14 giugno 2024. A tutti gli smemorati lametini vorrei ricordare, per fare un solo esempio calabrese, come Cosenza nel giugno 2015 risolse il problema delle baracche dei rom sul fiume Crati. “Il comune spiana il campo rom di Cosenza: “Distrutti i loro beni personali””. (Redattore sociale, 2015) Quasi completato lo sgombero della baraccopoli di 700 persone sul fiume Crati, tra accuse di violazioni dei diritti umani e di discriminazione razziale. I rom trasferiti nella “caldissima e promiscua tendopoli, dove ancora non si può nemmeno cucinare”. Ad onore del vero la eliminazione della baraccopoli non ha eliminato la presenza rom per i cittadini di Cosenza. (LaC news) I furti d’auto erano il loro pane quotidiano al pari di altri reati minori. Un recinto in cui sembravano confinati senza possibilità d’uscita. Vent’anni sono stati sufficienti ai gangster di etnia rom per imporsi sulla scena criminale della provincia di Cosenza. Poco più del doppio, invece, è il tempo da loro impiegato per raggiungere livelli che nessuno avrebbe mai pronosticato e che li ha portati a trafficare persino con i broker internazionali della droga e delle armi. È il parziale epilogo di un gioco, crudele e pericoloso, che va avanti da quasi mezzo secolo.
Veniamo ad oggi a Lamezia.
“Soliti incendi, quindi, stesso copione: sui social tutta la disperazione e la frustrazione dei cittadini lametini, con il fumo – peraltro a pochi passi dall’ospedale – che ha “rovinato” uno dei giorni più attesi dell’anno con la processione del Santo Patrono. Dai richiami alla responsabilità dei cittadini (pochi) ai messaggi rivolti a sindaco e amministrazione comunale, accusati di non essere stati capaci, finora, di azzerare il “problema” Scordovillo. E poi i consueti attacchi politici, a cominciare da quello del PD di Masi.”( Curcio, Corrieredellacalabria)
Il segretario grillino del pd lametino ha detto: “La questione Rom non può essere risolta con i proclami, ma con un processo collettivo e sistemico di tutta la comunità amministrata“. Se qualcuno riesce ad interpretare questa frase facciamo un passo avanti. Piu’ chiaro il deputato della Lega X Factor Furgiuele:
“Sono indignato per le conseguenze dell’ennesimo incivile rogo appiccato ieri nel solito campo rom di Scordovillo, del quale lo Stato non riesce a riappropriarsi, anche per evidenti svarioni amministrativi e istituzionali. Avevo chiesto al Prefetto di Catanzaro mesi fa con una pec, e poi a mezzo stampa, di valutare l’opportunità di presidiare quella enclave di illegalità con un’aliquota di personale militare rientrante nell’operazione ‘Strade sicure’. Ebbene a questa mia accorata, nonché reiterata richiesta non si è mai voluta dare una risposta di senso compiuto. In compenso abbiamo assistito a convocazioni di tavoli, tavolozze e tavolini, anch’essi andati in fumo insieme ai proclami regionali, comunali e prefettizi. Quel che allarma è che anche il bene fiducia dei cittadini verso i governi regionale e comunale sta andando in fumo. Qualcuno ancora oggi stenta a capire che c’è bisogno di atti concreti per disinnescare la bomba ecologica di Scordovillo”. Atti concreti, quindi, ma dopo 50 anni quali?
Il 4 maggio 24 scrivevo (Nuovo incendio a Scordovillo. Premiateli):
Enormi disagi. Quanti anni sono? La domanda che Lamezia non riesce ancora a porsi dopo tanti anni e’ la seguente: a chi ha appiccato il fuoco, succede qualcosa? No, niente. Anzi, tutto il contrario. Una quarantina di milioni saranno spesi per dar loro una abitazione civile. Ma nel frattempo, possono ancora delinquere? La questione e’ ormai chiara ed e’ politica. O si stabilisce che i poveri possono delinquere e bruciare una citta’ a loro piacimento, e lo possono fare perche’ sono poveri. Oppure si stabilisce che le leggi vanno rispettate da tutti anche da parte dei poveri.
Se tutte le forze politiche lametine sottoscrivessero alla unanimita’ queste mie 9 righe, lo Stato (Forze dell’ordine, magistratura, Ministro degli Interni, prefetti) sarebbe messo in mora per intervenire a Scordovillo. Nell’estate 2023 undici rom sono stati condannati con il rito abbreviato nell’ambito del procedimento “Quarta Chiave”, nata dall’operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro contro un’organizzazione che gestiva abusivamente un maxi traffico di rifiuti a Scordovillo. Al di la’ di questo non mi risulta che qualcuno sia stato condannato per gli incendi. Prima mandi in prigione, processi e condanni quelli che appiccano gli incendi e poi gli dai una casa, non il contrario.