Vi piacciono quei film alla Vanzina come Sapore di mare (1983), sull’onda della nostalgia e sul filo delle più belle canzoni degli anni Sessanta, quando la contestazione era ancora lontana? Alla sinistra lametina piacciono tantissimo. Essa vive sui ricordi. Mentre la Dia sottolinea nell’ultimo rapporto che l’area «più instabile risulta essere quella di Lamezia Terme, con la presenza e l’operatività delle famiglie dei Iannazzo, Giampà e dei Cerra-Torcasio-Gualtieri, la politica gioca come sempre in un campetto a parte le sue partitelle tra amici.
E’ di oggi la notizia che la direzione del Pd lametino abbia indicato Lo Moro come competitor di Mascaro o chi per lui per il 2025. E’ il caso allora di riassumere a tutti gli smemorati di Lamezia quel che è avvenuto in città dopo quei mitici 20 anni (ecco i ricordi) in cui il popolo si è affidato a Lo Moro e Speranza pur sapendo che -ripeto- la politica (al contrario di Catanzaro, per esempio) da noi gioca a parte e non ha nessuna influenza sull’economia.
Per rifarci allo schema marxiano classico, la struttura è appannaggio delle cosche, la politica opera nell’ambito della sovrastruttura. Dunque, chiunque sia il sindaco della città, potrebbe essere anche Madre Teresa, i lametini mangiano, bevono, lavorano, vivono secondo quello che decidono i boss. Il comune occupa un centinaio di dipendenti che fanno quello che vogliono e i nostri sindaci si occupano di mostre, rassegne, spettacoli, cerimonie, processioni. Veniamo alla politica. I lametini votano a destra un pò perchè le cosche è evidente son fasciste un pò perchè il popolo meridionale conosce solo il ribellismo, la Vandea, ovvero si vende molto facilmente. Da noi la differenza tra elezioni politiche e amministrative è proverbiale. Alle politiche Lamezia è sintonizzata sulle tendenze nazionali (voto d’opinione), talvolta le anticipa, alle amministrative il popolo ragiona in modo autonomo. Se non avete presente questo schema non potete capire perchè alle politiche Lamezia vota i grillini (2018) mentre alle comunali non li considera proprio.
Senza farla lunga, la premessa è dunque che solo alle comunali la sinistra lametina ha un ruolo. Ora facciamo un breve ritratto della sinistra lametina, che, come ho scritto più volte, è rimasta esattamente quella degli anni Settanta. Mentre le cosche si sono evolute e fare un paragone tra i boss lametini di oggi e quelli degli anni settanta è improponibile, il pd di oggi è esattamente il pci degli anni settanta, però senza il centralismo democratico. E’ cambiata la struttura sociale, è chiaro, operai, contadini, i ceti popolari oggi sono anticomunisti mentre i dipendenti pubblici e parte della classe medio-alta sono di sinistra. Come avviene in un recente film di Zemeckis, costruito su una unica inquadratura di un posto mentre scorrono gli anni, immaginate una telecamera che vi inquadra dagli anni settanta ad oggi lo stesso luogo, la sezione del pci, e le immagini vi portano da Ciccio Blaganò a Masi.
Il 20 ottobre 1974, il giorno in cui i fascisti uccisero Adelchi Argada, nella storia della sinistra lametina rappresenta lo spartiacque. Prima di Argada c’erano il pci e i gruppettari, dopo quell’omicidio i gruppettari si svegliarono, diventarono di colpo adulti, e quindi tutto si mischiò sino a diventare quello che è oggi in città la sinistra. Un misto di pci e gruppettari che un pò si azzuffano, un pò fanno pace, a volte si uniscono altre volte si dividono. Ma sempre pci e gruppettari rimangono. Non ci credete?
Allora siete smemorati. Occorre ricordare allora che Lo Moro diventò sindaco la prima volta nel ’93 perchè riuscimmo ad unire tutti a sinistra imponendo un nome nuovo che non aveva mai fatto politica e che aveva due qualità: era donna ed era intelligente. Alleanza per Lamezia rimane e nella mia vita rimarrà sempre (purtroppo) l’unico tentativo politico riuscito di far coesistere pci e gruppettari nel nome di un servizio alla città (il bene comune lo lascio ai Buoni, a quelli che sanno cosa sia). Gianni Speranza fu per poco un assessore di Lo Moro e da quell’esperienza nacque un contrasto tra loro che non si è più ricomposto. Speranza & friends avevano la maggioranza del pd lametino e non sopportando Lo Moro decisero di andarsene. Un caso unico nella storia politica italiana. E’ come se oggi Schlein uscisse dal pd con i suoi adepti perchè non ne può più di De Luca.
Dopo tanti anni -a riprova della verità dello schema che sto adoprando – nel 2024 la sinistra lametina presenta il seguente panorama: il pd ha un segretario, l’avv. Masi, che è stato o è ancora (non lo capisco) grillino; Masi ha proposto ora Lo Moro come candidato sindaco per anticipare il coordinamento voluto da Irto; la catanzarese Jasmine Cristallo, cocca di Ely, Gruber, Conte & Travaglio, non è d’accordo; l’unico consigliere regionale lametino del pd è Amalia Bruni che invece appoggia la candidatura di Speranza; gli amici di Speranza sono rientrati nel pd dopo avventure con Vendola e Bersani/R. Speranza, Gianni Speranza no. L’avv. Piccioni, dopo essere stato con SI e poi De Magistris, e aver tentato di succedere a Speranza di cui era stato assessore, è l’unico consigliere comunale che fa opposizione a Mascaro e gioca in proprio; Eugenio Guarascio che venne battuto da Mascaro, non partecipa più ai consigli comunali ma ha proposto la candidatura Lo Moro in nome di una vecchia amicizia. Tutti gli altri, le mitiche associazioni e movimenti (circa un migliaio a cominciare dall’impresa sociale di don Giacomo Panizza) che a Lamezia rientrano, a mio parere, nei gruppettari post Argada, partecipano al gioco ma con l’occhio ben attento a chi può vincere per davvero, in quanto dall’amministrazione che verrà si aspettano non cordialità ma risorse.
Così è se vi pare, e dunque questa costellazione Anni Settanta che discute su due settantenni e fa appelli, tutti firmati da attempati signori, e tutti -badate bene- sono amici della supercazzola Schlein, non si ferma un attimo solo a pensare: ma com’è che a Lamezia nel 2024 non c’è un giovane, una giovane, che possa proporsi come Amministratore capace di governare la macchina comunale?
Un giovane, dico, dai 20 ai 50 anni, uno(a) solo(a), capace di amministrare, di leggere bilanci e capire se la situazione contabile di Mascaro sia sostenibile oppure no, capace di gestire risorse (i dipendenti comunali) in modo produttivo ed efficiente. No, cercano il politico, il solito sindaco come Speranza o Fiorita che invece di amministrare deve pensare a come trovarsi i voti in consiglio comunale per restare a galla. Di questa politica che non serve alla città e ai suoi cittadini non sappiamo che farcene.