Travolti da un insolito destino, il film piu’ marxista mai girato

(30/7/22, Repubblica) Lina Wertmüller era capitata in Sardegna già negli anni Cinquanta, per uno spettacolo teatrale dedicato a Sant’Efisio. Diversi anni dopo, un amico avvocato portò lei e suo marito Enrico Job a fare un giro completo dell’isola; quando Giancarlo Giannini, un po’ sul serio un po’ per celia, le chiese d’immaginare un film da girare al sole e al mare, Wertmüller buttò giù la storia di due naufraghi, una viziata e petulante signora milanese messa sotto dal suo ruspante mozzo siculo, e decise di girarla in Sardegna.

Il set di Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto fu allestito nell’estate del ’74 a Cala Luna, allora quasi sconosciuta, e poi nel golfo di Orosei, a Ogliastra e a Capo Comino. L’occasione per un “film-vacanza”, come l’aveva chiamato Giannini, fornì lo spunto a diversi contrasti tematici, destinati a deflagrare nei litigi dei due protagonisti: Nord contro Sud, ricchi contro poveri, capitalisti contro comunisti. Erano tempi tosti: la legge sul divorzio era stata approvata da quattro anni e quattro anni dopo sarebbe stata approvata quella sull’aborto; in aprile le Brigate Rosse avevano rapito Mario Sossi, quattro anni dopo avrebbero assassinato Aldo Moro. Tutti questi sobbollimenti trovano concretezza negli scontri fra la milanese Raffaella Pavone Lanzetti, che si lamenta per la pastasciutta scotta e il vino bianco tiepido, e Gennarino Carunchio, irsuto marinaio siciliano che nel suo paese è un dirigente del Pci ma che per campare lavora sullo yacht della signora.
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Già rodati come coppia in Mimì metallurgico e Film d’amore e d’anarchia, Giancarlo Giannini e Mariangela Melato si prepararono a prendersi a botte e insulti in uno scenario naturale che avrebbe dovuto essere il set più bello e riposante della storia del cinema. Fu, invece, un vero incubo, a cominciare dalla scena in cui i due contendenti, divenuti amanti, si avvinghiano sul bagnasciuga citando Burt Lancaster e Deborah Kerr in Da qui all’eternità. «La girammo all’alba, per avere la luce buona», ha ricordato Giannini. «Uno pensa: sei al mare, sorge il sole, che bello. Mai patito un freddo simile in vita mia. Mariangela batteva i denti, non riusciva a fermarsi, le era impossibile dire le battute». Per riscaldarsi, i due attori bevono grappa fin dal mattino, rischiando di arrivare sotto i riflettori con la sbronza. E nella settimana in cui si girano le sequenze dei litigi, se le danno di santa ragione riempiendosi di lividi e odiandosi davvero per qualche giorno.

Intorno a metà riprese, il disastro. Alzandosi dal letto in piena notte per arrivare in tempo sul set, la Melato mette il piede su una bottiglia che si rompe e le taglia un piede: all’ospedale di Nuoro i medici la ricuciono prescrivendo settimane di stop. I produttori vorrebbero ricominciare con un’altra attrice ma Lina e Giancarlo si oppongono, e il piano di lavorazione va all’aria. Job e Giannini cercano proprietari di yacht per affittare una delle loro imbarcazioni e anticipare le scene sulla barca, mentre Wertmüller provina controfigure. Il film riparte, tenendo la Melato solo per i primi piani, seduta col piede fasciato fuori inquadratura. La lavorazione è talmente faticosa che pure le controfigure lasciano il set, e Lina è costretta a cercare altre ragazze: ne utilizzerà in tutto sei. Intanto Giannini si copre i piedi con vari strati di cerotti ma gli scogli sardi sono taglienti e l’attore continua a ferirsi. Un giorno cade e si rompe pure un menisco.

All’uscita in sala, la pellicola lascia di stucco tutti: il film è un bombardamento di parolacce («Stronzo!» «Bottana industriale!»), di sesso esplicito («Sodomizzami» implora lei, ma il marinaio non conosce la parola), e di violenza maschilista. Sotto l’apparenza grottesca, la commedia di Lina Wertmüller mette in scena un’autentica lotta di classe: Travolti è il film italiano più marxista, di certo il più visto e conosciuto. E la sua linea erotica va oltre la metafora dello scontro, arriva ad avere risvolti romantici struggenti; irrimediabilmente innamorati, i due ex nemici vengono annichiliti dal ritorno alla civiltà e rimpiangeranno per tutta la vita il paradiso assaggiato per pochi giorni. Malgrado il divieto ai minori di 14 anni, in Italia fu un grande successo ma il film fece boom soprattutto in America, innescando dibattiti e lanciando in tutto il mondo Wertmüller, che tre anni dopo, con Pasqualino Settebellezze, sarebbe stata la prima regista donna ad avere una nomination all’Oscar.

Nel 2002 gli americani hanno girato un seguito, Swept away, con Madonna e Adriano Giannini (il figlio di Giancarlo) ma è andato malissimo. Sarebbe stato molto più interessante il seguito progettato da Wertmüller. In Ritravolti, i protagonisti si sarebbero ritrovati diversi anni dopo sulla stessa isola, ognuno con un figlio avuto con altri compagni. Ma nessun produttore ha mai avuto il coraggio di finanziarlo, e nel 2013, con la scomparsa della Melato, è svanita la possibilità di sapere cosa si sarebbero detti dopo tanto tempo donna Raffaella Pavone Lanzetti e il signor Carunchio.