Lamezia, la Corte dei Conti evidenzia numerose criticità nel piano di riequilibrio finanziario

La Corte dei Conti, sezione di controllo per la Calabria, ha dato il suo verdetto in merito al Piano di riequilibrio finanziario pluriennale del Comune di Lamezia Terme, approvato dal Consiglio comunale nel 2014 e successivamente rimodulato nel corso degli anni, con l’ultima modifica risalente al 2022. La delibera della Corte, datata 7 febbraio, segna la conclusione di un lungo e complesso iter che ha coinvolto diverse amministrazioni locali: quella di Gianni Speranza nel 2014 e, più recentemente, quella di Paolo Mascaro, che ha ereditato il piano e tentato di portarlo a termine. Tuttavia, seppur il piano di riequilibrio fosse stato approvato in passato, la Corte dei Conti ha rilevato numerose criticità che minacciano la stabilità economico-finanziaria del Comune di Lamezia Terme.

Oggi l’amministrazione comunale ha comunicato che martedì 11 febbraio alle ore 16, presso la Sala Luisi, si terrà una conferenza stampa «per illustrare i dettagli della recente deliberazione della Corte dei Conti, che ha approvato il piano di riequilibrio finanziario dell’Ente, ponendo così ufficialmente fine alla fase di predissesto».

Secondo quanto riportato dal Quotidiano del Sud, la Sezione regionale di controllo ha riscontrato delle irregolarità significative, che potrebbero compromettere l’equilibrio finanziario dell’ente in prospettiva futura. In particolare, la Corte ha evidenziato la sottostima del risultato di amministrazione per l’anno 2023, dovuta a una errata valutazione del fondo contenzioso, nonché la mancanza di accantonamenti a garanzia di diversi debiti. Tra questi figurano i debiti verso la Regione Calabria per la fornitura di acqua potabile (1981-2004) e per il servizio dei rifiuti solidi urbani. Inoltre, sono stati segnalati problemi legati alla liquidità ricevuta dal Comune in base all’articolo 243 quinquies del Testo Unico degli Enti Locali (Tuel), con conseguente rischio di destabilizzazione degli equilibri finanziari.
La Corte dei Conti ha inoltre sottolineato che, al 31 dicembre 2023, esisteva ancora una parte del disavanzo da ripianare, con riferimento all’inapplicabilità di alcune norme contenute nel decreto legge 162/2019.
La decisione della Corte ha comportato l’imposizione di misure correttive stringenti: l’ente dovrà adottare entro 60 giorni una serie di provvedimenti, tra cui la costituzione degli accantonamenti necessari a garantire i debiti residui, sia per quanto riguarda la fornitura di acqua potabile che per i rifiuti solidi urbani. Inoltre, dovranno essere adeguati gli accantonamenti relativi al fondo contenzioso e alle passività potenziali, nonché la liquidità ricevuta. La mancata adozione di queste misure, infatti, potrebbe compromettere ulteriormente la stabilità del Comune.
Se il Comune non riuscirà a mettersi in regola con i documenti contabili entro la scadenza prevista, sarà la prossima amministrazione a dover affrontare le conseguenze di queste irregolarità.