Ho visto in tv un documentario sull’attrice francese Isabelle Huppert che essendo del 1953 e’ ormai una icona. Ha fatto piu’ di 150 film, ha lavorato con i piu’ importanti cineasti, da Godard a Chabrol, di piu’, e’ stata la musa di vari registi internazionali tra cui Michael Haneke, François Ozon, Benoît Jacquot, Hong Sang-soo, Paul Verhoeven, André Téchiné, Jean-Paul Salomé, Tonino De Bernardi, Joachim Trier, Ursula Meier, Joseph Losey, Patricia Mazuy, Maurice Pialat. Ora vorrei fare un discorso scivoloso che non piacera’ alle femministe ma siccome non scrivo sul Corriere scrivo quel che voglio. Le attrici si distinguono in due categorie, quelle che hanno puntato tutte le fiches sul proprio corpo e quelle che non lo hanno fatto. Prendiamo un’attrice italiana, Luisa Ranieri. Si fa conoscere con un film di Antonioni, Eros del 2004, dove recita nuda. Da allora sino al film di Sorrentino “E’ stata la mano di Dio”, si e’ spesso spogliata per ragioni artistiche. La stessa cosa non e’ successa a Isabelle Huppert. O a Claudia Cardinale (1938). C’era negli anni sessanta un’attrice piu’ bella e sensuale di lei? No, era unica, eppure non ha mai recitato nuda. Come Gina Lollobrigida. Altre, come Sofia Loren, si sono spogliate agli esordi ma poi hanno fatto precise scelte. Ha scritto su di lei Aldo Grasso:
Capita che un sabato pomeriggio, caldo e sonnacchioso, lo sguardo sia attratto da alcuni frammenti in bianco e nero: Cary Grant bacia Sophia Loren! È un documentario su La7 che precede il film I girasoli, una breve biografia illustrata di una delle attrici italiane più famose nel mondo.
Non so se Sophia (quanto è ingenuo e pretenzioso quel «ph»!) sia una grande attrice, forse sì, forse no, ma indiscutibilmente è un’icona, cioè «un mito d’oggi», l’inserzione di un frammento di perennità nel convulso racconto della nostra esistenza. Come diva, ha incarnato un’immagine di «sex symbol per famiglie» (anche se lo spogliarello davanti a Marcello Mastroianni…) che disinnescava una carnalità gloriosa conciliandola con rassicuranti aspirazioni da casalinga. Premiata con due Oscar (memorabile l’intervista che le fece Lello Bersani), di cui uno alla carriera, ha interpretato più di cento film. Non tutti sono stati memorabili. Quello che preferisco è Una giornata particolare di Ettore Scola (1977).
Il concorso di Miss Italia, i fotoromanzi, Carlo Ponti il produttore che sarà il pigmalione della sua carriera e il protagonista assoluto della sua vita privata, De Sica e Zavattini… Le immagini si trasformano presto in un viaggio della memoria: gli anni della rinascita, del Festival di Sanremo blu dipinto di blu, dell’autostrada del Sole, della Fiat Seicento, dell’addio al lavoro nei campi, di Sophia Loren e Gina Lollobrigida. Gina e Sophia: i concorsi di bellezza, il cinema italiano che «tradisce» il realismo, pane, amore e fantasia, le maggiorate, la rivalità vera o presunta fra le nostre due veneri d’antan.
Partner di Sophia sono stati Marlon Brando, Paul Newman, Richard Burton, Jack Lemmon, Frank Sinatra, Alan Ladd, John Wayne (nel modesto Legend of the lost) ma l’intesa migliore resta quella con Mastroianni. Come ha scritto Carmen Covito, in Una giornata particolare «rappresenta una donna senza speranze, una moglie usurata, ridotta a pura macchina per dare figli a una patria e a un marito volgari, e riesce a farcela apparire tanto più luminosa quanto più l’aspetto del personaggio è dimesso, volutamente opaco, senza trucco, sciupato dalla vita». (Aldo Grasso)
Brigitte Bardot e Jane Fonda hanno avuto in Roger Vadim il regista che agli esordi le ha fatto diventare dive sexy ma poi hanno cercato altre strade per mantenere il successo. In Italia Edwige Fenech e Gloria Guida hanno invece fatto solo il cinema nudo, il cinema non ha mai proposto loro altri ruoli. Stefania Sandrelli (1946) in tutto questo discorso e’ un caso a parte. E’ l’attrice italiana contemporanea, una grande attrice davvero, che ha lavorato di piu’, sempre, con tutti i piu’ grandi registi. Ma nel 1983 quando non aveva ancora compiuto 40 anni, si spoglio’ per Tinto Brass nel film La chiave. Una scelta incomprensibile, ma non quella di essersi spogliata, piuttosto quella di aver scelto di farlo per un mattacchione veneziano ossessionato dal sesso che intendeva spacciarsi per “autore”.
Insomma, allargando il discorso, il cinema internazionale ha avuto grandi attrici, da Greta Garbo alle due Hepburn, Katharine e Audrey Hepburn, da Grace Kelly a Meryl Streep, che hanno recitato solo vestite; e altre, da Marylin Monroe a Kate Winslet e Nicole Kidman, che spesso hanno recitato svestite. Spogliarsi o no per esigenze di scena e’ la linea rossa che attraversa il cinema femminile, e la prossima Mostra veneziana di settembre 2024 sembra gia’ che sara’ percorsa da un brivido erotico. ” Sì, perché l’erotismo che da tempo sembrava bandito dagli schermi per un imperante perbenismo, è tornato in modo evidente”. Lo ha sottolineato Alberto Barbera, direttore della Mostra presentando la 81ª edizione, in programma al Lido dal 28 agosto al 7 settembre. “Perché nessuna arte come quella cinematografica – afferma Barbera – sa farsi interprete dei temi e degli umori della contemporaneità”. E quindi, oltre alla ritrovata sessualità, non possono mancare i riferimenti alla guerra, o meglio alle guerre, di oggi e del passato”. Anche il sesso ciclicamente avanza o retrocede nei film a seconda dei periodi storici.