Trump/Maghi, esperti, tutti tirano ad indovinare e le chiamano previsioni

Stasera, dopo aver saputo che ha vinto Trump, gli esperti ci spiegano perche’ ha vinto. Il difficile e’ prevedere, ma nessuno prevede mai niente. Forse e’ impossibile. Nessuno ha previsto quando sarebbe caduto il muro di Berlino, o che ci sarebbe stata la pandemia, o gli attentati alle Torri gemelle, o il genocidio del 7 ottobre. Ecco perche’ tra le professioni piu’ redditizie ci sono i maghi, ovvero gente alla quale chiedi l’oroscopo. Insomma, la nostra vita, nonostante le nostre incessanti letture, studi, analisi, fatiche per farci una cultura che avveri il “fatti non fummo per viver come bruti”, la nostra vita e’ piu’ frutto del caso che di eventi attesi o previsti. Non solo era difficile prevedere se un delinquente come Trump  sarebbe tornato a fare il Presidente, ma e’ altrettanto difficile prevedere oggi chi vincera’ lo scudetto in Italia o in Inghilterra, o il premio Strega, o il prossimo Oscar al miglior film. E’ difficile essere esperto di qualsiasi settore sino al punto di poter dire, con sufficiente sicurezza: andra’ a finire cosi’. Il risultato esatto non c’e’ nessun matematico al mondo che possa indovinarlo. Voglio dire che ci sono tanti esperti, nei piu’ svariati campi, ma nessuno di essi puo’ spingersi oltre un confine, un limite, e dirci con sicurezza: andra’ cosi’. Neppure in politica, i politologi, o gli storici, o i geopolitici alla Lucio Caracciolo, i giornalisti, gli inviati, gli editorialisti, possono pre-vedere quello che succedera’ domani. Le tendenze, quelle si possono intravedere, o spiegare, o intuire, ma spingersi a poter affermare: l’elezione la vincera’ Tizio e non Caio, e’ solo un tirare ad indovinare.

Nel 1974, durante il referendum per il divorzio, mi trovai, come ho raccontato piu’ volte, a fare da scrutatore in una sezione dell’allora Liceo classico. Insieme con me c’era un distinto signore democristiano cinquantenne col quale facemmo un gioco per passare il tempo. Per ogni elettore, ed erano superiori ai trecento, cercavamo di prevedere il voto (favorevoli o contrari al divorzio). Bene, lo scrutatore cattolico riusci’, come mi aveva preannunciato, ad indovinare il risultato esatto, perche’ lui faceva politica e conosceva davvero il territorio e i suoi abitanti. In quella occasione compresi che si puo’ essere laureati (io lo ero mentre l’altro non lo era), acculturati, impegnati, ma le previsioni elettorali le possono fare con grande precisione quelli che conoscono a menadito una porzione di territorio. Lo scrutatore cattolico, allora, nel 1974, conosceva bene tutti i 350 elettori di quella sezione, io ne conoscevo una cinquantina, ecco perche’ indovino’ quanti erano favorevoli al divorzio. Oggi, passato mezzo secolo, quella previsione non sarebbe piu’ possibile neppure ad un ballottaggio di un sindaco di Lamezia. Oggi non ci sono piu’ appartenenze, sia pure religiose, ci sono, su 350 elettori, tra quelli che si presentano a votare – diciamo la meta’- molti incerti che solo una volta entrati in cabina decidono se dare il voto a Tizio, a Caio oppure di annullare la scheda (o di scrivervi sopra frasi sconnesse).   

(Adriano Sofri) C’erano quattro tabù, all’ingrosso. Cose da non nominare invano, tutte eredità del 1945. L’atomica – mai più. Auschwitz, la Shoah – mai più. Il nazismo. Lo stalinismo. Sono caduti tutti, uno dietro l’altro, nei nostri giorni. L’atomica alla portata di tutte le bocche, di tutte le tasche. La Shoah vilipesa, abusata e rinfacciata. Il nazismo rimbalzato da un fronte all’altro della guerra europea, rimesso all’onore del mondo tedesco, i suoi generali rimpianti dal cialtrone Trump. Il comunismo “reale” rianimato dagli spiriti rossobruni. Un mondo senza tabù: il paradiso, prima della mela. La terra, prima del diluvio. Alleluja.