Fiorita il sindaco di Catanzaro e la maledizione dei sindaci “politici”

Nella “terra di nessuno”, in cerca di una via d’uscita che non è facile da trovare. L’esplosione della crisi al Comune di Catanzaro, con la contestuale implosione della maggioranza “posticcia-pasticcia” che sosteneva il sindaco Nicola Fiorita, è un dato politico di non poco conto. Alla fine le contraddizioni di un’alleanza eterogenea, figlia dell’”anatra zoppa”, tra la coalizione di centrosinistra, capitanata dallo stesso Fiorita, e un’area di centrodestra riconducibile al consigliere regionale di Forza Italia Antonello Talerico si sono rivelate per quelle che erano: insanabili. Del resto, è sotto gli occhi di tutti l’effetto di questa eterogeneità: un sostanziale stallo amministrativo nel quale il “mantra” del cambiamento sbandierato in campagna elettorale si è sciolto davanti al potere di veto del gruppo Talerico. A fare emergere queste contraddizioni – secondo diversi analisti politici – è stata soprattutto la “nuova” linea del Pd, fino a qualche giorno fa timido e supino, e soprattutto debole ma poi capace di alzare la voce nell’ultima sanguinosa interpartitica, nella quale ha “sfidato” Fiorita “strappando” con il sindaco al quale aveva chiesto un riequilibrio della sua amministrazione in una direzione più progressista”. (Corriere della Calabria).
La vicenda di Fiorita dimostra come se ce ne fosse bisogno il cul de sac in cui si trovano i sindaci meridionali di citta’ non piccole. Tutto il loro impegno, tutte le loro energie sono impegnate nel tentativo di restare a galla, di non essere costretti a lasciare. Per tale scopo occorre un sindaco con grandi doti politiche, manovriero, mediatore, insomma democristiano. E’ evidente che cosi’ facendo il sindaco amministratore, impegnato a guidare la macchina comunale, a renderla efficiente, non esiste. Le uniche realizzazioni che puo’ fare sono opere pubbliche per le quali ha ricevuto finanziamenti ed esse vanno da se’, attraverso l’ufficio tecnico.

La maledizione dei sindaci meridionali e’ questa: resistono solo i politici e gli amministratori non esistono. Tutto cio’ spiega i dissesti dei comuni, dal momento che le macchine comunali (tanti impiegati e operai comunali) operano in regime di autogestione, a ruota libera, non vengono dirette. I sindaci politici affrontano un solo problema, quella di avere una maggioranza in consiglio comunale; i sindaci amministratori al contrario tentano di risolvere i problemi concreti della loro comunita’.

Fiorita e’ persona di cultura, a me non piace perche’ spesso e volentieri si abbandona al campanilismo piu’ becero mortificando Lamezia e i lametini. Non so se dimostrera’ doti politiche o no, sono sicuro di una cosa pero’, che anche Catanzaro, citta’ che avrebbe bisogno di buoni amministratori, deve assistere ai balletti di un politica sempre alle prese con la gestione del potere.