Stamane molti milanisti si dichiarano affranti dopo aver visto in azione ieri il nuovo acquisto, il terzino Emerson Royal proveniente dal Tottenham di Londra.
Io me la rido perche’ ricevo conferma di qualcosa che ho capito davvero in giovane eta’. I tifosi di calcio (ma il discorso puo’ essere esteso a qualsiasi settore) dovete sapere che essendo tifosi hanno un elemento che li contraddistingue: guardano solo le partite della propria squadra, quindi non conoscono i giocatori delle altre squadre. Cosi’ come tanti opinionisti calcistici in tv che essendo ricchi e viziati vivono di ricordi e non perdono tempo a vedere partite. Io, avendo seguito tutte le partite del Tottenham allenato da Conte, ho visto molte volte giocare quel terzino brasiliano e quindi so che e’ un brocco. I milanisti invece non avendolo mai visto si immaginavano chissa’ che cosa.
La conoscenza molti pensano che vada costruita sulla selezione e sulla qualita’. Ho sentito molte volte illustri professionisti stilare per i propri figli l’elenco imprescindibile dei libri che devono essere letti sin da giovani. Delitto e castigo di Dostoevskij, Alla ricerca del tempo perduto di Proust, Guerra e pace di Lev Nikolaevic Tolstoj, Il Processo di Franz Kafka, Il barone rampante di Calvino. Potrei continuare ma il web e’ pieno di liste del genere, cambia solo il numero, dieci, 20, cinquanta, quanti ne volete. Ora la mia fortuna nella vita e’ stata che mi sono imbattuto ad un certo punto (quando lessi Apocalittici e integrati) in un intellettuale straordinario che si chiamava Umberto Eco.
Ricordo una sua frase che mi colpi’: “Quando ho voglia di rilassarmi leggo un saggio di Engels, se invece desidero impegnarmi leggo Corto Maltese”. Nel ’68 era un pugno nello stomaco, se non avevi letto i Grundisse eri considerato uno sfigato (come oggi piu’ o meno se non hai letto la Murgia).
Scoprii subito che Eco aveva scritto, fin dai primi anni Sessanta, numerosi interventi critici e accademici intorno al fumetto e ai suoi linguaggi. Negli anni della guerra e poi da ragazzo nel dopoguerra, Eco era stato un amante dei fumetti, un collezionista di figurine, un seguace di svariate forme di cultura grafica popolare. Insomma, lui ha fatto capire a me e a tanti che la Cultura ricomprende l’alto e il basso. Lui, grande studioso ed esperto della semiotica, dell’estetica medievale e della filosofia del linguaggio, ha studiato molto i mass media, e quindi il suo interesse per il fumetto lo aveva portato negli anni Sessanta a essere un pioniere, in Europa e nel mondo, nell’analisi rigorosa di questo medium come forma di comunicazione di massa, laddove la quasi totalità degli ambienti universitari e in genere dell’establishment culturale ripudiava i fumetti come forma culturale. Insomma, per sintetizzare, con Eco ho capito che se tu selezioni i tuoi interessi personali e intellettuali e tralasci quelli delle masse (usiamo questo termine per capirci) non comprendi molto il mondo in cui vivi. Se tu leggi solo Proust e non leggi i fumetti che invece appassionano miliardi di persone, se tu ascolti solo Bach e non sai nulla delle canzonette che ascoltano miliardi di persone, finirai per essere certamente un grande intenditore ma senza riuscire a capire (avere curiosita’ per) i gusti degli altri. Anche col calcio che pur e’ sport popolare, il tifoso si guarda le partite della sua squadra del cuore e quindi conosce i propri beniamini e i soli avversari che essi incontrano. Di tutti gli altri non sa nulla, cosi’ come noi in genere conosciamo solo i nostri familiari e quelli del nostri paese. Allo stesso modo grandi critici cinematografici osanna(va)no grandi attori e attrici ma disprezza(va)no alcuni attori comici che invece erano molto amati dal pubblico popolare. Alla ricerca continua e ossessiva della qualita’ si disprezza la quantita’ e quindi si finisce per isolarsi, per autocompiacersi, per considerarsi veri intenditori mentre tutti gli altri sono capre. L’apocalittico (meno siamo meglio stiamo) si distacca dal mondo degli altri che in cuor suo disprezza, e quindi se una canzone ha successo popolare deve essere per forza brutta, perche’ cio’ che e’ popolare e piace alle masse non ha qualita’.
Canzoni, libri, film, trasmissioni tv, sport, la conoscenza deriva -invece- dalla quantita’ del consumo. Purtroppo quanti opinionisti discettano sui giornali su quel che hanno visto per caso in tv, anche se la tv in genere la guardano poco? Allo stesso modo i tifosi del Milan ieri sera hanno visto per la prima volta il terzino brasiliano Emerson R. e sono rimasti delusi. A volte basta essere guidati dalla semplice curiosita’ di osservare cosa c’e’ al di la’ del proprio giardino. Per rimanere al calcio, un tifoso oggi dovrebbe assolutamente vedersi qualche partita di una squadra tedesca, il Bayer Leverkusen, allenata da Xabi Alonso, per capire come si sta evolvendo la bellezza del gioco. Parlavo di curiosita’, dettata dal fatto che l’anno appena passato il Bayer ha vinto la Bundesliga. La quantita’ ti consente di spaziare, un giorno invece di vederti Milan-Empoli e’ consigliabile osservare una partita del campionato tedesco. Nulla di nuovo, sto replicando un famoso invito che il grande Alberto Arbasino fece a tutti noi italiani: di tanto in tanto fa bene una gita a Chiasso.