Beniamino Zuncheddu assolto dopo 30 anni però per i giudici resta colpevole


Molte cose sono state già dette a proposito della proposta di istituire la Giornata nazionale in memoria delle vittime di errori giudiziari, della fiera opposizione all’iniziativa da parte del presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, e della conseguente e meno fiera scelta di astenersi da parte del Pd. Oggi su Linkiesta Cataldo Intrieri aggiunge però al quadro un’informazione particolarmente illuminante, riguardo alle motivazioni della sentenza con cui è stato negato il risarcimento a Beniamino Zuncheddu, che si è fatto trent’anni di carcere prima di essere assolto: «Nella settantina di pagine della sentenza si legge che “il processo di revisione non ha condotto alla dimostrazione della certa ed indiscutibile estraneità di Beniamino Zuncheddu” alla strage, ma ha semplicemente fatto emergere un ragionevole dubbio sulla sua colpevolezza». In altre parole: non abbiamo le prove per condannarlo, ma siamo convinti che sia colpevole lo stesso e quindi, dopo che i nostri valenti colleghi gli hanno già fatto scontare trent’anni, lo scriviamo pure in una sentenza e gli neghiamo qualunque risarcimento. E già che ci siamo stigmatizziamo pure la scelta «atipica» di intercettare i testimoni d’accusa, con cui una brava procuratrice (ce ne sono, per fortuna) ha svelato le pressioni degli inquirenti. Non aggiungo altro, perché se dicessi la metà di quello che penso in galera ci finirei io.