Il rapporto tra etica e politica e’ sempre stato sin dall’antichita’ un rapporto difficile, di contrapposizione e convergenza insieme. Gia’ nel mondo greco si contrappose il realismo di Tucidide all’idealismo di Platone, per poi arrivare a Machiavelli e Campanella, per giungere alla scuola di Francoforte e al dibattito tra neomarxisti e neo liberali. Al cd pensiero del realismo politico (che privilegerebbe la forza, la politica in senso stretto non puo’ non essere immorale) si contrappone sempre il pensiero utopico (che privilegerebbe l’ideale, l’etica in senso proprio). Da una parte realisti cinici e di buon senso, dall’altra onesti e fanatici. Nel pensiero di Marx e’ ben visibile la compresenza del realismo politico con l’utopismo piu’ chiaro. Parafrasando Kant si puo’ dire che la politica senza etica e’ cieca e l’etica senza politica e’ vuota. Niccolo’ Macchiavelli e’ percio’ davvero di una attualita’ perenne, e’ stato il filosofo che con grande chiarezza teorizzo’ l’autonomia della politica come strumento indispensabile per la realizzazione dell’ideale etico.
Questo excursus storico ci serve per capire meglio l’Italietta dei giorni nostri. Una coppia che in Italia funziona sembra essere solo quella di Goffredo Bettini e Giuseppe Conte, basata sulla convinzione espressa dallo stesso Bettini all’amico in una festa di compleanno: “In politica conta l’amicizia e l’alchimia, come tra me e Giuseppe”, cioè l’ex premier convinto di essere ancora “il punto di riferimento più alto dei progressisti in Italia”, cui proprio Bettini lo promosse nel lontano 2019.
Ancora una volta, come accade ormai da quel di’, Goffredo Bettini chiama dal Pd e Giuseppe Conte risponde dal MoVimento 5 Stelle.
Il primo ha scritto sul Fatto Quotidiano a proposito del penultimo Matteo Renzi offertosi al cosiddetto campo largo dell’alternativa al governo Meloni e del “quadro” che si è delineato con la disponibilità della segretaria del Pd Elly Schlein: “Da inopportuno si si sta trasformando in un letale errore politico. Giusto far cadere i veti, stravagante dare le chiavi dell’allargamento del centrosinistra a Renzi. L’ex premier ha esaurito un ciclo. Ha lasciato detriti che non vanno scaricati sul futuro”.
Conte ha raccolto e rilanciato dichiarando all’Ansa che “resuscitare Renzi è un harakiri”, cioè un suicidio, per il campo largo.
Ma – aggiunge Conte – resuscitare Renzi è una scelta inaccettabile anche se vogliamo che il progetto politico progressista sia costruito nel segno, per noi imprescindibile, dell’etica pubblica e della lotta all’affarismo.
Poi Conte passa alla politica estera: “Se poi qualcuno pensa che Renzi possa facilitare un dialogo diretto con il Partito democratico statunitense e con il governo israeliano allora dico che, a maggior ragione, occorre un forte chiarimento sulla politica estera: per noi del Movimento 5 Stelle i governi italiani non si decidono a Washington“, afferma Conte. “La nostra alternativa non prevede nessuna subalternità rispetto anche a nostri consolidati alleati come gli Usa. La prospettiva multipolare e la ricerca incessante della pace come unica soluzione ai conflitti bellici saranno fattori discriminanti per un’intesa politica“, ribadisce il leader del M5s.
Ora, quando la politica invece di essere intesa come attivita’ per risolvere problemi concreti coincide con l’etica pubblica, quando si tira in ballo l’antropologia, la politica si trasforma in una religione.
L’antropologia (dal greco ἄνθρωπος ànthropos «uomo» e λόγος, lògos «discorso, dottrina» quindi letteralmente: «studio dell’uomo») è una branca scientifica sviluppatasi in particolar modo in epoca moderna che studia l’essere umano sotto diverse prospettive, indagando i suoi vari comportamenti all’interno della società.
Esistono diversi ambiti dell’antropologia, oggi è comunemente usato il termine di “antropologia socioculturale“. Pertanto anche una comunita’ politica, termine nobile per non adoperare il termine associazione privata (qual e’ il M5S) dove il Fondatore riceve in forza di un contratto segreto 300mila euro l’anno conferendo agli associati simbolo e nome dei quali egli e’ garante, possiede una sua antropologia culturale. “Il Garante, ossia custode dei Valori fondamentali dell’azione politica del M5s, secondo quanto afferma l’art. 12, lettera a) numero 2, ribadisce che ci sono degli elementi imprescindibili del M5s che devono restare tali affinché il Movimento possa ancora dirsi tale: il nome, il simbolo e la regola dei due mandati. Repetita iuvant”. L’antropologia coincide in questo caso con i comportamenti umani del padrone, il quale nel corso della sua vita ha svolto la professione di comico per poi trascurarla al fine di costituire, insieme con un informatico convinto che le elezioni democratiche possano essere sostituite da frequenti e piu’ veloci consultazioni on line, una cosa nuova basata sul “Vaffa” a tutti i partiti storici.
In un mondo manicheo dove i Buoni si arrogano il diritto di decretare loro chi sono i Cattivi, dove gli Angeli intendono cacciare i Diavoli dal Paradiso, la politica, la quale secondo l’antica definizione cinese era l’arte di governare, mentre in Grecia per Pericle era «l’arte di vivere assieme» (ad ogni modo ha a che fare sempre con attivita’ e forme di governo) tenta di assurgere a Sistema di valori etici, a Complesso sistematico di principi o valori morali inerenti al comportamento.
Purtroppo tutto si complica in quanto la moralita’ pubblica varia a seconda delle epoche e dei costumi e cio’ che era immorale, per dire, ai tempi dell’Impero romano oggi e’ morale o viceversa. L’umanita’ ha percio’ trovato un solo modo per superare le insidie del tempo e tutti gli incessanti cambiamenti della moralita’ pubblica a seconda dei secoli dei luoghi e dei costumi. Con le religioni ha provato a cristallizzare valori e sommi principi trascinandoli fuori dal tempo. Le parole di Gesu’ o di Maometto o di Budda hanno tentato di diventare eterne. Ma, tutto e’ relativo, tutte le regole (ed i comandamenti) essendo soggette ad interpretazione, puo’ avvenire con grande sorpresa di tutti che un pontefice della Chiesa cattolica si dimetta per la prima volta nella storia.
Anche la politica, quella attuale, ha quindi un solo modo ingenuo per superare il contingente e coniugare etica e politica: assomigliare ad una religione.
A questo punto viene in mente che nell’agosto 2022 Salman Rushdie, lo scrittore britannico di origine indiana, è stato accoltellato mentre stava partecipando a un evento pubblico a Chautauqua, nello stato di New York, negli Stati Uniti.
Oltre che per la sua carriera di scrittore, Salman Rushdie, che ha 75 anni e che dal 2016 ha cittadinanza statunitense, è noto perché nel 1989 fu oggetto di una condanna a morte da parte dell’ayatollah Ruhoallah Khomeini, il leader politico e religioso dell’Iran. Quella di Khomeini fu una fatwa, cioè la sentenza emessa da un’autorità religiosa e teoricamente vincolante per tutti i musulmani. La fatwa fu emessa dopo che Rushdie aveva scritto I versi satanici, un romanzo in cui, secondo Khomeini, Rushdie insultava la religione islamica e il suo profeta. Khomeini annunciò la fatwa alla radio nel febbraio 1989. Non ci sono al momento conferme del fatto che l’aggressore ha attaccato Rushdie in relazione alla fatwa, ma la storia della fatwa contro Rushdie è profondamente legata alla sua vita e alla sua figura pubblica.
Voi credete ancora che solo Khomeinī abbia tentato nel mondo di diventare leader politico e religioso?