Medici e laboratori di analisi cliniche, attori, registi e ballerini, notai e fisioterapisti. Per buona parte di loro l’accordo sulle tasse da pagare che il governo gli ha offerto per quest’anno e il prossimo sarà quasi una passeggiata. In queste categorie, come tra i produttori di carta, commercialisti, informatici, geologi, veterinari e dentisti, la fedeltà al fisco è nella media abbastanza elevata, ed i maggiori redditi che lo Stato gli chiederà di dichiarare con il concordato biennale saranno modesti. Tutt’altro per tintorie, ristoranti, autonoleggi, pellicciai, pescatori: qui oltre il 70% delle dichiarazioni dei redditi sono ritenute «incongrue», e in molti casi aderendo al concordato si rischia una batosta. È vero che il governo ha reso molto più abbordabile il nuovo meccanismo, prevedendo una tassa piatta tra i 10 e il 15% sui maggiori redditi dichiarati ma il «riallineamento» verso la congruità del concordato, cui è possibile aderire entro fine ottobre, sarà comunque doloroso per la maggior parte dei contribuenti.
Sui 2 milioni 732 soggetti cui si applicano gli ISA, gli indici di affidabilità fiscale che hanno sostituito gli studi di settore, e ai quali si offre il concordato biennale, 1 milione 526 hanno un indice Isa inferiore a 8 su 10. Il 55,9% di loro per il fisco è dunque poco o molto inaffidabile, e nel giro di due anni dovranno adeguarsi. L’alternativa è scegliere di finire nelle liste selettive di chi rifiuterà il patto, su cui si concentreranno gli accertamenti. Il concordato è anche una sfida per lo Stato: sul suo gettito si conta per finanziare la conferma degli sgravi contributivi, e anche i nuovi sgravi Irpef. L’esito non è scontato. In alcuni casi, secondo un’analisi del «Sole 24 Ore» di giugno, i maggiori redditi che il fisco proporrà di denunciare possono superare di 8 volte quello della dichiarazione 2022. Del resto, soprattutto in alcune categorie, la sproporzione tra i redditi dichiarati dai soggetti più e meno affidabili, è enorme. Considerando solo chi dichiara più di 30 mila euro, in media, i contribuenti con un voto superiore a 8 dichiarano redditi più di 3 volte più alti rispetto a chi ha un voto Isa inferiore a 8. Quelli affidabili dichiarano in media 84 mila euro, quelli non congrui 24 mila. Tra le categorie di soggetti ISA più affidabili troviamo medici, laboratori di analisi cliniche, fiosioterapisti e dentisti (anche perché i contribuenti hanno le detrazioni e pretendono fatture), poi notai, commercialisti e ragionieri. In media il 40% di loro presenta dichiarazioni fiscali attendibili.
Le classifiche
Anche se ci sono grandi differenze dentro le stesse categorie. I notai, ad esempio: nella media dichiarano un reddito di 335 mila euro su ricavi per 708 mila euro. C’è però chi si ferma a 253 mila euro e chi arriva a 406 mila di dichiarato. Ma ce ne sono 142, di notai, che dichiarano un fatturato di meno di 30 mila euro, 121 dei quali dichiarano in media 7.600 euro di ricavi e una perdita di 2.300 euro.
Dall’altra parte della classifica ci sono tintorie, autonoleggi, ristoranti, pelliccerie, panettieri, pescatori, dove oltre 7 contribuenti su 10 dichiarano meno del dovuto. Molto meno.
Ristoranti e discoteche
Prendiamo i 97 mila ristoranti soggetti agli Isa. Quasi tutti, 95 mila, hanno ricavi superiori a 30 mila euro. Ben 68.671 di questi, il 72,2% per il fisco dichiarano troppo poco: appena 8.600 euro nel 2022. Gli altri, quelli affidabili dichiarano un reddito di 53.400 euro, sei volte maggiore. Oppure le 986 discoteche: 650 di queste hanno ricavi medi di 325 mila euro, e un reddito misero, pari in media a 3.200 euro. Altre 286, quelle che hanno un voto Isa superiore a 8, dichiarano il doppio di ricavi (594 mila euro), ma un reddito 24 volte più alto (76 mila euro).