Le 4 verita’ aspettando Trump (ma io sono apocalittico)

Vorrei pubblicare alcune citazioni prima di apprendere se ci arriva la condanna di Trump. «L’America ce l’ha fatta: abbiamo eletto un troll alla presidenza». Nel gergo di Internet, il troll e’ l’utente di una comunità virtuale, solitamente anonimo, che intralcia il normale svolgimento di una discussione inviando messaggi provocatori, irritanti o fuori tema.

L’ha detto Dave Chappelle otto anni fa, nel monologo d’apertura del primo “Saturday Night Live” dopo le elezioni vinte da Donald Trump. Chappelle, secondo Guia Soncini, aveva capito una cosa che otto anni dopo  pare ancora sfuggire al ceto medio complessato: certo che le spara grosse, e se gli vai dietro ha vinto lui.

La prima (1) verita’ da scrivere sul taccuino e’ dunque la seguente. Viviamo ora in un tempo in cui se vuoi avere successo in politica, la devi sparare grossa.

«I miei genitori erano immigrati, io sono il prodotto dello stato sociale». L’ha scritto su Twitter (o come si chiama ora) Cardi B, chiunque ella sia, in risposta a Elon Musk, che l’aveva definita un burattino animato dal partito democratico.

Subito dopo è comparsa la risposta d’una tizia che le scrive «Cardi, tu sei il prodotto della cultura della zoccolaggine», e peccato che la tizia verrà liquidata come una hater, perché ha illuminato una grande verità: quel che per te non fa il welfare, lo fa la cultura della zoccolaggine.

Questa e’ la seconda (2) verita’ che occorre scrivere sul taccuino. Quel che per te non fa il welfare, lo fa la cultura della zoccolaggine. E non c’e’ neppure bisogno di pensare alla vicenda Sangiuliano/Boccia. Spiega infatti Soncini: Quando avevo vent’anni io, se eri caruccia e senza talenti andavi ai provini di “Non è la Rai”, ma era un numero di posti di lavoro limitatissimo. Adesso, grazie all’ampliamento della cultura della zoccolaggine e dei suoi mezzi di produzione, devi solo accendere la telecamera del telefono. E a quel punto sculettare, candidarti, entrambe le cose: di sicuro non finisci a lavare le scale, se di presentabile presenza (o se abbastanza impresentabile da divenire telegenica). Nella cultura della zoccolaggine la valuta sono i like e non si fa la morale alla clientela che decide come ti preferisce. Trump ne è il prodotto perfettissimo, ha ragione Dowd: «Può essere rotondo o quadrato, per TikTok o contro TikTok, per le criptovalute o contro. Non ha nessuna filosofia, tranne: cosa ci guadagno?».

Passiamo adesso a scrivere la terza (3) verita’ sul taccuino, che e’ questa: Comunque vadano queste elezioni, una cosa è chiara: Donald Trump il posto di troll in chief l’ha ormai perso, quel ruolo ora appartiene a Musk, che ha investito i suoi soldi in una piattaforma su cui l’umanità possa ogni giorno dimostrare la propria scemenza.

Infine, c’e’ da annotare una quarta (4) verita’ che corrisponde ad un vecchio detto di John Maynard Keynes: l’inevitabile non accade mai, l’inatteso sempre.

Come ha scritto Francesco Cundari, il disastro prodotto dal surriscaldamento politico globale in atto dal 2016, con Brexit e l’ascesa di Donald Trump, mette da tempo qualunque commentatore davanti alla tipica trappola della prevenzione, in un modo tragicamente simile a quello che si verifica con i rischi ambientali e i guasti del cambiamento climatico: per scongiurare gli esiti peggiori occorrerebbe uno stato di continua allerta e mobilitazione, ma quanto più una tale mobilitazione riuscisse a evitare il peggio, tanto più un minuto dopo i suoi promotori sarebbero delegittimati e sbertucciati come allarmisti, come cassandre da quattro soldi accecate dal fanatismo ideologico o mosse da inconfessabili interessi personali.

Da qualche anno devo confessare che il mio metodo per non diventare apocalittico ogni volta che ci troviamo davanti a bivi storici importanti e’ quello di guardare il pomeriggio su Canale 5 “Uomini e donne” di Maria De Filippi. Guardo dieci minuti della trasmissione e mi dico: lo vedi? Mentre tu e qualche decina di italiani pensate alla eventuale tragedia di Trump eletto Presidente, tanti italiani pensano solo a quale donna e uomo devono invitare a cena stasera per cominciare una conoscenza che finira’ in una stanza di albergo. Quella e’ una trasmissione che mi fa vergognare di essere apocalittico perche’ mi dimostra che gli italiani sono integrati e pensano solo a cose liete. Dico questo perche’ non sono d’accordo con una citazione di Michele Serra che e’ questa:

«Tolte le caste, poche e di pochi, dei regnanti, dei sacerdoti, dei generali, dei mercanti e dei banchieri, riempire la pancia e salvare la pelle sono state, dall’alba dei tempi, le occupazioni fondamentali dell’umanità quasi per intero». 

No, non sono d’accordo, riempire la pancia e salvare la pelle sono le occupazioni fondamentali  solo di una parte dell’umanita’, tranne per quella di cui si occupa la De Filippi. Quelli apocalittici come me, più consapevoli dei rischi rappresentati da Trump per la democrazia in occidente, per la pace e per la sicurezza in Europa e nel mondo, devono dedicarsi a studiare quest’altra parte di umanita’ che possiamo definire “indifferente” e che percio’ ama Trump, quello che lui ha fatto e fa, e speriamo non fara’ piu’. Maria De Filippi dopo la laurea con lode in Giurisprudenza a Pavia e aver tentato il concorso in magistratura, lo ha capito, che c’era tanta gente che aveva bisogno di lei in tv. In fondo aveva capito prima di tutti la cultura della zoccolaggine. Quel che per te non fa il welfare, lo fa la cultura della zoccolaggine. C’e’ un altro programma che ha integrato il nostro welfare, infatti potrebbe anche chiamarsi “Il puttanaio”, si chiama “Temptation island” ed e’ sempre parto della testa della De Filippi.