Da francescani in gesuiti, dunque, si sono trasformati gli iscritti del MoVimento Cinque Stelle secondo Beppe Grillo, fondatore e oramai ex padre spirituale. È un curioso paragone, che rivela più di quanto non dica.
Anzitutto i francescani: i quali originariamente volevano essere l’ancora di salvezza di una Chiesa in rovina, però ben presto si distinsero soprattutto per la lotta senza quartiere contro altri ordini ecclesiastici, addosso a cui si scagliavano con astio degno degli eretici, giungendo poi a dividersi al proprio interno in sotto-ordini pronti a dilaniarsi per stabilire chi fosse più francescano degli altri, finché non vennero percepiti dall’opinione pubblica come un peso inutile e inspiegabile, rinchiuso in conventi che traboccavano di fannulloni semianalfabeti dediti alla crapula e all’ipocrisia. E ai Cinque Stelle è accaduto proprio così.
Quanto ai gesuiti, giova ricordare che la loro rapida ascesa nelle regie stanze, fino a sussurrare alle orecchie dei sovrani con un linguaggio talmente astruso da apparire sempre ambiguo, si concluse bruscamente quando parvero avere per le mani un potere eccessivo, che erano financo incapaci di amministrare. Fu allora che l’ordine dei gesuiti venne soppresso da un papa, Clemente XIV, che (ironia della sorte) era francescano. E ai Cinque Stelle accadrà proprio così.