Calcio/Ridatemi un Meroni, Sivori, Claudio Sala

Il calcio moderno, dal tiki taka in poi, sino a Guardiola e Klopp, vede squadre super organizzate che fanno del gioco corale e del palleggio insistito il loro marchio di fabbrica. Un gioco, che ha soppiantato il vecchio calcio all’italiana, da Herrera sino ad Allegri, con difesa bassa e contropiede.
Ma basta guardare la nazionale italiana e anche molte squadre del nostro campionato per rendersi conto che in Italia non nasce piu’ un giocatore estroso che sappia fare il dribbling. In nazionale il povero Spalletti, chiamato a gestire il periodo piu’ buio del calcio italiano, dove non nascono piu’ attaccanti o emuli di Baggio Totti e Del Piero, puo’ contare sul solo Zaccagni per avere in fascia uno capace di saltare l’uomo.

Eppure basta dare uno sguardo, come faremo subito, alle formazioni delle squadre europee piu’ forti, per rendersi conto che i grandi allenatori, quelli che vogliono squadre corte, pressing, gioco corale, fraseggi, sulle ali sono sempre alla ricerca per il mondo di elementi estrosi in grado col dribbling di saltare l’uomo e, come si dice oggi, “fare superiorita’ numerica nell’uno contro uno”.

Cominciamo dal n. 1, lo spagnolo Guardiola che nel suo Manchester City si e’ scelto Foden, Greelish, Savihno, Jérémy Doku e Bernardo Silva per andare sulle fasce. Anche il suo discepolo Arteta con l’Arsenal punta su Martinelli, Trossard e soprattutto sulla destra Bukayo Saka. Il nuovo allenatore del Liverpool Arne Slot sulle fasce ha voluto Chiesa, per affiancare Luis Diaz e Diogo Jota. Il Paris Saint Germain di Luis Enrique puo’ contare su Barcola, Doue’, Dembele’, Asenzio e Mbaye, mentre il Real di Ancelotti e’ messo alla grande: sulle fasce puo’ mandare Rodrygo, Mbappe’, Vinicius, Arda Guler, Brahim Diaz. Lo stesso avviene con il Barcellona di Hans-Dieter Flick che non solo ha Lamine Yamal, ma anche Raphinha, Ansu Fati e Ferran Torres.

Non conosco giocatori italiani che oggi siano specialisti del dribbling (l’arte di Sivori, Garrincha, Meroni, Baggio, Claudio Sala, Bruno Conti), i nostri (si fa per dire) specialisti attuali sono (nel campionato in corso): Bellanova, Orsolini, Strefezza, Colpani, Soule’, Leao, Neres, Politano, Kvaraskelia, Man, Oristanio, Conceicao.

Ma il fatto e’ che nei nostri vivai, nelle nostre scuole calcio, non crescono piu’ dribblomani. Non si gioca piu’ per strada, inoltre gli istruttori di oggi pretendono una cosa soltanto, che si passi la palla di prima. Ci sono, basta guardare qualche partita Primavera, fior di marcantoni, atleti, velocisti, podisti, lancilunghisti, specialisti del tiro, del colpo di testa, del pressing, cursori, ma nessun specialista del dribbling.

Una trasformazione antropologica che ci penalizza, perche’ il gioco moderno non e’ vero che ha abolito l’uno contro uno. Anzi, e’ il contrario, sia sulle fasce che al centro, possono entrare solo nella difesa avversaria giocatori in grado di dribblare i difensori come birilli. Come ben sanno gli allenatori migliori, pur con il loro gioco collettivo proattivo.