Il film Pap Music allo Space cinema/ Come si e’ ridotto il cinema italiano

(frasco) Anche ai 2 Mari allo Space Cinema di Lamezia proiettano un film di animazione italiano presentato a Venezia e costato la bellezza di 4 milioni. Distribuito in 190 sale, la sua bruttezza ha suscitato in chi lo ha visto (a Lamezia ieri una sola persona)  una sola domanda: come e’ stato possibile finanziarlo e farlo uscire?  L’unica voce fuori dal coro e’ stato finora Gianmaria Tammaro su Dagospia, tutti gli altri media avendo ospitato finora una unica velina preparata dai realizzatori (il regista, pensate, si chiama LeiKiè) che spiegano come per partorire l’idea ci abbiano messo ben 14 anni, un team di 200 persone. Chi lo ha visto ancora non capisce se sia uno scherzo, uno scandalo o qualcosa di terribile che spiega il cinema italiano e certe dinamiche, visto che il film presenta anche il patrocinio del Ministero della Cultura.

DAGOSPIA “PapMusic – Animation for Fashion” non è un film, è un mistero. Prodotto e distribuito da Not Just Music, diretto e scritto da LeiKiè, è stato sviluppato – ci fa sapere il comunicato stampa – in “full CGI”. Guardando il trailer, non si sa che cosa pensare. Perché sia i modelli che le animazioni sono vecchie, basate su un motore grafico oramai sorpassato e obsoleto.

Il punto forte, però, non sembra essere questo. Ma la storia. Citiamo sempre dal comunicato stampa: “un mix di romanticismo, comicità e musica nel mondo della moda!” Tra i doppiatori ci sono i nomi di Luca Ward, Rudy Zerbi, Marco Mazzoli, Jake La Furia, Regina, Sergio Sylvestre, Fernando Proce, Andrea Carpinteri, Ginta, Luca Abbrescia, Tamara Donà, Mauro Situra, B-nario e Marco De Lucia.

Il budget complessivo, dicono voci di corridoio, si aggira sui 4 milioni di euro. E come suggerisce il logo sul manifesto ufficiale, c’è stato anche un finanziamento da parte del Ministero della Cultura (se fate attenzione ai materiali, troverete anche uno straordinario “con il patrocigno”, scritto proprio così, “della Nazionale Italiana Cantanti”).

Ma che cos’è, alla fine, PapMusic? Secondo LeiKiè è una piccola, grande rivoluzione. Durante la conferenza di presentazione, ha detto di essere già al lavoro su un sequel. Il pubblico, però, non sembra essere così entusiasta. Basta dare un’occhiata ai commenti di uno qualsiasi dei post che sponsorizzano il film.

PapMusic non rappresenta né il cinema italiano né chi, ogni giorno, si impegna per sviluppare progetti animati. È una cosa diversa, altra, che non appartiene a nessuna categoria – e in parte, bisogna dirlo, è una fortuna.

Se arriverà in sala, sarà grazie a un accordo che Not Just Music ha stretto con The Space e UCI Cinemas. Si favoleggia di una distribuzione in 190 copie. Per intenderci: Vermiglio, che è il film che è stato scelto per rappresentare l’Italia ai prossimi Oscar, è disponibile da questa settimana in 70 copie. Le opere di Isao Takahata, che sono state riportate in sala da Lucky Red lo scorso agosto, non si sono nemmeno avvicinate alla metà di questo numero (The Space, anzi, ha preferito cancellare alcune delle proiezioni che aveva annunciato).

Tecnicamente, PapMusic non offre niente. Né innovazione né intuizioni particolari. E sembra assurdo sentire parlare, in conferenza stampa, di “rivoluzione” per il cinema italiano. Perché questa non è una rivoluzione. È un problema. Qualche coraggioso giornalista si è lanciato in paragoni estremi: ricorda Polar Express, è stato detto. Al di là dell’impatto che può avere sulle sale, si rischia di creare un cortocircuito importante anche con il pubblico, che fa già molta fatica a fidarsi dei film animati italiani, e con l’estero.

PapMusic non ha nessun senso. E non ce l’ha sotto diversi punti di vista: per il momento in cui è arrivato, per il modo in cui è stato raccontato; per i toni eccessivi che sono stati utilizzati, e per questa evidente rottura tra percezione del reale e la propria interpretazione del mercato, dell’industria e, soprattutto, dei gusti degli spettatori.

A Venezia è stata organizzata una festa per presentarlo. E alcuni articoli ne hanno parlato come di un vero e proprio trionfo. Ma è davvero questo il cinema che vogliamo vedere? Quello di cui abbiamo bisogno per ripopolare le sale e per ricostruire il legame di fiducia con il pubblico?

Innumerevoli esordienti fanno fatica anche solo a ottenere un incontro con un produttore, figuriamoci ad avere il proprio film in programmazione, con un accordo da 190 copie con UCI Cinemas e The Space, e un sostegno del Ministero. PapMusic – Animation for Fashion sarà al cinema dal 26 settembre. In bocca al lupo.