(28/3/2018) La notizia dopo un mese finisce sui giornali: una classe primo superiore di un istituto commerciale di Alessandria ha legato una prof (con difficoltà motorie) con la sedia alla cattedra, l’ha presa a calci e come se non bastasse, il video è stato postato su Instagram (siamo o non siamo moderni?). Gli studenti sono stati sottoposti ad una pena “terribile”: un mese di sospensione ma con frequenza. Tale sanzione ormai molto di moda nelle scuole è come far finta di dare uno schiaffo che in pratica è una carezza. Chiunque vuole può capire adesso lo stato dell’arte della scuola italiana, dove tutti vengono promossi perchè non si deve mai bocciare nessuno, e tutti possono fare quello che vogliono, perchè non si deve mai applicare una sanzione. Nelle scuole s’insegna di tutto di più tranne la nozione principale:
Che ciascuno di noi in questa vita è responsabile delle proprie azioni, che alcuni declinano nel “non fare agli altri quello che non vuoi venga fatto a te”. Mai apparire escludenti e repressivi, nella scuola italiana. All’ignoranza e al bullismo lo Stato deve reagire solo con le chiacchiere. Dimenticavo, tutti gli studenti di cui sopra devono pure svuotare i cestini durante la ricreazione. Non siamo però sicuri che la Corte europea dei Diritti dell’Uomo e la Convenzione di Ginevra consentano tali pene alternative socialmente utili a carico di studenti, forse sono torture.
Ma l’ultima decisiva domanda che pongo è la seguente. In casi come questi perchè si parla di “studenti”?
Gli “studenti” sono ragazzi normali che frequentano una scuola per studiare. Sui giornali non troverete mai una notizia come questa: alcuni “fedeli” vanno in una chiesa, legano il parroco e lo prendono a calci. Per rispetto ai veri fedeli state sicuri che sui giornali la notizia sarebbe data cosi’: alcuni energumeni vanno in una chiesa, legano il parroco e lo prendono a calci.
Oggi, 29 marzo, una mamma dei ragazzi puniti dice su “Repubblica”: “sono quattordicenni, non sono delinquenti, non hanno compiuto alcun reato, sono mortificati”. Non so per voi, ma la sopraffazione di una docente claudicante a me sembra più grave di un furto. Nella scuola si deve fare moltissimo per gli studenti, e cacciare via (mandare a lavorare) i non studenti. Se non fai questo, gli studenti e lo Stato soccombono. In Italia però in tv parlano i carnefici, le vittime si dimenticano (v. Brigate rosse)