Sono decenni che da solo spiego, dimostro, umilmente (la verita’ in tasca non ce l’ha nessuno) perche’ un bravo sindaco deve essere un bravo amministratore. Niente, resto una voce isolata, fuori dal coro, minoritaria, un grillo parlante in questa repubblica di politique politicienne. Sul territorio ci sono tanti Machiavelli che aspirano al Politico, alla Politica, e non sanno guardare alla realta’ che ogni giorno da anni ci dimostra chi sono i grandi sindaci italiani. Giorgio Gori a Bergamo e’ stato un grande sindaco, Antonio Decaro a Bari, Pizzarotti a Parma, Italo Falcomata‘ (padre) a Reggio C., Sala a Milano. Non lo sono stati Veltroni e Rutelli a Roma, che nel confronto con Luigi Petroselli scoloriscono.
Il sindaco politico agisce per un solo unico scopo personale: restare in carica (ovvero assicurarsi la propria esistenza politica). Se vale questo, allora uno dei piu’ grandi sindaci italiani e’ Mascaro eletto nel maggio 2015 a Lamezia e poi sospeso e ritornato in un andirivieni che nel 2025, ovvero dopo 10 anni dalla sua ascesa, intende ripresentarsi per ottenere un mandato che porterebbe il suo andirivieni a 15 anni.
Come gia’ scritto un migliaia di volte un sindaco (di una citta’, i paeselli sono tutta un’altra storia) governano essendo a capo di una macchina burocratica formata dai dipendenti del Comune, spesso alcune centinaia. Questa macchina, a diretto contatto con i cittadini (si pensi all’anagrafe o ai tributi) o funziona bene oppure non funziona e quindi i cittadini non ricevono servizi e assistenza efficienti. I sindaci politici hanno un solo altro intento, oltre a quello precipuo di avere una maggioranza di consiglieri comunali che voti a loro favore, quello di fare opere pubbliche per le quali ricevono finanziamenti dallo Stato a dalle Regioni. Tutti i loro cv sono pieni pertanto di opere pubbliche realizzate, strade, parchi, vie, ospedali, scuole, edifici pubblici, musei, ma in realta’ e’ tutta opera di ingegneri, uffici tecnici e dirigenti, loro ci mettono sopra il cappello.
Fare l’amministratore al politico non piace per niente perche’ saper dirigere centinaia di dipendenti pubblici autonomi e scavezzacollo e’ opera ingrata e terribile (chi conosce o ha imparato la gestione delle risorse umane e l’organizzazione e la gestione d’azienda?). Mentre dirigere un’azienda si apprende dai grandi imprenditori (Del Vecchio, Barilla, Della Valle, Marchionne, De Meo) a parlare in pubblico basta la faccia tosta e magari licei ben frequentati. Il politico passa il tempo a fare conferenze stampa o convegni ripreso dalla tv, l’amministratore a fare quotidiani meeting lontano da occhi indiscreti e sorvegliano da vicino il lavoro negli uffici perche’ l’occhio del padrone ingrassa il cavallo e solo in questo modo i travet decidono di presentarsi in ufficio. L’amministratore ha il compito di risolvere problemi concreti, il politico di illustrare cose astratte che non si sa mai se e quando e da chi verranno realizzate, idee che non si sa mai quando riposeranno in un progetto concreto, di fare panegirici, elogi funebri o no, esaltazioni sensate o no, di portare saluti, riconoscimenti, incoraggiamenti, auguri, sempre in nome e per conto della citta’.
Potete girare in lungo e in largo con la vostra auto l’Italia intera, isole comprese. Non troverete mai una citta’ o un paese con le strade dissestate come quelle dell’intero territorio di Lamezia. Ma nessuno ne parla perche’ solo i sindaci di Roma e Napoli vengono presi in giro per le buche e le voragini stradali. Ubi maior…Se chiedete ad un qualsiasi sindaco di Lamezia: si procuri entro 24 ore un elenco aggiornato di tutti i proprietari e i locatori dei negozi posti sul corso Nicotera e Numistrano di Nicastro, potete aspettare una vita intera. E’ impossibile, cosi’ come curare la manutenzione stradale, o togliere il campo profughi di Scordovillo, o diminuire l’evasione fiscale dei tributi comunali. Perche’ avviene questo? Perche’ la macchina comunale gioca a mosca cieca, e’ all’oscuro di tutto, non sa chi vive a Lamezia, o vi e’ solo di passaggio, chi ha un negozio, chi un terreno, chi non e’ collettato alle fogne. Fare il sindaco amministratore e’ come se io mandassi un semplice avvocato civile a dirigere a Fabriano la fabbrica della Tod’s. Nel migliore dei casi farebbe come Virginia Raggi, che era avvocato, e a Roma ha capito subito che c’erano 4 o 5 personaggi ai quali far dirigere il comune in sua vece (lei voleva fare il politico) e lei ci parlava sul tetto convinta di non essere ne’ fotografata ne’ intercettata. Virginia Raggi chi era costei? Un politico. E oggi chi se la fila?