Mentre tutti guardavano “Hanno ucciso l’Uomo Ragno”, la serie sull’esplosione degli 883 negli anni Novanta, io guardavo “Rivals”, un’ardita serie sulle tv private locali inglesi degli anni Ottanta. Quest’ultima, oltre a presentare il vantaggio di essere ambientata fra le amene colline delle Cotswolds anziché a Pavia, mi ha accalappiato per un motivo che sulle prime non sono riuscito a decifrare, salvo mettere insieme i puntini alla fine dell’ultima puntata. È una serie in cui un parlamentare gioca beatamente nudo a tennis con l’amante, ovviamente nei campi di casa propria; la gente guarda gli show televisivi riunendosi a bere insieme e commentando in modo salace, sapendo che le frecciatine più velenose resteranno nell’entourage; la propaganda politica viene svolta tramite volantini, che vengono accettati dai sostenitori e pacificamente appallottolati dai detrattori; può capitare di vivere una notte di passione con una conoscente incontrata per caso all’estero, senza che in patria ne giunga la minima eco; le persone famose sono famose perché sanno fare qualcosa (equitazione, interviste, informatica, narrativa) e sono infastidite quando il pubblico diventa invadente. Insomma, è una serie sull’ultimo periodo bello della storia, quando non avevamo né telefonini né internet, non lasciavamo continuamente tracce e il grosso della vita scorreva felice, goduto e subito dimenticato.