Anagrafe digitale unica in ritardissimo

Nessuno ve ne parlerà mai in campagna elettorale, ma la partita più complessa che si sta giocando è quella che riguarda l’anagrafe digitale unica (Anpr), progetto datato 2011 e che oggi dovrebbe essere già stato abbondantemente completato. Alla data del 29 gennaio (ma il contatore è in continuo aggiornamento) erano appena 50 gli enti che avevano aderito (1.271.146 abitanti totali), con appena 4 capoluoghi di provincia (Modena, Cesena, Ravenna e Lucca). A questi vanno poi aggiunti altri 1.015 comuni in presubentro compresi Torino, Milano, Bologna, Firenze e Cagliari per un totale di altri 7,13 milioni di abitanti. Secondo l’ultimo cronoprogramma stilato da Piacentini (responsabile dell’Anagrafe digitale) entro l’anno tutti gli 8mila comuni italiani dovrebbero essere in rete. «Obiettivo difficilmente realizzabile, è indubbio che anche in questo campo sono stati fatti passi avanti giganteschi, visto che sino all’anno scorso c’era un solo comune che sperimentava l’anagrafe unica, ma questa è una partita troppo complessa. Per cui credo che entro fine anno avremo in rete 2000 comuni o poco di più». L’anagrafe digitale unica, per chi non lo sapesse, superando l’anagrafe di ciascun comune, mette con le spalle al muro i comuni, i quali oggi, avendo ciascuno l’anagrafe non aggiornata, chiedono i soldi sempre e solo agli stessi cittadini censiti. Milioni di persone in tutta Italia sono perfetti sconosciuti e non pagano nessun tributo locale.