«Cosa penseremmo di una manifestazione per festeggiare l’anniversario della strage di piazza Fontana? Che idea ci faremmo di un sit-in per inneggiare all’11 settembre? Non serve rispondere, si spera. Ma se i trucidati sono civili ebrei, questo per qualcuno cambia tutto: manifestare non solo si può, si deve». Così scrive Stefano Cappellini su Repubblica a proposito della manifestazione romana di sabato, dopo avere citato il comunicato diffuso dal centro sociale milanese Vittoria («Noi ricordiamo il 7 ottobre come la data in cui il popolo palestinese ha messo in gioco la propria esistenza per non morire giorno dopo giorno nell’assoluta indifferenza») e anche l’appello lanciato dai Giovani palestinesi d’Italia e altre associazioni («Il 7 ottobre è la data di una rivoluzione»). A dimostrazione del fatto che «le ragioni su cui è fondato il divieto, comunque le si giudichi, sono confermate: sabato si scende in piazza per celebrare l’anniversario di un eccidio».