Juventus/un commento dopo il PSV

A fine campionato, se la Juve arriverà (o no) al quarto posto (la Coppa Italia essendo il trofeo dei delusi), potremo dare un giudizio definitivo sulla Juve Giuntoli/Thiago Motta, oggi, dopo essere usciti dalla Champions con una squadretta e aver fatto sembrare il 36enne Perisic un fenomeno, è prematuro.

Scrivo questo oggi perchè da tempo i Giuntoliout, le vedove di Allegri, i Zazzaroni, hanno liquidato il nuovo corso come se fosse già fallito. Ecco, a me non piace quando si fanno analisi calcistiche in maniera astratta. Le analisi sugli sport di squadra spesso vengono semplificate come se si parlasse delle prestazioni di un tennista o di uno sciatore. Invece le variabili da considerare sono molte (giocatori, allenatore, società, direttore sportivo, preparatori atletici), e reagiscono tra loro, mentre se tu parli di un tennista l’analisi è semplice, considera solo l’atleta e il suo allenatore.

Voglio dire che oggi, dopo la sconfitta amara della Juve col Psv, non si può semplificare il tutto rispondendo alla domanda Thiago Motta promosso o bocciato.

Per capirci, io considero in genere che i risultati calcistici dipendano molto dall’allenatore ma il 10 o il 20%, ovvero una parte più piccola, dipendono dalla rosa a disposizione. In concreto alcuni giocatori sui quali ha lavorato Motta quest’anno o non sono stati all’altezza (Koop, Douglas Luiz, Nico Gonzalez) oppure si sono infortunati. A me pare che il gioco proattivo impostato da Motta e che abbiamo visto sino all’infortunio di Bremer e di Cabal poi sia venuto meno per ragioni oggettive. La sfortuna ha voluto che dopo aver perso il perno della difesa, e averlo sostituito con Kalulu, poi si sia infortunato anche lui e ieri sera col Psv finanche il subentrante Veiga abbia dato forfait. Insomma, sino al 19 febbraio la Juve di Motta ha avuto una difesa con una sola certezza, Gatti, che io non ritengo per nulla adatto alla Juve, infatti anche ieri sera almeno due reti sono a lui ascrivibili. Gatti in ogni partita commette dei fatali errori di piazzamento e inoltre ha un cervello piccolo (altrimenti non sarebbe così plateale e vistoso in certi interventi).

Per farla breve, penso che una Juve con Bremer e Kalulu, nonostante la delusione dei 2 centrocampisti acquisiti per mettere a posto finalmente il reparto cruciale, sarebbe stata ben diversa. Che poi il mercato con centinaia di milioni spesi sia stato ad oggi deludente e/o fallimentare è un discorso che andrà fatto a bocce ferme. Io non dimentico mai che sia Platini che Zidane che Deschamps dopo 6 mesi la maggior parte dei tifosi li avrebbero mandati via, come si fece dopo un solo anno con un fuoriclasse come Henry.

Per giudicare i nuovi acquisti (il migliore è Thuram) ci vuole molta pazienza, l’attenuante vera che a Motta va concessa riguarda gli infortuni. Senza infortuni, io avrei fatto a meno di Gatti, e definito una squadra titolare.

L’unica accusa che mi sento di fare a Motta riguarda il suo continuo rimescolare le carte (finanche il capitano non si sa chi sia) e invece dopo prove ed esperimenti una squadra deve essere ben definita nei suoi titolari e nei suoi ricambi. Va bene che oggi ben 5 calciatori subentrano in corsa ma l’undici titolare serve a definire il tipo di gioco che l’allenatore intende fare. Se invece, come è successo, prima Motta voleva cedere McKennie, poi lo ha trattenuto e infine gli ha fatto fare tutti i ruoli tranne il centravanti e il portiere, siamo alla confusione totale. Uno può ben pensare che i tentativi non finiscono mai.

L’ultima cosa la vorrei dire su Vlahovic che ha giocato sempre sino all’arrivo di Kolo Muani, anche perchè Giuntoli ha sbagliato tutto nel puntare sul rincalzo Milik e nello spendere 40 ml per Nico Gonzalez, due giocatori che vengono definiti in inglese injury prone (inclini agli infortuni). Il fatto è che Vlahovic non potrà restare per ragione di costo eccessivo del cartellino alla Juve e quindi si è cercato di utilizzarlo comunque perchè per venderlo è sempre meglio che quest’anno segni qualche goal.

Ciò detto, alla Juve manca totalmente la comunicazione verso l’esterno e quindi manca una figura alla Allodi o Marotta, la cerniera tra presidenza e squadra. Il fatto che la Juve viene eliminata dalla Champions, e in tv mandi a parlare allenatore e il capitano Locatelli, dimostra che la società non ha voce, non ha una figura simbolica. Per una società che ha conquistato i suoi tifosi italiani uno ad uno perchè Gianni Agnelli su Rai1 ne rappresentava il fascino ogni domenica, è inaudito. Elkann sarà un genio ma del nonno non ha appreso alcune cose basilari.