Patrizia (ma preferisce farsi chiamare Patty) Torchia (1985), storyteller, reporter, conduttrice, è lametina, figlia di Valentino Torchia, commercialista e gia’ professore dell’Istituto professionale Einaudi. Inizia a SkyTG24 come reporter e conduttrice, poi nel 2014 si trasferisce in Brasile a Rio de Janeiro dove segue i mondiali di calcio dello stesso anno e le Olimpiadi del 2016 per conto della Rai. Dopo il Brasile c’è l’Oregon, negli Usa, dove contribuisce alla nascita di Listeners, il primo podcast dell’Agora Journalism Center di Portland. E’ autrice del podcast In-Differenze su Storytel. Oggi lavora nella redazione di Otto e mezzo (Marco Caparrelli caporedattore, 5 autrici e 2 produttrici) , il programma di approfondimento politico di Lilli Gruber su La7, e collabora con il magazine Fortune Italia. Sul gruppo che collabora con lei la Gruber nel 2021 ha detto: “Ma certi risultati si ottengono non solo col carattere ma con una squadra forte e giovane, composta per più della metà da donne in redazione. Un gruppo colto, che parla molte lingue e segue ciò che avviene nel mondo: il coautore Marco Caparrelli, che ha 45 anni, il giovane regista Luciano Fontana, che ha lavorato negli Usa, la sicurezza de “Il Punto” di Paolo Pagliaro. E poi i tecnici, la produzione, il resto della squadra”.
Questa e’ una sua vecchia intervista di “Il viaggio magico” quando ancora lavorava a Sky Tg24.
Qual è l’ aspetto principale del tuo carattere?
Da buona calabrese, sono molto testarda. E’ la mia caratteristica principale, nel bene come nel male. Poi sono molto esigente con me
stessa. Provo a dare sempre il massimo, devo essere sicura, alla fine, di aver fatto il possibile.
La qualità che apprezzi di più in un uomo?
L’ indipendenza. Mi piacciono gli uomini che sanno andare avanti da soli e non si aggrappano alla propria donna. Poi quelli determinati.
Se hanno in mente un obiettivo, voglio vederli impegnati nel raggiungerlo. Non mi piacciono gli uomini che si abbattono, che sembrano
vittime dell’ universo.
Cosa ti piace fare nel tempo libero?
Nel tempo libero faccio molto sport. Ho giocato a tennis a livello agonistico per otto anni. Poi ho dovuto lasciare perchè l’ agonistica non
era conciliabile con gli studi all’ università. Da quel momento ho abbandonato il tennis perchè non mi piaceva giocare a livello amatoriale.
Faccio pallavolo, vado in palestra e a correre. Secondo me lo sport è un modo di mostrare se’ stessi ed è il modo migliore per conoscersi.
Com’ è nata la tua passione per il giornalismo? Quali sono stati i tuoi inizi?
La mia passione è nata alle scuole medie, quando ho iniziato a chiedermi “cosa farò da grande?”. Io sono curiosa, soprattutto di cronaca.
Scrivevo temi lunghissimi e avevo sempre voti alti nelle materia letterarie. Così un giorno, avevo 13/14 anni, ho capito che volevo fare la
giornalista. Ricordo quando lo dissi ai miei genitori, mi guardarono in modo come per dire: “vai a fare i compiti!”.
Ho iniziato a 17 anni, in un giornale di Lamezia Terme che si chiamava Reportage. Poi ho lavorato per Il Quotidiano della Calabria,
dove scrivevo di cronaca. In seguito ho fatto uno stage a Lady Radio, a Firenze, dove mi occupavo di cronaca e politica locale.
Quindi mi sono iscritta all’ Università libera di Bruxelles, dove con il progetto Erasmus ho lavorato all’ ufficio stampa del parlamento
europeo e ho scritto per il giornalino dell’ università.
Dopo la laurea sono tornata in Italia. A maggio 2008 ho iniziato uno stage a SKY TG24, a Roma. Ho lavorato per “Reporter Diffuso”,
che adesso si chiama “Io Reporter”, poi al Tg pomeriggio. Terminata questa esperienza, ho iniziato a scrivere per Libera Informazione.
Di lì a poco mi hanno offerto il praticantato nella redazione di Sky Tg24 di Milano.
Gli aspetti positivi e quelli negativi, se ce ne sono, del tuo lavoro.
I negativi sono gli orari. Sono massacranti, però il sacrificio si fa quando ti piace fare una cosa.
Tutti gli altri sono aspetti positivi: fare il mio lavoro, fare quello che mi è sempre piaciuto, realizzare il sogno della mia vita.
Secondo te quali sono le qualità per essere una brava giornalista?
Prima di tutto la correttezza. Intendo dire verificare le notizie, non strumentalizzarle ed essere corretta con i colleghi e con la gente che
ti ascolta. Poi devi essere attenta a non farti sfuggire nessun dettaglio e devi essere coraggiosa. A Sky Tg24 quasi tutti i conduttori
sono stati inviati in zona di guerra. Inoltre, la vera giornalista ricerca le informazioni, trova e verifica le fonti, cerca di ricostruire le
storie con pochi elementi. Per fare questo, secondo me devi essere coraggiosa.
C’ è un giornalista o una giornalista che ti piace, professionalmente parlando, a cui ti ispiri?
I miei miti sono Indro Montanelli, Ryszard Kapuscinski, ho letto tutti i suoi libri, e Oriana Fallaci, di cui mi piace il modo di scrivere.
Per quanto riguarda i giornalisti di oggi, ammiro Ferruccio De Bortoli.
Altro esempio da seguire è sicuramente Marco Travaglio. Senza se e senza ma.
All’ interno della redazione ci sono giornalisti come Luigi Casillo, che è il mio mentore, poi Roberto Inciocchi, Gianluca Semprini e
Renato Coen, mentre tra le donne posso citare Chiara Cerqueti, Federica de Sanctis e Olivia Tassara.
Infine Lilly Gruber, che ho conosciuto a Bruxelles quando era eurodeputata. L’ ho intervistata e ho fatto la tesi su di lei.
Diciamo che più che un esempio è stata uno stimolo. Mi ha dato la forza di combattere e andare avanti. Mi diceva: “sei agli inizi,
ma vedrai che andrai avanti”.
Oltre alla conduzione del Tg, ti occupi anche di lavoro in redazione e di ricerca delle notizie come inviata.
C’ è un argomento di cui ti piace occuparti, in particolare?
La cronaca, moltissimo. Inizia a piacermi la cronaca giudiziaria, che in verità non ho mai seguito. Ci sono colleghi molto più esperti
di me a Milano. Tiziana Prezzo per me è un esempio. E’ un’ ottima professionista, molto preparata e sulla giudiziaria può insegnare
a chiunque. Mi piace anche la politica, ma solo se posso fare reportage su un disegno di legge o su un’ interrogazione parlamentare.
Insomma quando mi occupo veramente di politica e non di gossip…Ma tra i due argomenti, scelgo la cronaca.
Data la tua predilezione per la cronaca, come giudichi il modo di affrontare gli ultimi casi di nera da parte dei media?
Dipende dai media. Pessimo da parte di quelli che hanno strumentalizzato storie come quella di Yara Gambirasio. Positivo da parte
nostra: abbiamo coperto le notizie quando c’ erano, senza fare “la posta” davanti casa dei genitori. Mentana dice: “il giornalismo è
dare il pane alla gente”. Se il pane non è buono, è meglio non darlo.
Preferisci di più lavorare in esterna o condurre il Telegiornale?
Lavorare in esterna, assolutamente. Come dicevo, sono appassionata di cronaca e curiosa per natura, per cui mi piace andare fino
in fondo alle cose. Quando segui una storia, i dettagli li sai solo tu, per questo la gente ti ascolta. Così puoi dire che stai facendo il
tuo lavoro: stai andando in fondo alle cose, stai cercando le fonti, le stai verificando. Il carabiniere che intervisti non potrà mai dirti
tutto quello che sa, sei tu che devi impegnarti a cercare e capire.
Qual’ è l’ intervista o il servizio che ricordi con più piacere?
Sicuramente il servizio sullo spaccio e il consumo della cocaina a Milano, “Milano in bianco”, che mi ha fatto vincere il Premio Vergani,
per questo lo ricordo con piacere. Poi il reportage che ho fatto dalla Calabria quando ci fu la frana di Maierato.
Un altro bel lavoro è stato uno speciale sullo stalking, “Stalk show”, che ho fatto insieme a Stefano Sassi. Ci siamo impegnati molto
ed è venuto un bellissimo lavoro.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi professionali?
Sono giovane e ho voglia di fare più esperienza sul campo e in conduzione. Poi mi piacerebbe molto diventare corrispondente dal
Sudamerica. Non abbiamo sedi lì, per questo al momento rimane un sogno. Il Sudamerica non è abbastanza coperto dall’ Italia
a livello giornalistico e secondo me è un peccato. Poi ho una passione incontenibile per il Brasile!