Noi esseri umani siamo davvero strane creature: pur conoscendo bene alcune nostre caratteristiche fondamentali ce ne dimentichiamo spesso e volentieri. Tutti sappiamo (sfondero’ ora diverse porte aperte) che gli uomini non sono in grado di viaggiare insieme, cosi’ come non sono in grado di svolgere insieme quasi nessuna attivita’. Come si usa dire spesso, le migliori amicizie si spezzano facendo un viaggio insieme. Non dico su una barca in mezzo al mare, dove la ristrettezza dello spazio e’ una attenuante, dico proprio un viaggio attraverso soggiorni in albergo. Ognuno di noi ha le sue abitudini e non sopporta quelle altrui. Anche uscire in gruppo per fare una camminata oppure in bicicletta sono attivita’ impossibili da fare insieme: ognuno ha la sua velocita‘ di crociera incompatibile con quella altrui. Chiunque si sia preso la briga di organizzare un pranzo, o una riunione, o una partitella scapoli-ammogliati, o un convegno, sa in quale grosso guaio si e’ cacciato. Si impazzisce perche’ ognuno ha le sue esigenze ed e’ impossibile farle combaciare con quelle degli altri. Insomma, ogni uomo (maschile sovraesteso) sa bene che si vive meglio da soli, si viaggia, si scia, si gioca, si pranza, ci si diverte da soli senza una compagnia che giocoforza ti limita, ti condiziona, quando non ti umilia o mortifica. Anche tutte le coppie sposate ben presto lo capiscono. L’essere umano da quando e’ apparso sulla faccia della terra, per vivere in comunita’ ha dovuto accettare, a causa di questa insopprimibile natura individuale, di assoggettarsi ad un capo. Mi fermo qui perche’ basta guardarsi la serie tv Lost per capire in tutte le sue sfumature la problematica di cui sto parlando. In quella serie statunitense (Lost) creata dai geni J.J. Abrams, Damon Lindelof e Jeffrey Liber (andata in onda dal 2004 al 2010, per un totale di sei stagioni e 114 episodi), si spiega come un gruppo di sconosciuti il cui aereo precipito’ su un’ isoletta sperduta impararono a convivere insieme, in attesa dei soccorsi, che pero’ non arrivarono mai. Dico solo che il capo della comunita’ ben presto divento’ il piu’ carismatico tra i soggetti sopravvissuti, che non era il piu’ forte o il piu’ violento o il piu’ bello (tra di essi infatti vi erano tutte le tipologie umane possibili ed immaginabili) ma un medico, saggio ed intelligente quanto basta. Nei nostri paesini -infatti- quante volte il medico condotto diventa il personaggio piu’ influente e seguito tra tutti gli abitanti?
Ecco allora che noi esseri umani, eterni smemorati, pur sapendo che ognuno di noi non sa rinunciare a quelle che ho chiamato “abitudini” personali (e che potete definire come volete, indole, natura, dna, carattere…) per svolgere qualsiasi attivita’ insieme con gli altri, ogni santo giorno vorremmo intraprendere attivita’ in comune come se fosse facile o fosse la cosa piu’ naturale e spontanea da fare. In certi luoghi, uffici, scuole, fabbriche, ospedali, ministeri, comuni, piu’ persone tentano di lavorare (coordinarsi, divertirsi, produrre) in gruppo come se non sapessero che agli uomini e’ impossibile. Di piu’, tentano finanche di svolgere attivita’ politiche insieme, come se non bastassero le attivita’ benefiche, assistenziali, ludiche, sportive, umanitarie, che gia’ ci vedono impegnati. Quanto tempo impieghiamo per cercare di lavorare, stare, collaborare, produrre, insieme? Quanto tempo spendiamo per formare comunita’, per essere societa’? Quanto tempo sprecato inutilmente per realizzare l’utopia dello stare insieme!
Se non volete rintracciare Lost, in questi giorni potreste vedervi un’altra docu-serie interessante. Nella storia della pallacanestro alle Olimpiadi c’è stato il Dream Team, la squadra incredibile che gli Stati Uniti presentarono alle Olimpiadi di Barcellona ’92 per vendicare l’umiliazione dell’edizione precedente. Michael Jordan e Magic Johnson, Larry Bird e Charles Barkley, tutti insieme con la stessa maglia. Non solo la squadra di basket più forte di sempre, la squadra più forte mai vista nella storia degli sport di squadra. Come se una squadra di calcio schierasse insieme Ronaldo il fenomeno, Cristiano Ronaldo, Messi, Ronaldinho, Beckembauer… La docuserie Dream Team, la leggenda continua (Sky Documentaries e Now) ricostruisce in cinque episodi la storia di quel gruppo incredibile.
Era una vera squadra di sogni (anche se qualcuno mancava, per esempio Isiah Thomas, il playmaker dei Detroit Pistons). La spiegazione e’ una sola e si chiama Michael Jordan. Se i co-capitani della squadra furono Magic e Bird, il leader in campo era MJ, che con i suoi Bulls aveva conquistato gli ultimi due anelli. Anche il Dream Team pote’ formarsi perche’ aveva il suo leader. E per sceglierlo non avevano ne’ votato ne’ fatto riunioni.
Guardate al meccanismo infernale che si scatena ogni volta che ci sono elezioni in vista, comunali, regionali, politiche. Tanti singoli, di destra, sinistra, centro (l’etichetta non importa) tentano di mettersi insieme per esprimere un candidato, un programma, una lista, un progetto. Si rimuove quello che ciascuno sa come sia in pratica impossibile da realizzare e si parte, ogni volta daccapo, per mettersi insieme. Provare, provare, provare. A tutti vorrei dire in conclusione, non c’e’ bisogno di vedervi 6 stagioni di Lost, vi basterrebbe la prima stagione. Cosi’ familiarizzerete con il medico neurochirurgo Jack Shephard (il leader) e capirete alcuni meccanismi fondamentali, magari non perdete tanto tempo inutile. Ah, stavo dimenticando di dirvi la cosa piu’ importante di tutte. Nella serie Lost, il dott. Shepard per essere il capo non ha avuto bisogno di nessun sondaggio. Ne’ di votazioni, primarie o cose del genere.
Ormai avendo superato i settanta, nella mia vita ho fatto una sola esperienza politica, con il gruppo del Manifesto. Era un gruppo composito, c’erano, non so se mi spiego, Rossana Rossanda, Aldo Natoli, Luigi Pintor, Valentino Parlato, Massimo Caprara, Luciana Castellina. Ma il nostro leader e’ stato per tutti e per tutta la durata di quella esperienza politica Lucio Magri. Alla vecchiaia qualche buontempone mi etichetta come renziano, come se io, formatomi in quel contesto, potessi oggi andare dietro a queste figurine, Renzi, Calenda, Conte, e compagnia cantando. Un leader credibile ce l’ abbiamo in Italia (oltre a Mattarella), si chiama Mario Draghi, ma tutte le mezze figure coalizzate insieme lo hanno mandato via perche’ faceva loro troppa ombra. E questo spiega bene la nostra situazione.