Come fa ogni anno Nino Tindiglia, coordinatore regionale della Gilda degli Insegnanti, denuncia “le tempistiche non adeguate all’apertura del nuovo anno scolastico”.
Ormai, evidenzia “è diventato un rito che si ripete ogni anno e che peggiora, al limite dell’impossibile e del sovrumano, e si regge in piedi solo per l’abnegazione ed il lavoro (senza neanche rispettare ore di lavoro giornaliere o riposi settimanali) in questa rovente estate, da parte di tutto il personale degli USR, degli ATP, il personale ATA nelle segreterie delle scuole, e per il sindacato nelle sedi costretto ad assistere i colleghi in questa situazione confusionaria; per non parlare poi della tensione che accumulano i docenti in attesa dell’assegnazione provvisoria, di una nomina per immissione in ruolo, di un incarico a tempo determinato che segnerà il loro l’impegno per tutto l’anno scolastico in apertura. Ormai da anni scrivo di questi temi chiedendo un miglioramento delle operazioni e delle tempistiche per consentire una più tranquilla e regolare fase di apertura dell’anno scolastico. Invece, assisto inerme e nervoso al peggioramento della situazione, pur essendoci le condizioni per migliorarla e quindi lasciare per ultime quelle poche operazioni conclusive, quali la nomina dei supplenti a completamento dell’organico”.
Quali sono gli interventi che possono essere fatti, tutti a costo zero? Cominciamo:
1) Nomina dei Dirigenti scolastici. Le istituzioni scolastiche sono definite già nel mese di gennaio, finanche in una fase come quest’ultima che ha visto uno stravolgimento tra accorpamenti e fusioni per dimensionamento della rete scolastica; ed allora perché aspettare agosto per definire le nuove dirigenze e non farlo per esempio già a maggio?
2) L’aggiornamento delle nuove graduatorie dei docenti e del personale ATA sono state spostate a maggio/giugno per entrare in vigore a fine agosto senza essere controllate. Negli anni scorsi si redigevano a novembre, in una fase provvisoria, poi si accoglievano i ricorsi ed infine si pubblicavano quelle definitive con possibilità di minore contenzioso in una situazione dove c’è una alta probabilità di errori (voluti o meno) che alterano le posizioni e quindi la possibilità di ottenere una supplenza.
3) Assegnare la redazione di queste graduatorie ai vari istituti comporta una condizione di disparità di trattazione nella valutazione delle stesse.
4) Ancora non si sono concluse tutte le fasi concorsuali (già se ne prevede un’altra a partire nel prossimo autunno) per l’immissione in ruolo del personale vincitore nei limiti dei posti messi a bando. I partecipanti anche se hanno superato le prove non sapranno in quale posizione si sono collocati perché la pubblicazione avviene solo per quelli in posizione utile (stiamo dando i numeri fuori dalla legalità, infatti si chiede se sia corretto non sapere quale posizione si occupa in una fase concorsuale, senza parlare poi del fatto che negli anni scorsi, correttamente, il superamento del concorso dava, se non altro, l’abilitazione; oggi se non si entra in ruolo, il concorso non da’ niente, si pretendono i 60 cfu per abilitarsi, con dispendio enorme di tempi e costi, della serie “per gli insegnanti gli esami non finiscono mai”. Inoltre il paradosso è che un’insegnante con questo meccanismo potrebbe non entrare mai in ruolo anche se tra i più bravi, perché se non si colloca nel contingente messo a concorso deve rifarlo, nel frattempo però può continuare ad insegnare da precario a tempo determinato.