Aeroporto/Il destino dei lametini, servi sciocchi (mai vittimisti)

A fine agosto scrivevo (Aeroporto Lamezia/Il destino dei lametini, porgere l’altra guancia) :

Il nostro dramma consiste nel fatto che ogni volta (dall’Universita’ all’Asl sino all’aeroporto) noi lametini siamo stati massacrati con l’assenso esplicito dei nostri politici lametini, veri servi sciocchi dei potenti di turno.

Quindi, se giunti al 3 ottobre, disponibili i dati estivi dei passeggeri transitati negli aeroporti calabresi, la tendenza appare chiara ed irreversibile, ovvero lo scalo di Reggio Calabria grazie alle scelte Ryanair favorite dal duo Occhiuto/Cannizzaro e’ in ascesa e noi in discesa, continueremo chissa’ per quanto tempo a leggere recriminazioni, proteste ed indignazioni dei lametini. (Lamezia, Grandinetti (Pd): “Aeroporto sempre più in basso nel silenzio di Mascaro”).

A me interessa ancora una volta segnalare una tendenza storica che riguarda noi lametini, da sempre causa (e non vittime) dei nostri guai politici. Dall’universita’ all’aeroporto all’ospedale tutto cio’ che ci e’ stato sottratto e’ stato possibile -sempre- con le nostre quinte colonne. Ovvero: il vittimismo consiste nel piangersi addosso addebitando ad altri la causa dei propri mali. Ma noi lametini non siamo mai stati vittimisti perche’ tutte le scelte fatte ai nostri danni le abbiamo condivise.

Dagli amici di Mancini sino agli amici di Occhiuto la nostra storia e’ la storia di servi sciocchi, accontentati con briciole in cambio di adesioni e consensi. Non so, non lo posso sapere (anche perche’ la storia non si fa con i se, ma solo con i rapporti di forza) cosa sarebbe successo se l’intera citta’, l’intera comunita’, non avesse accettato il pacchetto Colombo che prevedeva per noi l’industria chimica, mentre a Cosenza si dava l’universita’ (oltre che l’autostrada) e a Catanzaro il capoluogo in coabitazione con Reggio Calabria. Persa l’universita’, perdemmo l’unico treno sul quale saremmo dovuti salire per avere un futuro diverso (il Santo passa una sola volta davanti alla porta). Poi per la tipica citta’ terziaria che siamo non e’ stato contemplato nessun ruolo se non quello assegnatoci dalla natura, l’aeroporto nella piana al centro della regione.

C’e’ un detto che s’addice ai lametini: Se fa a pecora ti mangia u lupu (se fai la pecora ti mangia il lupo). Anzi, ce ne sarebbe anche un altro adatto a noi: Per il cieco non fa mai giorno.

Siamo stati capaci, e Mascaro non e’ il primo ma solo l’ultimo che non ha capito questo destino storico che viene da lontano, di lasciare a tutti gli altri l’aeroporto, in cambio di mancette, alcuni precari, operai e impiegati assunti. L’aeroporto di Catanzaro (localita’ S. Eufemia Lamezia) e’ ora destinato, dalla politica regionale (che se lo e’ annesso buttando fuori il socio privato perche’ era di Lamezia ed eliminando il CdA) ad avere un ruolo minore rispetto allo scalo di Reggio che, a sua volta, freghera’ Catania. Occhiuto fa benissimo a fare quel che ha fatto, in tandem col ras di Reggio del suo partito, quel che e’ assurdo e’ che abbia ricevuto l’avallo del sindaco di Lamezia.

Ma noi lametini siamo cosi. Ci accontentiamo di poco, siamo sempre disponibili e, senza alcuna distinzione politica, il ruolo di Lamezia nel suo complesso viene sempre sacrificato sull’altare di piccoli tornaconti personali o di gruppo. Cosi’ come trovavi negli anni sessanta socialisti lametini che ti spiegavano quanto Mancini avesse ragione a voler fare l’Universita’ ad Arcavacata, allo stesso modo oggi trovi forzi italioti che ti spiegano come Occhiuto abbia fatto bene a penalizzare Lamezia a favore dello scalo di Reggio. Con chi te la prendi se Lamezia presenta sempre quinte colonne sempre prone ai voleri del potente regionale di stagione?

LA FORTUNA DELLA GEOGRAFIA