In Italia, se ci pensiamo bene, ci sono due problemi irrisolvibili, o meglio due problemi che la nostra politica racconta come irrisolvibili. Il primo e’ l’evasione fiscale che oggi un esperto come Ruffini dell’Agenzia delle Entrate sarebbe in grado di risolvere alla radice se la politica non lo ingabbiasse con norme assurde fatte ad uso e consumo degli evasori. Il semplice intreccio dei dati possibile con l’intelligenza artificiale applicata alle banche dati renderebbe la vita difficile agli evasori totali e a quelle categorie ben individuate, che a cominciare dai tassisti dichiarano somme irrisorie annuali.
Il secondo problema lo chiamerei il trionfo dei furbastri che comprendono tutti gli assenteisti che lavorano nella PA e tutti quelli che con inidoneita’ e falsi certificati medici vengono assunti da un ente pubblico per fare un lavoro, per es. il medico in un ospedale, e diventano travet in ufficio (“In Calabria la sanita’ dei paradossi, i pochi medici in servizio mentre gli imboscati sono oltre mille”). I furbastri non vengono debellati perche’ abbiamo governi intenti ad aumentare le pene per vari reati invece di tagliare alla radice il legame tra i furbastri e chi li favorisce. Prendiamo le commissioni mediche che rilasciano ad altri medici le inidoneita’. Il fenomeno non si comprende se non mettiamo a fuoco il carattere nazionale.
Vorrei qui segnalare l’accattonaggio degli italiani, che siamo un popolo da sempre disposto a tutto per pochi spiccioli. Non so se avete mai visto le file interminabili che si formano ai Mc Donalds in tutta Italia quando annunciano uno sconto di pochi euro. C’e’ stata gente che si e’ presentata il mattino con il pigiama ai McDonalds per usufruire una volta di uno sconto di 1 euro su cappuccino e cornetto! I commercianti vendono solo se mettono “sconti” davanti al negozio. Una ditta di mobili lo ha cosi’ capito che in tv passa da una svendita d un’altra, come tutte le ditte di materassi. Gli italiani si vendono per niente quindi perche’ mai dei medici non dovrebbero fare a dei colleghi un semplice certificato “a buon rendere”? Inidoneo, via, che ci vuole?
Una volta Vittorio Sgarbi faceva programmi televisivi e non aveva tempo di lavorare in una Sovrintendenza che dirigeva dietro lauto compenso. Allora il furbacchione presento’ certificati medici che attestavano di dover far spesso pipi’ e quindi di non poter lavorare, se non in tv, s’intende. Perche’ mai un medico non avrebbe dovuto a buon rendere rilasciare un certificato medico fasullo al grande Sgarbi? Per paura di una pena? Perche’ mai un medico di famiglia ad una docente che da 8 anni all’Immacolata ogni 8 dicembre pretende da lui un certificato medico per tornare a scuola dopo l’Epifania (deve fare le vacanze di Natale a Cortina dove ha una casa), non dovrebbe rilasciarlo se quella al rifiuto lo cambia con un altro collega? Che motivo serio dovrebbe avere quel medico per rifiutarsi? Per coscienza, per deontologia professionale? Oggi, che siamo disposti a venderci per pochi spiccioli, accattoni, e amichettisti (non piu’ clientelari) che era roba della prima Repubblica? Se non instauriamo il conflitto di interessi non ne usciamo. Se io non ho interesse a richiedere la fattura ad un idraulico, non la richiedo, mi prendo lo sconto. Se un medico che si rifiuta di rilasciare certificati medici senza vedere il paziente, o per attestare false malattie, non ha interesse a farlo, non lo fara’. Anche se aumentiamo la pena per aver rilasciato falsi certificati non potra’ mai esserci un medico B che dichiari falso il certificato del medico A. Anche se A ha detto che Tizio e’ cieco (e gli danno la indennita’) e poi B scopre che ci vede benissimo, non e’ possibile condannare il medico A: i miracoli esistono e Tizio ha riacquistato la vista.
Ora, si legge su la C news (Luana Costa 18 settembre 2024), a Catanzaro una dipendente dell’Asp e’ stata fatta pedinare da un investigatore privato mentre era in malattia. Il suo avvocato: «Illegale, denunciamo». È una battaglia a colpi di carta bollata quella che si sta combattendo tra l’Azienda sanitaria e una impiegata che è andata anche al mare e dall’estetista durante tre mesi di assenza. Il suo legale diffonde la relazione dell’agenzia investigativa ma contesta la liceità dell’indagine: «Non si può fare, violati i diritti della mia cliente».
Cosa dice l’avvocato? Dice: le visite fiscali potete farle in orari precisi della giornata, l’investigatore privato invece mi controlla il dipendente per tutta la giornata e quindi c’e’ un vizio di forma. L’Italia e’ un popolo di accattoni, dicevo prima; adesso aggiungo che non siamo un popolo di santi navigatori e poeti come ci piace sentire ma di accattoni e sofisti. Da noi dominano la forma e i cavilli, come il duo Benigni/Troisi spiegarono magistralmente in “Non ci resta che piangere” con la scenetta di ” Alt, chi siete?…cosa portate?… si’ ma quanti siete?… Un fiorino”. La forma, non la sostanza. Ecco l’Italia diventata il regno dei dottor Pettola (Azzeccagarbugli: A saper ben maneggiare le gride, nessuno è reo e nessuno è innocente). Se in Italia avessimo una cultura civile, se dominasse la sostanza (e il semplice buon senso) si disporrebbe e saprebbe che un ammalato non in grado di recarsi al lavoro, non e’ ammalato se va in piscina, dall’estetista, se partecipa a gare sportive, se scia, se va in vacanza. Se, come successo a Catanzaro, fa acquisti al centro commerciale, puntatine al centro di bellezza e poi giornate trascorse al mare.
L’Italia e’ quel paese dove un vigile urbano venne fotografato mentre timbrava in mutande. Poi gli dovettero restituire gli stipendi che gli avevano sottratto perche’ hanno scoperto che il vigile abitava sopra il comando. Cavilli, avete mai visto un solo dipendente pubblico che comincia il suo lavoro in mutande? Si, ma poi e’ tornato a casa e si e’ messo i pantaloni. Appunto, risultava che stava lavorando anche quando stava a casa sua e si metteva i pantaloni, magari poi si e’ fatto la barba, ha preso il caffe’ e infine e’ andato in ufficio. Cose impossibili da far capire agli italiani. Gli italiani sono al bar, al supermercato, e per loro e’ lavoro. Come una mia docente che lasciava la classe, andava a farsi i fatti propri e poi tornava trovando i babbei dove li aveva lasciati. O un altro che si faceva tutti i viaggi con gli alunni solo che gli alunni andavano a Milano e lui si fermava a Roma con la figlia.
Io avevo dipendenti che timbravano entrate e uscite ma quando in orario di lavoro lasciavano la scuola per andare al bar o in qualsiasi altro posto non volevano timbrare di nuovo uscita e entrata. Un giorno arrivo’ la finanza e controllo’ all’improvviso i dipendenti in servizio e quelli che risultavano “entrati” col budge. Tutto perfetto e si congratularono con me. Io risposi che per far capire ai dipendenti che durante l’orario di lavoro potevano uscire purche’ timbrassero l’uscita mi ci erano voluti mesi e mesi di convincimento.
La donna che ufficialmente risulta assente per malattia dall’ufficio ma che lamenta di essere «pedinata dal proprio datore di lavoro contra ius e nello svolgimento dei propri atti di vita quotidiani» e’ un’altra pagina ridicola della nostra storia quotidiana. Evasori e furbacchioni la politica italiana, al contrario degli altri paesi avanzati (Gran Bretagna, Francia, Germania, paesi nordici) non intende debellarli. Basta pensare solo che in Francia non esiste come da noi la ritenuta alla fonte per i dipendenti pubblici. Da noi abbiamo le migliori menti giuridiche che sul cavillo hanno costruito carriere, professioni, cattedre universitarie. Vengono da lontano, dalle nostre migliori tradizioni, sono riusciti a trasformare quello che contraddistingue lo stato di diritto, ovvero la tutela dei diritti individuali, in un passpartout per aprire tutte le porte del nostro sistema giuridico.
Poi con le intercettazioni a strascico, trascritte alla sanfason da anonimi, ritagliate e incollate ad uso e consumo dei pm, trasmesse ai giornalisti amici per finire sulle prime pagine dei giornali, si imbastiscono indagini per costruire popolarita’ e carriere. Con la scusa di cercare i colpevoli, che poi devono essere nomi ben noti all’opinione pubblica altrimenti non fa nessun effetto, la tutela dei diritti e la presunzione di innocenza ce le siamo giocate. Il meccanismo perverso e’ ormai ben noto, lo ha spiegato lo stesso Di Pietro una volta: si parte sempre da chi vuoi colpire, e poi si cercano le colpe da attribuirgli. Non dai fatti per arrivare al presunto colpevole ma al contrario, dal presunto colpevole. Che puo’ essere un politico noto o la Juve, fa lo stesso, i pm piu’ sono tifosi piu’ sono giustizialisti. Solo evasori e furbacchioni assenteisti vengono lasciati fuori. Sapete, la tutela dei diritti…