Davide Tavernise, consigliere regionale del M5S, lavora da anni al caso di medici e infermieri “imboscati” nella sanità calabrese. Ha recuperato dati, spesso vincendo le ritrosie di Aziende sanitarie e ospedaliere, e contribuito a illuminare un fenomeno che pesa molto su servizi sanitari già provati da un lungo commissariamento. Alla luce del suo impegno sulla questione, Tavernise commenta l’uscita del governatore Roberto Occhiuto che, oggi, ha tirato fuori i numeri (1000) degli inidonei in un video pubblicato sui social.
«Finalmente – esordisce il consigliere regionale – dopo 3 anni da presidente di Regione e, soprattutto, da Commissario ad Acta per l’attuazione del Piano di Rientro dai Disavanzi del Servizio Sanitario della Regione Calabria, Roberto Occhiuto scopre l’acqua calda, ossia che esiste il fenomeno dei cosiddetti “medici imboscati”. A dire il vero, per il momento il governatore si limita agli “infermieri imboscati” (dovremo aspettare qualche altro anno per una maggiore comprensione del fenomeno? ) senza entrare ancora nel merito di un problema la cui entità, fino a poco tempo fa, era sconosciuta alle stesse aziende sanitarie, e fino ad oggi – evidentemente – al presidente della Regione Calabria».
Per Tavernise «Occhiuto scopre dell’esistenza di questo fenomeno nel momento in cui decide di assumere nuovi infermieri ma dalle Asp gli comunicano che ne avrebbe potuto assumere solo 7, perché tutti i posti sono già occupati, anche se le corsie restano vuote. Sarebbe bastato, al presidente e commissario alla sanità, dare un’occhiata ai dati che ho raccolto in questi due anni di mandato e che ho reso pubblici, per capire che il problema non riguarda solo gli infermieri, ma anche i medici e gli Oss che, a torto o a ragione, nessuno vuole portare avanti una caccia alle streghe, si trovano a svolgere mansioni diverse da quelle per le quali sono stati assunti, generando l’overbooking di assunzioni pur avendo gli ospedali sottodimensionati di personale medico e paramedico effettivo».
Il consigliere cinquestelle sottolinea poi, che il governatore non ha pensato prima a «fare una rigorosa ricognizione presso tutte le aziende sanitarie per avere la cifra esatta di questo fenomeno o elaborare una proposta politica da portare in Consiglio o nella Commissione competente».
Tutt’altro: il suo primo pensiero «è stato denunciare il tutto con il solito video sui social, annunciando azioni legali abbastanza fumose. La Calabria, per questo fenomeno diffuso, potrebbe addirittura detenere un record nazionale e dal presidente della nostra regione ci saremmo aspettati una sana collaborazione con chi si sta occupando del caso da oltre due anni».
Tavernisce dà qualche riferimento temporale sulla propria indagine: «Risale all’ottobre del 2022 la mia proposta di legge regionale per stanare i “medici imboscati”, che si compone di sette semplici articoli ed è a costo zero per le casse regionali. Su tale proposta da due anni a questa parte è calato un silenzio tombale. Nessuna calendarizzazione e nessun accenno di discussione. Di più, visto l’immobilismo della maggioranza, ho inteso intraprendere un’azione politica solitaria per far venire a galla questo fenomeno e cristallizzarlo in freddi numeri».
Ed «è stato in questo preciso momento che è venuta fuori una verità sconvolgente: le stesse Aziende sanitarie provinciali non avevano mai inteso definire il problema. Dopo la prima richiesta di accesso agli atti, poi una richiesta di riesame ai Responsabili della prevenzione della corruzione e della trasparenza, sono dovuto ricorrere addirittura al difensore Civico, per ricevere dati precisi sul problema. E ancora oggi all’appello mancano i numeri dell’Asp di Cosenza. In tutto questo tempo Occhiuto che cosa ha fatto? Un video sui social».