Gli italiani (e quindi i politici che votiamo) non possiamo capire cosa significhi nell’economia globale in cui viviamo un paese come il nostro che abbia una spesa pubblica di 1000 miliardi (di questi 164 in spesa assistenziale, con il paradosso che gli italiani si sentono anche poco assistiti…). Come ha scritto Daniele Manca nell’eterno gioco delle parti (la lotta politica sin dalla I Repubblica in Italia e’ una pantomina) «Il governo rivendicherà di aver abbassato le tasse. Altri, l’opposizione, diranno il contrario. È sempre stato così». Osservate bene a cosa il bipopulismo e la demagogia, che ormai resta l’unico modo conosciuto per far politica, hanno portato.
Da una parte i fascisti (o la destra o il centrodestra, insomma quella cosa li’) che vogliono far credere ai gonzi che le tasse (o i «sacrifici») sarebbero addirittura «di sinistra»; dall’altra la sinistra o l’agognato campo largo, tutti quelli insomma che vorrebbero meno mercato e concorrenza e piu’ Stato che rimproverano il governo di non tagliarle abbastanza.
Ormai e’ facile in Italia capire che non esiste piu’ la lotta politica in quanto tutti, nessuno escluso, dall’estrema destra alla sinistra, sono contro il Mercato; la Concorrenza; le Banche; il Capitalismo; le Tasse e i Sacrifici. Cetto Laqualunque propugnava Piu’ pilu pi’ tutti. I nostri politici aggiungono: piu’ soldi pi’ tutti. Che poi e’ la stessa cosa, se pensiamo ai femminicidi e agli stupri ormai senza piu’ controllo; e alla demagogia di una politica basata esclusivamente sulla spesa pubblica da finanziare non con l’aumento della ricchezza e del reddito annuo ma solo a debito. Da lasciare alle generazioni future che Dio le abbia in gloria.