Una sola causa/ Come i bipopulisti manipolano l’ opinione pubblica

In filosofia, nelle scienze e nel senso comune, il concetto di causa, assieme a quello connesso di causalità (o relazione causale) indica la relazione tra due fenomeni (o classi di fenomeni), nel caso in cui il primo fenomeno, detto causa, è motivo di esistenza del secondo, detto effetto.

Anche in sociologia (v. Ian Robertson, Sociologia, Zanichelli, Bologna, 1988) “ …per spiegare qualsiasi aspetto della società o del comportamento sociale, il sociologo deve comprendere i rapporti di causa ed effetto. Un assunto fondamentale della scienza è che tutti gli avvenimenti hanno delle cause – si tratti di una pietra che rotola giù da una collina, di un’esplosione atomica, di un paese che entra in guerra, di una consultazione elettorale, di uno studente che supera un esame. Un secondo assunto fondamentale è che, in circostanze identiche, la stessa causa produrrà sempre lo stesso effetto. Se non partissimo da questi assunti il mondo sarebbe per noi assolutamente impredicibile e quindi incomprensibile. Il problema che il sociologo deve affrontare è quello di separare la causa dall’effetto e di stabilire quale delle molte possibili cause, o combinazione di cause, produce un particolare effetto.
Come ogni scienziato, il sociologo analizza causa ed effetto in termini di influenza di variabili su altre variabili. Una variabile è semplicemente una caratteristica che può mutare, o essere diversa, nel tempo, nello spazio, da un individuo – o da un gruppo – a un altro. L’età, il sesso, la razza e la classe sociale di appartenenza sono delle variabili, così come sono variabili i tassi di
omicidio o di divorzio. Ma sono variabili anche l’intelligenza, la nazionalità, il reddito e il senso dell’humor. La causazione ha luogo quando una variabile come la quantità di alcool assunto influenza un’altra variabile, quale la probabilità di incidenti stradali.

Una teoria non è altro che un tentativo di fare delle generalizzazioni circa l’influenza di una variabile su di un’altra: «La guida in stato di ebbrezza fa aumentare gli incidenti stradali»; «I votanti ricchi tendono a sostenere i partiti moderati»; «La malnutrizione determina scarsi risultati scolastici». Tutte queste affermazioni servono a collegare le variabili in un rapporto di causa-ed-effetto.

Come fa il sociologo a scoprire se tra le variabili esiste un rapporto? Il metodo fondamentale consiste nello stabilire se esiste una correlazione tra le variabili, cioè se risultano associate le une con le altre secondo una modalità regolare, ricorrente. Analizzando le statistiche, il sociologo può stabilire facilmente se c’è correlazione tra la malnutrizione e l’andamento scolastico scadente, o tra la guida in stato di ebbrezza e gli incidenti stradali. In entrambi i casi i dati mostrano in modo conclusivo che esiste una correlazione molto alta. Così il fatto sembra provato. Ma è poi vero? Da un punto di vista logico, no. Il fatto che due variabili risultino fortemente correlate non prova che una abbia causato l’altra e nemmeno che tra loro esista una qualche relazione.
Nel momento storico che stiamo vivendo i bipopulisti, di destra e sinistra, hanno un metodo comune per affrontare le correlazioni. Si può fare l’esempio della guerra in Ucraina. Il trucco al quale ricorrono è molto chiaro: per abbindolare l’opinione pubblica essi semplificano la realtà per cui individuano non alcune ma una sola causa che spiega l’effetto. La correlazione poi tra le variabili (di causa ed effetto) è stabilita sulla base di una semplice opinione. Ecco allora che la guerra in Ucraina secondo i bipopulisti ha avuto una sola causa, l’allargamento a Est della Nato. Coincide con quello che sostiene Putin, così una semplice correlazione tra variabili viene fatta assurgere a causa scatenante dell’invasione in Ucraina e allo scopo vengono individuati il colpevole e un nemico: la Nato e i paesi che ne fanno parte. Putin, che è l’aggressore, viene giustificato perchè dietro di lui avrebbe agito un’altra causa, una sola.

In natura ogni effetto ha più cause che lo provocano ma per individuare il nemico, uno solo, occorre allora semplificare il gioco, e dunque individuare una sola causa. La semplificazione è sempre un trucco, perchè i ragionamenti complessi son faticosi, disorientano gli uomini e l’opinione pubblica. Occorre semplificare la realtà così tanto da renderla riconducibile ad uno slogan, da memorizzare facilmente, come il ritornello di una canzoncina. Qual è la causa della insicurezza che avvertono i cittadini? Gli immigrati. Qual è la causa della scuola che non funziona? I bassi stipendi dei professori. Qual è la causa della sanità che non funziona? La sua privatizzazione. Tutto giusto, ma è poi vero? Come abbiamo già spiegato, da un punto di vista logico, no. Il fatto che due variabili risultino fortemente correlate non prova che una abbia causato l’altra e nemmeno che tra loro esista una qualche relazione.
Solo che la riduzione ad una sola di varie correlazioni scegliendo quella più memorizzabile, riassumibile, e conveniente politicamente, semplifica la realtà ad un punto tale che crea confusione e disorientamento e distorsioni logiche nei cittadini. Una sola causa, da ribadire in ogni occasione, insomma manipola i cittadini falsificando i dati della realtà.