Quelli, ma non so quanti siano in realta’, che in tutti questi anni sono diventati, da Benigni a tanti professori universitari, i difensori strenui dell’intoccabilita‘ della nostra Costituzione, meritano di essere osservati da vicino.
Con le migliori intenzioni spesso nella vita si compiono azioni ingiustificabili e pertanto tutti siamo in buona fede sino a prova contraria. Siamo tutti d’accordo che quando, come nel caso della riforma del titolo V, si e’ messo mano alla costituzione piu’ bella del mondo, spesso si sono compiuti errori madornali, tuttavia il tentativo di Renzi di riformarla nel 2016, come avevamo previsto in tanti, fu bruciato non tanto dalla sua presunzione ma dalla ideologia della “Costituzione intoccabile” di tanti suoi avversari di sinistra. Come ogni prodotto umano anche la nostra carta risente del passare del tempo.
La seconda parte, quella che definisce le strutture dell’ordinamento statale, e’ evidente che andrebbe aggiornata superando il bicameralismo perche’ Camera e Senato nel 1947 furono pensati in un modo (e in un mondo) che oggi ci appare privo di senso. L’umanita’ pensa, ragiona, opera, sulla base delle condizioni materiali in cui vive. Se uno vive in un tempo in cui l’acqua corrente e’ un lusso, e per fare una foto occorre chiamare uno del mestiere che ti mette in posa, e’ chiaro a tutti che oggi, quando ci facciamo una doccia prima di uscire e gli autoscatti, si ragiona in modo diverso da lui.
Per spiegare meglio quanto intendo sostenere vorrei invitare tutti quelli che leggono l’art. 21 Cost. (Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure) di continuare la lettura dell’articolo senza fermarsi, perche’ e’ vero che la Costituzione protegge la libertà d’espressione ma per la verità l’articolo 21 si conclude con le parole «sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume».
Forse è ora di finirla di feticizzare una Costituzione scritta senz’acqua corrente in casa, ma con in testa il concetto di «buon costume». Credo sia giunto il momento di capire nel 2024 che nel 1947 tutti i 75 componenti dell’assemblea costituente si intendevano quando uno di loro parlava di “buon costume”. Mentre al contrario oggi io e i miei quattro amici al bar se intendessimo definire il concetto parlandone facendo un aperitivo romperemmo l’amicizia. Oggi in cosa consista il buon costume di cui parla la Costituzione non lo sa nessuno, ma non perche’ siamo diventati tutti osceni peccatori. Si cambia, nessuno di noi rimane uguale a se’ stesso per tutta la sua vita, cambiamo idee e opinioni e sentimenti e usi o abitudini. Cosi’ come cambiano gli strumenti che utilizziamo nelle nostre giornate. Che ci sia allora una carta chiamata Costituzione che passa il tempo e resti intoccabile non solo per molti costituzionalisti, ma per molti politici e tanti elettori italiani, a me sembra la prova provata che i concetti di destra e sinistra in politica non hanno piu’ ragione di esistere. Perche’ quelli di estrema sinistra cosi’ conservatori sulla nostra Costituzione dimostrano ogni momento che intendono negare semplicemente una legge di natura: il tempo passa e quello che era vero ieri, oggi non lo e’ piu’. Pertanto i negazionisti non sono solo quelli che chiamiamo terrapiattisti, o no vax, ma anche quelli che non accettano di vedere che anche la Costituzione piu’ bella del mondo e’, come avviene a tutti noi e per tutte le cose terrene, invecchiata. E in casi estremi e’ necessario finanche sottoporsi a trapianti per sostituire organi inservibili.