente sopra il 34% (primo partito nel parlamento Ue), scalzando i compagni di governo del M5S che crollano miseramente intorno al 17% rispetto al pieno elettorale delle Politiche di 14 mesi fa. Ma è in generale il paese Italia a virare decisamente a destra, con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni che cresce oltre il 6% e la solita vecchia Forza Italia che balla tra l’8 e il 9 per cento. Insieme la destra italiana, variamente assortita, oscilla tra il 45 e il 50% dei consensi.
Le elezioni europee del 2004 rimarranno nelle cronache politiche per l’exploit di Lilli Gruber e, in misura minore, di Michele Santoro. I due giornalisti Rai scesero in campo in aperto contrasto al governo Berlusconi, a seguito di numerosi dissidi, esacerbati dal celebre “editto bulgaro” del 2002 dove il premier aveva criticato l’operato di Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi. L’attuale conduttrice del talk su La7 “Otto e mezzo” primeggiò nelle elezioni raccogliendo ben 795mila preferenze nella circoscrizione dell’Italia centrale dove era la capolista di Uniti per l’Ulivo. Un risultato clamoroso che doppiò le preferenze ottenute, nella stessa area, proprio da Berlusconi.
Nel 1999 Forza Italia arrivo’ al 30,94%, la lista Emma Bonino nel 1996 arrivo’ all’8,46%, l’Ulivo al 31% nel 2004, Di Pietro al 7,99% nel 2009, e il quadro e’ completo.
Le elezioni europee in Italia sono un gioco di prestigio, un tana liberi tutti per gli umori del momento, basta saper aspettare 5 anni e quel che e’ stato non solo non si ricorda piu’ ma sembra proprio che non ci sia stato. I vincitori gongolanti di questo 2024, Meloni (28,8), Schlein (24), Verdi-Sinistra (6,68), si godono le loro vittorie che non si chiamano piu’ di Pirro (re dell’Epiro, una regione dell’Albania) ma vittorie alle Europee. Sono vittorie ottenute ad un prezzo troppo alto per il vincitore tanto da condurre alla sconfitta finale, perche’ i vari Bonino, Renzi, Salvini, uscirono di senno e cinque anni dopo erano ben poca cosa.