176 milioni di perdite. Questo il dato elaborato oggi da Calcio e Finanza, ricavato dalla semestrale di Exor, e riferito a quello che sarà il bilancio della Juventus. Sul tema, abbiamo raggiunto e chiesto delucidazioni al Professor Fabrizio Bava, docente di economia aziendale all’università di Torino.
Professore, cosa ci dice questa proiezione di rosso da 176 milioni di euro sul bilancio della Juventus?
“Le aspettative sono intorno ai 180-200 milioni di rosso, quindi 176 è migliore delle attese. Va però preso con cautela, lo scopriremo venerdì quando il CdA approverà il progetto. Dovendo comunicare i dati per il bilancio di Exor è probabile che qualche piccolo aggiustamento non sia ancora stato fatto. L’anno scorso – vado a memoria – il dato peggiorò perché mancava la svalutazione su Bonucci. Quest’anno ci sono state alcune operazioni, in particolare la risoluzione del contratto di Szczesny e la cessione di Chiesa, che comportano una svalutazione. Parliamo di 4-5 milioni che ballano e non sappiamo se sono già stati considerati in questi 176. Un intorno di 180 milioni è a questo punto una stima corretta. La Juventus aveva dichiarato che nel secondo semestre la perdita sarebbe stata inferiore, per una serie di questioni tecniche ci sono più costi e meno ricavi nella prima parte dell’anno, ed effettivamente così è. Ma c’è un dato più interessante…”.
Quale?
“Lo scopriremo quando saranno comunicati i dati di bilancio, l’attesa più importante è sui costi più che sull’utile. Vista la mancata partecipazione alla Champions, era noto ci sarebbe stato un dato pesante. Siccome l’obiettivo è arrivare al più tardi nel giugno 2027 all’utile, per arrivare lì in condizioni “normali”, senza vincere la Champions tutti gli anni, bisogna ridurre i costi. E’ interessante vedere quanto sarà il risparmio in ingaggi e ammortamenti il 30 giugno 2024 rispetto al 20 giugno 2023. Sappiamo che il mercato estivo ha consentito un moderato risparmio, nonostante gli investimenti, e che sono già stati portati a casa risparmi, a tendere verso il 2026, per quasi 40 milioni. Anche perché il contratto di Arthur scadrà e non ci sarà un costo significativo. Inoltre, ci sarà la scadenza di altri calciatori fuori dal progetto. Se si dovesse chiudere il bilancio con 180 milioni di perdita, si può ipotizzare: 80-100 milioni saranno recuperati con la Champions e quindi per arrivare all’utile ci sono sempre 80-90 milioni di costi da tagliare. Per metà di questi, circa, il lavoro è già stato fatto: tra risparmio immediato e quello a tendere del mercato, considerando anche il cambio di allenatore e Thiago Motta che, con lo staff, costa meno di Allegri. Per arrivare all’utile, poi, molto dipenderà dalla capacità di aumentare i ricavi. L’ipotesi che faccio è che la Juve arrivi con costanza agli Ottavi di Champions, come dichiarato nel business plan, e in tre anni tagli 90 milioni. Di questi una 40ina sono già incamerati, vuol dire che non sono prevedibili grossi sacrifici”.
Quindi cosa può cambiare sul mercato?“Se anche la Juventus vendesse Bremer, se poi ne compra un altro e il costo di ingaggio e ammortamento sono simili, non cambia molto. Diverso il discorso con Vlahovic, perché è probabile che non sarebbe sostituito con un attaccante che ha costi simili. L’abbiamo capito tutti, 40 milioni di costo annuale per un singolo giocatore come Vlahovic non è alla portata di un bilancio come quello della Juventus. Se si riuscisse a raggiungere un accordo nei prossimi mesi per spalmare l’ingaggio, allora quello potrebbe portare un beneficio molto importante, magari si tirano fuori più di 10 milioni l’anno senza vendere nessuno”.
In definitiva, visti i numeri, possiamo guardare al futuro del club con ottimismo?
“Per fortuna la Juventus ha una proprietà molto solida, Exor ha sempre dimostrato ove necessario la disponibilità a iniettare capitali e l’hanno dimostrato anche gli azionisti di minoranza: lo dimostra l’ultimo aumento di capitale che è stato un successo. Non è un’ipotesi campata per aria immaginare che ci potrebbe essere un altro aumento di capitale. O si cederà un Vlahovic o un Bremer per evitare l’aumento di capitale, oppure un aumento di capitale, magari non gigantesco, potrebbe esserci. A livello patrimoniale potrebbe esserci questa esigenza, se dovesse emergere il problema, la proprietà non avrebbe problemi, a differenza di altre a sottoscrivere. La strada è di arrivare all’utile, se la Juventus non ha ceduto un big è perché la strategia la fa il proprietario. Il socio di maggioranza avrà dato rassicurazioni all’ad dicendo, vai verso l’utile ma senza fretta perché vogliamo comunque una squadra competitiva. Una scelta diversa, per esempio, da quella del Milan che ha messo davanti le esigenze di bilancio; l’Inter ha mantenuto l’approccio precedente: acquisti moderati senza svendere i big. La Juventus continua a essere sulla strada giusta, ma la salita non è conclusa e c’è ancora qualcosa da mettere a posto. La situazione non deve preoccupare, tutto sta andando come si prevedeva sarebbe andata”.